Addio Germano Celant padre dell’Arte Povera

È deceduto Germano Celant, critico d’arte genovese, padre dell’Arte Povera, stroncato dal Corona Virus.

Germano Celant, padre dell’ Arte Povera, è fra le vittime del Corona Virus. Apprendiamo con grandissimo dolore la notizia del suo decesso; una notizia che lascia tutto il mondo dell’arte senza parole e con ancora più interrogativi sul futuro che ci attende.  Il critico, nato a Genova nel 1940, aveva teorizzato, alla fine degli anni 1960, il movimento dell’Arte Povera, destinato a diventare fra i più importanti d’Italia e del mondo. È del 1969 il noto volume ARTE POVERA, edito da Mazzotta Editore dove, con genialità e acutezza, accomunava con i “poverismi” tutti gli artisti, americani ed europei, dediti al concettuale. Walter De Maria, Michelangelo Pistoletto, Stephan Kaltenbach, Richard Long, Mario Merz, Douglas Huebler, Joseph Beuys, Eva Hesse, Micheal Heizer, Ger Van Elk, Janis Kounellis, Lawrence Weiner, Luciano Fabro, Bruce Nauman, Joseph Kosuth, Jan Dibbets, Giovanni Anselmo, Robert Barry, Pier Paolo Calzolari, Dennis Oppenheim, Barry Flanagan, Robert Smithson, Giulio Paolini, Reiner Ruthenbeck, Alighieri Boetti, Keith Sonnier, Giuseppe Penone, Franz Erhard, Hanse Haacke, Gilberto Zorio, Robert Morris, Marinus Boezem, Karl Andre, Emilio Prini, Richard Serra…ci sono tutti e tutti ad incarnare, secondo la dirompente visione di Celant, l’idea di artista-alchimista, di un nuovo rapporto con le cose e con il mondo che non è più rielaborato e di nuovi legami a processi comuni di trasformazione per vivere l’azzardo di uno spazio aleatorio. Da questo momento in poi, il mondo dell’arte contemporanea cambia radicalmente. L’Arte Povera imprime il suo più profondo agire e significato al mondo, insegnando un credo e una pratica alle generazioni future. La fortuna del movimento è anche quella di Celant che lo vede collaborare con il Museo Guggenheim di New York, con il Centre Pompidou di Parigi, con Palazzo Grassi a Venezia dove, nel 1997, è nominato direttore della 47° Biennale di Venezia. La carriera di Germano Celant sono pagine di storia dell’arte contemporanea essenziali, non solo alla cultura italiana, ma del mondo. Direttore della Fondazione Prada di Milano e curatore della Fondazione Vedova di Venezia, Germano Celant ha regalato alla comunità artistica le più belle mostre degli ultimi cinquant’anni. Come non ricordare all’ultima Biennale di Venezia 2019 la retrospettiva, organizzata da Fondazione Prada, dedicata all’amico Jannis Kounellis, la più bella e poetica di tutta la kermesse lagunare.

Da quel lontano 1969 le pagine di Segno non hanno mai mancato di documentare ogni singolo passo dell’Arte Povera e della carriera di Germano Celant. Documentare questa scomparsa ci addolora moltissimo. “Rivista Segno”