Gerhard Merz

Incontri è una rubrica a cura di Serena Ribaudo. Incontri come dialoghi tra curatore ed artista, alla ricerca del senso delle cose dell’arte e della vita.

“L’Arte è mia. Ma non solo”. Dialogo sottovoce con Francesco Lauretta

Conosco Francesco Lauretta da lungo tempo. Una familiarità fatta di incontri gentili, di conversazioni en plein air tra le bellezze opulente di Palermo e tra i prospetti che paiono d’ematite di Firenze. Ho avuto così sempre modo di approfondire, di questo artista, la squisita sensibilità, l’esattezza intellettiva, la fiamma viola che lo accende. Condividiamo questo “esotismo composito” per dirla alla D’Annunzio: entrambi percorsi dal fervore di girovagare per la penisola, abbiamo custodito nel nostro organismo una sostanza intrisa dei blu radiosi delle acque abitate dalle sirene, cullata dai profumi delle pomelie e delle zagare. Una sicilianità che si esprime, nella pittura di Lauretta, nella vibratilità dei barbagli luminescenti, nell’impasto cromatico che è di purità gemmea. L’ho sempre pensato come un San Francesco che si pone con fede dinanzi alla sua tela in un’esecuzione pittorica o disegnativa che è tutta un fluire di linfe interiori, che è tutta una vera teologia dell’arte. Un citaredo dalla malinconia pacata ma dalle pupille ignee. Sono felice di tornare a dialogare con lui, in un’idea comune d’Arte.