Come Michel Foucault deposita le parole del testo sul foglio, prima che si organizzino in discorso, così Corrado Levi, per venti giorni, quotidianamente, depone istanti, ore di vita, in segni, prima che si organizzino in rappresentazione e senso! Sono distrazioni, pulsioni gestuali, frottole, singhiozzi, baluginii, distonie, impressioni di lettura, risonanze musicali, residui, senzatitolo, pratiche discorsive-scritturali-narrative. Forse, tracce di parole non-dette, di lettere mai scritte, date di un tempo senza calendario, forme sparse a caso, disperse nel vuoto, lungo le pareti che corrono nei corridoi di una Poétique de l’espace bachelardiana, piogge di numeri nel chiuso di una stanza.
Il suo apparire, scomparendo nelle modalità del fare, dire, suonare, ascoltare, amare, scrivere, misurare surplace le distanze, in casa, tra una camera e l’altra, uno specchio parabolico e l’altro, ha messo in opera la più indecidibile delle derive situazioniste psicogeografiche, in epoca di Corona Virus. Corrado Levi, artista, architetto, docente, critico, curatore, collezionista, talent scout, iniziatore, in Italia, del movimento di liberazione omosessuale, poeta, ha così ideato, a-mano-libera, la più radicale cartografia politica di un détournement domestico, senza data di inizio né fine.

Corrado Levi, Novità in casa
Corraini edizioni, Mantova, 2020
Postfazione di Beppe Finessi.