Riprende quel dialogo iniziato ne L’ITALIA E’UN GIARDINO. Di ricerche estetiche agresti, sempre sotto la curatela di Geraldine Blais, Sunflowers, la nuova esposizione dell’artista Alberto Scodro. Vicentino, classe ’84, torna per la seconda volta a Bologna presso gli spazi di CAR DRDE, con una mostra che riunisce i più recenti esiti scultorei del ciclo Sunflower-Girasoli, alcuni inediti, altri realizzati a partire dal 2020, in conversazione ideale con il dipinto figurativo Girasole eseguito nell’85 dal pittore lombardo Giancarlo Vitali (Bellano, 1929 – 2018) e proveniente dagli ArchiviVitali.
Un omaggio al territorio bassanese e alla terra da cui tutto si origina e si sviluppa (“dal seme alla raccolta dei fiori, arrivando all’essicazione fino al montaggio con le cere, per finire con la fusione in metallo”) in piena assonanza e prosieguo con la collettiva appena citata, dove lo ritroviamo protagonista sino al 19 marzo, insieme ad altre voci contemporanee che orientano la propria ricerca estetica verso l’ambiente naturale. Il progetto si muove anche dal rovesciamento della stessa parola Sun-flower, “vedere il fiore come Sole”, un esperimento che diventa ribaltamento semantico e al contempo rovesciamento del paradigma di visione.
Nell’operare di Scodro è centrale il processo di trasformazione alchemico della materia e l’energia che in essa vive e si propaga. Elementi naturali come fiori, alberi, terre vengono indagati e manipolati così da “trasformare i solidi in liquidi, le combustioni in solidificazioni”quasi un volere dimostrare che “la natura in quanto oggetto” osserva nel testo critico Geraldine Blais “sia predestinata agli artifici dell’uomo” (cit. Maurice Merleau-Ponty).
I Sunflowes di Scodro sono fiori che come il Sole attorno a cui tutti i pianeti e satelliti ruotano e dipendono, hanno la caratteristica d’essere eliotropici, ovvero seguono la sua direzione, catalizzatori e diffusori d’energia e vita. L’artista li realizza attraverso la fusione di metalli ad alte temperature; l’incandescenza è un’altra peculiarità che insieme a quella della luminosità, per comparazione, seppur ovvia, non puo’ fare a meno di rievocare il Sole.

All’interno di queste composizioni floreali preziose, fa notare l’artista, “le finiture superficiali delle fusioni sono realizzate per elettrolisi, in oro e in argento, le prime associate all’esposizione solare mentre le seconde sono rivestite in argento come fossero esposte alla luna”. Il procedimento che viene osservato durante la loro realizzazione è riconducibile all’arte alchemica. Scodro trasmuta i “vili metalli” corruttibili, in metalli “nobili” quali l’oro e l’argento dando vita all’allestimento di sei corpi scultorei dorati rimandanti al Sole, principio maschile simbolo di potenza, forza e perfezione e al fiore-satellite sospeso argenteo, riconducibile alla Luna, al principio femminile, simbolo di purezza, spiritualità e saggezza.
Energie pure solidificate abitano questi assemblage sferici e in essi ribollono; installati su piedistalli lignei (sottoposti a combustione) o a parete da cui fuoriescono irradiandosi come vettori spaziali su strutture metalliche creando segni aerei, si presentano come agglomerati di luce e materia, ben saldi, attraversati da forze cinetiche che sembrano pronte da un momento all’altro a dinamizzarsi.
A compimento della Grande Opera, nella seconda sala, un po’ defilato quasi protetto, scorgiamo un lavoro su carta e inchiostro raffigurante un cuore, realizzato attraverso l’uso del vapore (un’altra tecnica che ben si sposa con quanto detto sino a ora) che fa affiorare, insieme ad aloni sfumati che rimandano alle macchie solari, l’immagine di quell’organo umano che è considerato per eccellenza sede di vitalità e dai mistici luogo dell’anima, dei sentimenti e dello spirito. Nella tradizione alchemica il cuore è uno dei sette organi messo in relazione ai metalli e a i pianeti; da esso si irradiano nell’iconografia cristiana fasci di luce, a fugare le tenebre, in esso si concentra la vita pulsante e l’energia.
Una riflessione sulla natura immensa e potente, fossilizzata e cristallizzata in un hic et nunc dalle suggestioni mitiche e sulla potenzialità dell’uomo-artista di ripensarla, ripartorirla come un demiurgo il cui soffio vitale trasmette forme ideali a materie preesistenti.


SUNFLOWERS- ALBERTO SCODRO
A cura di Geraldine Blais
Dal 12.02 – 02.04.2022 presso CAR DRDE
Manifattura delle Arti, Via Azzo Gardino 14/a , 40122 Bologna