Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo, nel 1946 Accardi si trasferisce a Roma. L’anno successivo fonda con Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo e Turcato, l’avanguardia artistica Gruppo Forma 1. La sistematica ricerca e l’enfasi sul binomio segno-colore connoterà per oltre mezzo secolo la sua personalità artistica, in continua evoluzione. A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso in cui propone una serie di segni bianchi su fondi neri, passando poi alla decade successiva – il periodo della militanza femminista – in cui matura la consapevolezza del colore luminescente, quello di Accardi è un lavoro in continuo sviluppo che la porta a superare la superficie piana della pittura: inventa forme spaziali fatte di fogli di Sicofoil (fogli di acetato di cellulosa) sui quali si svolgono trasparenti i tracciati del colore. Un rapporto fra opera e spazio che sfocia negli anni Settanta nelle Tende, vere e proprie strutture abitabili e percorribili, per approdare infine negli anni Ottanta all’uso di tele grezze da cui trapelano stesure cromatiche di varia intensità.
Ma stretto era anche il legame con la poesia. Accardi aveva molti amici poeti che frequentavano lo studio, le dedicavano i loro poemi e scrivevano dei versi mentre lei dipingeva. Il suo assistente, Francesco Impellizzeri, che l’ha seguita per più di vent’anni e ha collaborato alla realizzazione di questa mostra, talvolta le leggeva delle liriche mentre lei lavorava. E lei stessa annotava in un piccolo quaderno frasi che la ispiravano. Alcuni di questi versi sono poi diventati titoli delle sue opere. L’intento di questo progetto espositivo è proprio quello di raccontare il segno di Accardi, che diventa alfabeto e poesia allo stesso tempo. Tra i lavori esposti anche uno molto importante, composto di quindici chine e lungo undici metri, dove dietro ogni china è riportato il verso di una poesia. Sicché tutte insieme formano un unico componimento, a dimostrazione di come nel suo lavoro il verso sia indissolubilmente legato al segno e al disegno. In mostra anche i dipinti Parentesi, una serie molto particolare realizzata negli anni Ottanta quando, dopo il periodo dei Sicofoil, l’artista torna alla tela grezza e alla pittura nella sua essenzialità.
“Carla è stata, con la sua ricerca e con la sua figura, il collegamento tra la sua generazione e quelle seguenti grazie all’interesse della sua pittura e alla disponibilità della sua persona. Giovane nei modi e nel segno, il suo lavoro è diventato emblematico di un’epoca, ponendosi come un ponte che dal primo dopoguerra porta diritto all’Arte Povera e Concettuale, un mondo che ha accolto il suo lavoro con grande rispetto ed attenzione. Carla è la regina dell’arte italiana”. Massimo Minini
__________
Carla Accardi | Scrivere con il colore
Francesca Minini | Milano, Via Massimiano 25
Inaugurazione 22 marzo 2022 ore 17-21
Fino al 14 maggio 2022