The Tilt of Time
Exhibition view, THE TILT OF TIME, Alessandro Gandolfi, ©photosarasassi

The Tilt of Time, un progetto promosso da IED Firenze e la Fondazione Palazzo Strozzi

È in programma fino al 30 novembre negli spazi dello IED Firenze e della Strozzina, la mostra collettiva “The Tilt of Time”, un’indagine sul tempo e i suoi sfaccettati aspetti.

Il progetto, frutto della collaborazione tra il Master in Curatorial Practice di IED Firenze e la Fondazione Palazzo Strozzi, è pensato in relazione alla mostra Anish Kapoor. Untrue Unreal in corso a Palazzo Strozzi fino al 4 febbraio 2024.

La mostra The Tilt of Time esplora il concetto di tempo, la cui conoscenza cambia a seconda del punto di vista storico e culturale. Infatti, la ricerca curatoriale condotta da dieci studentesse internazionali, si sviluppa in sei direzioni e attinge le possibili definizioni da diversi ambiti disciplinari. Lo studio ha portato alla selezione di alcune risorse alle quali è possibile accedere online attraverso una Temporal Library illustrata in un wallpaper interattivo ed esposta in una sezione della mostra.

Alessandro Gandolfi, Where Taiwan Touches China, 2022. Fotografia 70 x 46.5 cm

Il tempo è fluido e muta a seconda della percezione e del vissuto personale. Lo scorrere del tempo, che ha contribuito alla trasformazione degli oggetti e dei loro significati, è interpretato nell’opera Shift, di Chiara Bettazzi (Prato, 1977). L’installazione site-specific, realizzata all’ingresso dello IED Firenze, prevede l’ibridazione di oggetti ritrovati dall’artista negli spazi dell’Istituto con oggetti personali del suo studio. L’assemblaggio genera nuove forme eclettiche, mentre i materiali organici continuano la loro evoluzione manifestando la precarietà e l’inafferrabilità del tempo. Al contrario, Alessandro Gandolfi (Parma, 1970) cattura nell’istante fotografico quattro storie di tensioni geopolitiche e momenti di crisi della nostra contemporaneità.

Exhibition View, THE TILT OF TIME, Chiara Bettazzi, Shift 1, ©photosarasassi.

Upside Down Wells (Pozzi capovolti) è l’opera realizzata da Fabrizio Ajello (Palermo, 1973)e Francesco D’Isa (Firenze, 1980). Sfruttando i lucernari che caratterizzano il corridoio dello IED, il duo ha per l’occasione materializzato una serie di immagini appartenenti all’onirico, tradotte con programmi di intelligenza artificiale. Gli artisti combinano la strumentazione del passato, come la grafite, e la tecnologia avanzata, riflettendo sui mutamenti della nostra immaginazione. Interprete della relazione tra la contemporaneità e la storia rappresentata dalla scultura antica, è l’opera Soffio di Namsal Siedlecki (Greenfield, 1986). L’artista scardina la temporalità passata a cui appartiene un capo bronzeo che viene stampato con il vetro soffiato. La testa vitrea è presentata con la canna da soffio in relazione allo spazio in cui è inserita, mostrandosi nella sua fragilità che è specchio del tempo presente.

Fabrizio Ajello e Franceso D’Isa, Allestimento Upside Down Wells, 2023. Intelligenza Artificiale e Grafite, dimensioni variabili, photo Patricia Hale-Siedler.

Alla mostra si affiancano due eventi performativi negli spazi della Strozzina in cui il pubblico è invitato a rivalutare il proprio rapporto con il tempo. Sabato 11 novembre è proposto lo sleeping concert di Giulio Aldinucci (Siena, 1981). Il sound artist, attraverso composizioni elettroacustiche sperimentali, accompagna i visitatori nella notte verso uno stato meditativo tra il sonno e la veglia. L’esperienza immersiva crea uno stato di vulnerabilità tra i partecipanti che condividono l’intimo momento. Giovedì 23 novembre, un’esperienza unica è offerta dalla performance di lunga durata di Jacopo Jenna (Firenze, 1980), in cui il corpo, sottoposto al ritmo e al movimento, sintonizza attivamente il visitatore sulla percezione del tempo presente.

Giulio Aldinucci, Ritratto dell’artista in concerto, 2018. Vinyl.

L’esposizione è una sfida alla comprensione del tempo, concetto complesso ed enigmatico, influenzato dalla sensazione e dalla conoscenza costruita attraverso differenti esperienze. L’analisi multidisciplinare tra il passato ed il presente apre a nuove considerazioni sull’ambiguità della temporalità.

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