Nell’opening di venerdì 23 esperienze interattive di realtà virtuale, realtà aumentata e intelligenza artificiale hanno invaso la sala immersiva della struttura museale di viale Vittorio Veneto 2, accompagnate da un aperitivo di benvenuto con cui è stato accolto il pubblico.
Il progetto, cofinanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea, ha definito un percorso di creazione congiunta in cui giovani artisti e attivisti hanno lavorato in presenza e online per sviluppare idee, visioni e azioni sulle principali sfide del presente.
Per ogni borsa di studio è stato svolto un periodo di prototipazione e produzione di sei mesi, comprensivo di una residenza in loco nelle sedi dei partner: Public Art Lab di Berlino, Rixc Center for The New Media Culture di Riga e Athens Digital Art Festival di Atene. Le quattro opere sono state esposte in esclusiva al Meet prima di essere spostate poi localmente presso le rispettive istituzioni ospitanti.
Manuel Macadamia, new media artist di origini napoletane, ha introdotto ufficialmente al pubblico il nuovo episodio “2121” del suo progetto antologico “Sunset AI World”, ambientato in un mondo digitale regolato dall’intelligenza artificiale. Lo scopo principale di Sunset è quello di sensibilizzare le persone agli obiettivi delineati nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un’iniziativa globale promossa dalle Nazioni Unite. Si tratta di una vera e propria avventura digitale interattiva accessibile online, tra esperienze di Ar e Vr, installazioni video, collezioni Nft, performance dal vivo e cortometraggi tradizionali. Macadamia e il suo team hanno creato un’esperienza che pone l’attenzione sulla relazione tra tecnologia, arte e creatività umana, andando a esplorare nuove possibilità di narrazione grazie all’utilizzo dell’Ai, integrata responsabilmente nel settore culturale.
Per la realizzazione dell’episodio “2121” hanno collaborato anche Alt_ra, con un’opera d’arte in realtà aumentata ispirata al tema di Sunset, e Pasquale Pacilè, ideatore di “Aureos” e di maestose figure scultoree dai dettagli dorati che placidamente vegliano sui visitatori del mondo virtuale.
Il secondo progetto vincitore è “Decentraland”, un’installazione multimediale creata da tre artisti ucraini. Oleksandr Sirous, Dmytro Tentiuk e Danil Siabro hanno cercato di sfidare i sistemi centralizzati che sopprimono l’individualità e controllano un sistema monopolistico di diffusione delle informazioni. L’opera approfondisce il tema della “invasione nascosta”, unendo dati provenienti da varie fonti, tra cui database e mappe globali. È una ricerca che si concentra sulle incursioni culturali, ecologiche ed economiche in regioni come la Lettonia, l’Ucraina e alcune zone dell’Europa e sulla presenza di un guardiano onnipresente capace di prevedere e difendere da tali invasioni. Il mondo simulato di “Decentraland” è gestito da un supercomputer, una fusione di intelletti di varie figure eminenti che simboleggiano le principali questioni contemporanee, tra cui il rischio di un mondo sempre più ospitale verso l’intelligenza artificiale ma estraneo alle necessità umane.
Si prosegue ancor più intimamente nel pensiero e nell’animo umano con l’installazione “Sileno” di Anecoica Studio. Una fusione innovativa di Ia e filosofia, che sfida i ruoli degli oracoli e mette in discussione la cognizione umana. L’emergere delle nuove tecnologie e della scienza ha iniziato a sconvolgere le narrazioni tradizionali, introducendo una nuova forma di “oracolo digitale” che fonde l’apprendimento automatico con profonde basi filosofiche. “Sileno” incarna perfettamente questa convergenza, utilizzando algoritmi di deep learning, sintetizzando il gioco dell’imitazione di Alan Turing e le teorie dell’identità narrativa di Paul Ricoeur, al fine di forgiare una nuova coscienza digitale unica. A differenza degli oracoli tradizionali che forniscono risposte, “Sileno” provoca domande, incoraggiando gli utenti a indagare questioni di cognizione, emozione e identità. L’opera è uno specchio per l’introspezione umana.
Infine, l’ultima opera vincitrice è “Living, and other afflictions”, un prototipo di ricerca di un’esperienza di realtà virtuale/mista che esplora il disvelamento dell’identità attraverso la narrazione in prima persona. L’idea è stata pensata come un ulteriore strumento di apprendimento per i professionisti del settore medico, in modo che possano ancor di più apprezzare le proprie fragilità e sviluppare empatia verso i loro pazienti. Alla base del progetto vi è un solido processo di sviluppo interdisciplinare guidato dall’artista visivo Conan Mclvor in consultazione con il medico e scrittore Michael J. Daly, la cui malattia è stata da ispirazione per il lavoro. Infatti, dal 2021 Daly si è ammalato in modo critico di Kawasaki a insorgenza adulta e ha iniziato a soffrire di prolungati attacchi di delirio visivo allucinatorio. Il suo cervello si è confrontato con questa realtà alterata, mettendo in discussione cosa fosse reale e cosa no.
Il progetto di Mclvor e Daly esplora tecniche di narrazione interattive attraverso un approccio multisensoriale e stratificato, con cuffie Vr/Ar, performance sensoriali e un’installazione in un letto d’ospedale, fornendo una dicotomia continua tra realtà e virtuale, tra verità e finzione, tra sé e altro da sé.