Gerhard Merz

Associazione Arte Continua – da Poggibonsi, a Colle Val d’Elsa fino a San Gimignano a Galleria Continua 

L’Associazione Arte Continua di San Gimignano ha recentemente organizzato due intense giornate dedicate all’arte, che hanno avuto come evento centrale la mostra Mimmo Paladino per Arte all’Arte, curata dall’artista cinese Cai Guo Qiang, presso UMoCA- Under Museum of Contemporary Art a Colle Val d’Elsa.

L’Associazione Arte Continua che da oltre trenta anni porta avanti pratiche di arte pubblica e realizzazioni site specific di carattere permanente, in contesti di particolare interesse storico e paesaggistico, ha  avuto un ruolo fondamentale in Toscana e oltre, per la determinazione di una centralità del contemporaneo a livello artistico e architettonico e dei suoi linguaggi, nella valorizzazione del territorio, nel renderlo un’entità viva e non più esclusivo segno di un immobile passato, se pur glorioso. 

In collaborazione con le realtà locali, con il coinvolgimento di artisti, curatori, musei e gallerie di spessore e provenienza internazionali, Associazione Arte Continua ha promosso nel tempo rilevanti iniziative che hanno portato l’arte al centro di luoghi decentrati, incrementandone, tra l’altro, lo sviluppo culturale e socio-economico.

Anche quest’anno, attraverso un’ampia articolazione, l’Associazione ha progettato per il Comune di Colle Val d’Elsa esperienze artistiche di forte valenza significale, di cui Mimmo Paladino è protagonista. Fin dal 1998 anno della terza edizione di Arte all’Arte l’artista ha collaborato con l’Associazione: allora negli spazi interni della Fonte delle Fate di Poggibonsi, una fontana pubblica del XIII secolo, alimentata appositamente di acqua dal suolo, creò l’installazione permanente dal titolo I Dormienti, accompagnata dalla musica di Brian Eno e composta da venticinque sculture in terracotta, ciascuna sopra una tavola di ferro rettangolare, draghi o uomini rannicchiati in posizione fetale. 

L’ambiente evocante la corporeità di un mondo ancestrale e atavico, animale e umano, nella visita che l’Associazione nel contesto odierno ha voluto proporre, e con la presenza dell’artista, ha un po’ rivelato, quasi come fosse la prima volta,  il luogo e la suggestività di forme arcaiche  coniugate a forme contemporanee.  

Con la proiezione del film La divina cometa  del 2022, ultima realizzazione cinematografica di Paladino, si è conclusa l’anteprima della mostra che si è inaugurata il giorno successivo nello spazio UMoCA, collocato sotto le arcate del trecentesco ponte di San Francesco, tra la città e il convento francescano. Progettato nel 2001  da Cai Guo Qiang per la sesta edizione Arte all’Arte e ricostruito nel 2022 grazie al Bando Pac del Ministero della Cultura,  si fonda sulla consapevolezza che qualsiasi luogo può essere considerato museo, in osmosi e in dialogo con la realtà circostante. 

“Sono felice di raccontare le arti con altra arte, abitare un altro presepe di un amico artista dalla Cina, continuare a portare vita all’arte e arte nella vita”, asserisce Paladino e aggiunge che “i ponti piacciono, siamo qui per questo, fabbricare ponti”, ribadendo implicitamente la funzione primaria dell’arte di creare connessioni, dialoghi  di culture nonché legami fra arte e paesaggio. 

Le tre grandi sculture di Paladino, in bronzo, ferro e ottone dorato, realizzate tra il 2015-2022, che rimarranno a UMoCA fino a novembre,  sono tre divinità agresti, dove il femminile si riconnette a un mondo magico di credenze popolari e di recondite fecondità e laddove le vetrate trasparenti, che delineano lo spazio espositivo, permettono il passaggio della luce naturale e la visione di ameni squarci di paesaggio che contornano le essenziali opere scultoree.

Altro appuntamento dell’intensa maratona è stata la visita alla Galleria Continua, nella storica sede di San Gimignano, alle personali di Rudi Ninov e di Ornaghi & Prestinari, già inaugurate precedentemente, con la guida degli stessi artisti, che infine hanno presenziato all’incontro conclusivo Material Culture, una conversazione con Marco Sammicheli, curatore per il settore design, moda e artigianato di Triennale di Milano e direttore del Museo del Design Italiano.

Rudi Ninov, nato in Bulgaria, con studi a Londra e residente a Francoforte, ha presentato Writing Paintings, la sua prima personale in Italia, una varietà di opere di piccole e grandi dimensioni, disegni, dipinti e sculture dislocate al primo piano della Galleria, nell’ampia sala d’ingresso e nei labirintici spazi limitrofi. L’artista che lavora sul linguaggio presenta delle composizioni, come una sorta di scritti dipinti, che procedono sequenzialmente tra figurazione e astrazione. Al colore è riservato un’attenzione costante da parte di Ninov, un colore interiorizzato e al contempo scoperto nella sua materialità. 

In relazione alla grande ceramica  esposta, titolata  Untitled (pass the Jinn) del 2019,  l’artista afferma che “ la scultura è un camminare fuori del colore”, in cui la realizzazione va oltre il campo cromatico per soffermarsi sui dinamismi formali, sulle aperture e chiusure della creazione scultorea. Piccoli oggetti  in ceramica, delle minuscole mani replicate e appena riconoscibili compongono l’installazione Tin tin deo del 2023,  giocata sull’ambiguità degli elementi formali, singolarmente figurativi e nei cumuli vagamente astratti.  Vi è nelle opere di Ninov  un’ ideazione che  va avanti per continuità alfabetiche, fatta di rimandi vari, di assonanze fra opera e opera, fra dipinti e disegni, fra dipinti e sculture.

Sbilenco è il titolo dell’altra  personale degli artisti  Ornaghi  & Prestinari, rispettivamente Valentina e Claudio che lavorano in coppia dal 2009, in uno scambio costante improntato sul dialogo e sulla progettazione comune. La loro elaborazione tocca contenuti artistici presi dall’architettura, dalla storia dell’arte e dal design e da elementi di vita reale, in uno stravolgimento di regole assodate e di funzionalità connaturate agli oggetti. La regolarità nel loro lavoro è costantemente contraddetta e alterata;  particolare attenzione è riservata al concetto di ambivalenza, concetto chiave sempre riscontrabile. Altro aspetto fondamentale, ravvisabile lungo il percorso espositivo,  è quello legato ai materiali e alla loro lavorazione, nonché alla relazione con lo spazio: dai quadri che ruotano intorno alla propria cornice ad attivarne gli angoli come in un atto generativo, alle nature morte costituite da oggetti torniti e svuotati, uniti secondo logiche assonanti e sabotati rispetto all’uso. 

Sbilenco, oltre al titolo della mostra, è anche quello di un dipinto astratto caratterizzato da irregolarità compositive,  e sbilenche, appunto, sono le sculture  deposte sulla lunga struttura che congiunge il palco alla platea dell’ex cinema, che lo taglia in due, lo separa e lo collega. In “Bedroom”del 2020  gli artisti si ispirano al racconto “Avventura di due sposi” di Italo Cavino, tratto dalla raccolta “Gli amori difficili”: vi è un letto  particolare, dove gli occupanti si riposano senza mai incontrarsi, ma assorbendo l’uno il calore lasciato dall’altro,  lo vivono come “monumento” di incomunicabilità e al contempo comunicante.

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