Ci addolora una notizia dell’ultima ora dell’Ansa in cui si evince la scomparsa di Christian Boltanski (Parigi, 1944). Pittore, fotografo e video maker francese, Boltanski aveva soli 76 anni, come riportato dal quotidiano francese Le Figaro.
Molteplici le mostre che lo hanno reso tra i maggiori protagonisti dell’arte contemporanea internazionale. Noto per le sue installazioni ambientali in cui vigeva un’atmosfera sospesa tra il mondo che conosciamo e una realtà altra. Straordinaria la sua sensibilità e delicatezza nell’immettere sempre presenza umana ma solo attraverso la sua essenza. Tra le sue esposizioni ricordiamo quelle realizzate per importanti location italiane come il MAMBo ove espose Anime. Di Luogo in luogo a cura di Danilo Eccher e per noi recensita da Francesca Cammarata o la Fondazione Volume di Roma ove nel 2011 propose San Fin, a cura di Claudia La Gioia. Inoltre, come non menzionare il suo tributo alle vittime del disastro di Ustica nella sua esposizione permanente presso il Museo per la Memoria di Ustica recensita per noi da Maria Letizia Paiato. La sua fama lo portò a essere riconosciuto tra i vertici dell’arte contemporanea. Riconoscimento esplicitato attraverso l’invito ad esporre nel 1972 a Documenta e come rappresentante della Francia nel Padiglione Francese della Biennale di Venezia nel 1986 e nel 2011 quando presentò Chance, a cura di Jean Hubert Martin.
Lucia Spadano, Umberto Sala e tutta la redazione della rivista Segno si stringono attorno al ricordo di un grande artista che ha segnato gli ultimi cinquant’anni della produzione artistica mondiale.