Con 16 sedi in 4 paesi, 63 artisti e 62 gallerie coinvolte, la mostra mette in relazione arte, architettura, antichità e contemporaneo con il territorio del Monferrato. Panorama Monferrato sviluppa il suo percorso espositivo nei paesi di Camagna, Vignale, Montemagno e Castagnole creando un dialogo attivo e costante con il territorio, le sue istituzioni e i suoi abitanti.
Se dobbiamo trovare un difetto a questa edizione è la dispersione nel Monferrato di tutte le installazioni. Rispetto alle precedenti edizioni si soffre lo spostamento da un paese all’altro con i mezzi rendendo la mostra più dispersiva che diffusa, cosa che invece rappresenta il plus di Panorama Monferrato a detta del presidente di Italics Lorenzo Fiaschi: Quello di Panorama Monferrato è un viaggio da percorrere con lentezza, una metafora del cammino di meditazione.
La mostra sviluppa in ogni paese temi trasversali alle epoche, le installazioni sono state disposte con particolare attenzione da risultare quasi site-specific (come ad esempio il lavoro di Elisabetta di Maggio proposto dallo Studio Trisorio, i Sacks di Markus Shinwald per Giò Marconi o The Paradoxical nature of life di Arcangelo Sassolino per la Galleria dello Scudo) e alcune opere sono state collocate con una eleganza particolare (citiamo la serie Seul le silence di Betty Danon a Palazzo Callori di Vignale proposta da Tiziana Di Caro, la serie Soliloquio di Romina Bassu per lo Studio SALES – dove la parete ha casualmente le stesse tonalità delle opere tanto da farle quasi sembrare degli affreschi – o l’installazione di Michel Verjux, Perspectives environnantes per A arte Invernizzi nella Chiesa dell’Annunziata a Castagnole).
Un plauso particolare va al curatore Carlo Falciani che, nelle sue stesse parole, “abituato a lavorare con artisti morti da secoli”, ha ben saputo mettere in dialogo, con gli spazi e con opere di altre epoche, gli artisti contemporanei invitati.