Nel 1996 “Fuori Uso”, la quinta edizione della mostra ideata da Cesare Manzo, va in scena all’ex FEA di Pescara. La mostra, dal titolo “Sotto pioggia e sotto vento”, era curata da Laura Cherubini e Gian Ruggero Manzoni. Nell’immagine Cesare Manzo e Achille Bonito Oliva dialogano con Pietro Marino.

Ci lascia Cesare Manzo

È una storia lunga e importante quella del gallerista Cesare Manzo, una storia durata quasi mezzo secolo e legata alla città di Pescara, alla nostra città e anche alla nostra Rivista che sin dagli esordi ne ha documentati i successi e le mostre dei grandi nomi che sono avvicendati negli spazi della galleria come Kounellis, Mattiacci, Beuys e molti altri ancora.

È una storia importante quella di Manzo, cui si deve la conoscenza di Pescara nel mondo grazie a Fuori Uso, un format iniziato nel 1990 con opere installate in situ e divenuto prassi nel tempo. Gli allora spazi in disuso come l’Aurum, l’ex Conservatorio, la fabbrica del Gaslini, Ferrhotel e altri ancora sono stati gli scenari di una manifestazione unica in Italia che, durata fino al 2006 (ripetutasi in seguito nel 2011, 2012 e nel 2016), ha il merito di avere lanciato giovanissimi artisti, oggi icone dell’arte come Maurizio Cattelan e Vanessa Beecroft.

Non si dimenticano inoltre i nomi di Mario Schifano, Mario Merz, Enzo Cucchi, Mimmo Rotella, Ettore Spalletti e quelli internazionali di Richard Long, David Hammons, Nan Goldin, Tony Cragg, Peter Halley, Joseph Kosuth tanto per citarne alcuni. Così anche quelli dei curatori come Achille Bonito Oliva, Giacinto Di Pietrantonio, Laura Cherubini, Nicolas Bourriaud restano nella memoria a testimoniare l’alto livello dell’arte contemporanea che Pescara ha conosciuto anche grazie al lavoro di Cesare Manzo.

Le vicende che ci legano a Cesare sono tante, importanti e ci appartengono. Quasi mezzo secolo non si scorda e non si scorderà con facilità.

Umberto Sala, Lucia Spadano, Roberto Sala, Maria Letizia Paiato, tutta la redazione e tutte le persone legate a Segno che lo hanno conosciuto lo salutano per l’ultima volta.

Ciao Cesare.