2023 Archivization - dettaglio dell’allestimento di opere scelte dall’archivio Courtesy Giorgio Benni e Archivio_Pennacchi
2023 Archivization - dettaglio dell’allestimento di opere scelte dall’archivio. Courtesy Giorgio Benni e Archivio Pennacchi

Arte e natura in una bianca casa turrita sopra il colle: “Archivization” di Vincenzo Pennacchi

Il 21 maggio è stata inaugurata la nuova mostra “Archivization” di Vincenzo Pennacchi presso la sua casa-studio di Velletri a cura di Lorenzo Pennacchi.

La casa di Vincenzo Pennacchi sorge su un colle, tra le balze di Madonna degli Angeli verso Rioli, precipiti sull’aspra Velletri, ferma all’orizzonte da Ponente. Come in ogni fortificazione che si rispetti, Vincenzo ha posto dei cavalieri a guardia del suo bianco covo, che incutono timore: già da lontano infondono meraviglia in chi su quel colle s’avventuri. All’arrivo li scopriamo da vicino: guerrieri medioevali in lamiera smaltata su binari ferroviari, pronti a salpare con le lance per giostre sanguinarie, come attori di Ronconi nell’Orlando Furioso, moltiplicati dagli specchi, in un atrio/campiello, che è confine e soglia. Aggirando quell’accesso sorvegliato, ci si incammina per un boschetto, che nasconde una “domus aurea”, come recita l’iscrizione alla base. Questa piccola casa, mirabilmente inserita tra le canne, guscio di chi la visita, conserva la bellezza degli insediamenti preistorici. In simbiosi totale con il luogo in cui si pone, annulla la separatezza tra spazio interno ed esterno, fonte dell’infelicità dell’abitare contemporaneo. Noi sappiamo, che se la Natura fosse stata confortevole, non avremmo inventato l’architettura: ma Vincenzo chiama aurea questa capanna, perché essa richiama la condizione primigenia della nostra relazione con l’Aperto: un’Età dell’Oro esiodéa, perduta per sempre e qui rinnovata come utopia in Arcadia. Il percorso prosegue in una galleria ogivale degli specchi, dissimulati nel canneto, che ci vede apparire moltiplicati e scomparire all’improvviso: miniatura della “cattedrale” di Pantanello a Ninfa: il magnifico viale di carpini, galleria di verzura ad arco gotico, piantata da Leila Caetani, per dare sostanza concreta alle visioni di John Ruskin, e ai legami indissolubili tra Natura e Arte. Dopo “La Carne e lo Spirito”, presentato nella splendida chiesa sconsacrata di San Francesco a Velletri, un altro binomio è il perno della riflessione estetica odierna dell’artista: tra Natura e Arte egli modella le sue visioni nello spazio esterno, suggerisce direzioni dello sguardo nell’Aperto,  fa diventare il paesaggio opera”.  Il Teatro, posto in una valletta, conclude la prima parte del cammino: l’erbosa scena, perimetrata da grandi colonne rugginose che svettano verso il cielo, suggerisce lo spazio di una rappresentazione, con Arte e Natura protagoniste, sancisce una relazione/contrasto che ritroveremo anche all’interno. Costeggiando lo spazio semiaperto dello studio, in cui sono esposte opere a smalto e in tecniche personali molto ricorrenti nella produzione dall’artista, come “Alberi del cielo”(1998), risaliamo verso il cuore della casa: la cella del Tempio, vasto salone, ancora dominato dai cavalieri, questa volta in grandi tele colorate bifacciali entro teche giganti di plexiglass, introdotte da quinte/bacheche in cui occhieggiano bozzetti e carte, in formato minore. Alle pareti, come arazzi, sono appesi grandi formati, intelati o liberi, di tecnica e gesto informale, ma che in Vincenzo ricercano sempre l’allusione alla figura, alla fine affiorante, come in un test di Rorschach. È tempo di inoltrarsi nelle segrete sotterranee (in ogni fortificazione ve ne sono) in cui si spalanca la meraviglia dei depositi. Qui Vincenzo, insieme a Lorenzo Pennacchi, curatore del progetto, ha ordinato la sua produzione trentennale, dandole contemporaneamente un supporto informatico, consultabile sul web, tramite un link che verrà fornito a privati, gallerie, musei.

2023 Labirinto - specchio e bamboo dimensioni ambientali Courtesy Rubina Brugugnoli e Archivio_Pennacchi
2023 Labirinto – specchio e bamboo dimensioni ambientali. Courtesy Rubina Brugugnoli e Archivio Pennacchi.

 Archivization 2023 è dunque una nuova, importante tappa nella vicenda produttiva di questo artista/ingegnere. Laureato nel 1980 con una tesi sperimentale sul funzionamento della casa “intelligente”, una delle prime applicazioni della domotica, Pennacchi giunge con l’arte a conclusioni diametralmente opposte. Facendo rivivere la domus, archetipo della capanna agreste, in cui i “vignaiuoli”  da cui la famiglia di Vincenzo discende, risiedevano per lunghi periodi all’anno per affrontare con continuità i lavori agricoli, Pennacchi insinua il dubbio che la modernità, pervenuta ad un totale affidamento dell’uomo alla tecnologia, abbia preso una direzione sbagliata. La proiezione del desiderio dell’ancestrale contatto della casa con la Natura rivive negli spettatori in questa domus, tra le canne di bamboo, e si completa per l’artista nelle sue creazioni, che la sua residenza custodisce, e i suoi cavalieri difendono dall’assedio del Tempo.

Sito web:    www.VincenzoPennacchi.it

Email     :    atelier.pennacchi@gmail.com

Pagina IG:  atelier_pennacchi

Crediti fotografici: Giorgio Benni e Rubina Brugugnoli