Secondi tempi: Eva Marisaldi al CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma

Fino al 26 febbraio 2022 il CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma propone al pubblico la mostra di Eva Marisaldi ideata in occasione della sua residenza presso il Centro emiliano.

Ogni rivelazione, o conoscenza inedita di fatti avvenuti nel presente o nel passato, giunge a noi attraverso una lettura dinamica degli indizi che abbiamo raccolto. Questo principio è la salda consapevolezza che acquistiamo dopo avere visitato Secondi Tempi, l’intervento realizzato da Eva Marisaldi negli spazi dello CSAC – Centro Studi e Archivio della
Comunicazione dell’Università di Parma.

Il progetto espositivo pensato dall’artista emiliana, a cura di Marco Scotti e Francesca Zanella, si inserisce nel programma di residenze d’artista Through time: integrità e trasformazione dell’opera. Questo ciclo è stato pianificato nell’ambito di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21. Secondi tempi di Eva Marisaldi infatti è stata preceduta dalle mostre di Massimo Bartolini e Luca Vitone che hanno avuto luogo lo scorso anno.
Che le informazioni provenienti da mondi lontani possono essere collegate tra loro in una mappa che svela continuità e corrispondenze, lo aveva scoperto Aby Warburg grazie al lavoro che lo aveva impegnato negli ultimi anni della vita. Attraverso il celebre Atlante della Memoria, infatti, lo studioso tedesco svelava al mondo intellettuale il ripetersi di forme,
immagini e temi nella cultura visiva di civiltà fra loro lontane.
Se un archivio del resto è il luogo che custodisce i documenti della memoria è possibile attivare, dal confronto con i documenti custoditi, nuovi processi di conoscenza. Questi ultimi danno luogo a rivelazioni e scoperte di continuità fra le cose. Ciò avviene tuttavia accettando di procedere lungo specifici percorsi.
È a partire da un’indagine su argomenti precisi che viene infatti a delinearsi una catena di rimandi, corrispondenze e temi nuovi da cui ripartire.

Ogni scoperta presenta in tutti i casi buone dosi di imprevedibilità e parzialità. Tutto ciò è legato alla sensibilità individuale nella percezione delle cose. Il carattere parziale e soggettivo che accompagna il processo di conoscenza si ripercuote a ben pensarci anche sulla trasmissione di quest’ultima, quindi sulla costituzione dell’archivio stesso. Per quanto un archivio possa aspirare alla completezza infatti la sua realizzazione è in tutti i casi soggetta al rischio di perdite e omissioni.
L’idea che percezione ed esigenze individuali sono alla base di ogni percorso di ricerca è l’aspetto che più risalta nell’esposizione pensata da Eva Marisaldi per l’Archivio-Museo. Il progetto dell’artista per lo CSAC infatti scaturisce dal confronto fra il proprio archivio personale — costituito da immagini unite a trascrizioni estrapolate da libri e giornali — e il materiale conservato nell’archivio e centro studi dell’Università di Parma. Da questo confronto nasce un percorso unico e originale fatto di argomenti, un vero e proprio viaggio che lo spettatore è invitato a compiere.
Nella realizzazione di Secondi tempi sono valorizzati sul piano tematico tre elementi: l’approccio dinamico e casuale che sta alla base di ogni scoperta; la necessità di salvaguardare la memoria collettiva; l’ideazione di un percorso di fruizione a partire da un ambiente già predisposto e organizzato.

L’analisi del primo punto si sviluppa attraverso un approccio critico: il visitatore è invitato a interrogarsi sui criteri che spingono al recupero di certe informazioni piuttosto altre nei processi di archiviazione.
Il tema della memoria, ricorrente nelle opere di Eva Marisaldi, è implicito nell’indagine sui sui processi di ricerca e archiviazione che richiama la necessità di sottrazione delle informazioni all’oblio. L’ultimo elemento di riflessione esalta l’idea di progetto espositivo sviluppato all’interno di un altro percorso. Secondi tempi, infatti, al pari delle mostre realizzate dagli artisti precedentemente invitati, celebra il nuovo assetto degli ambienti dell’istituzione parmense:
l’Archivio dal vivo. Questo nuovo percorso è stato realizzato dallo Studio Terragni Architetti e da Daniele Ledda xycomm, a partire dall’idea di archivio animato teorizzata da Jeffrey Schnapp.

Il lavoro svolto da Eva Marisaldi all’interno dello CSAC coinvolge la struttura inserendosi tra cassettiere e scaffali. L’artista emiliana espone in questa occasione pezzi prelevati dalle collezioni dell’archivio e centro studi associandole a oltre sessanta stampe su alluminio che riproducono frammenti delle proprie raccolte personali.
Il percorso include inoltre il video inedito Linee, realizzato in collaborazione con Enrico Serotti. Quest’opera è ispirata all’opera Scultura n. 25 (1935) di Fausto Melotti, conservata allo CSAC.
Eva Marisaldi si è inoltre concentrata su alcuni progetti della collezione del centro universitario come quello relativo a un abito nazionale Arabo Islamico disegnato da Archizoom Associati per un concorso indetto dal Consiglio dei Ministri della Repubblica Araba Libica. L’artista rivolge così la sua attezione ai fondi CSAC dedicati all’Africa, tema per lei di grande interesse dopo l’esperienza in Madagascar del 2004.

Eva Marisaldi: “Secondi tempi”
a cura di Marco Scotti e Francesca Zanella
dal 23 novembre 2021 al 26 febbraio 2022
CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione | Università di Parma
Abbazia di Valserena
Strada Viazza di Paradigna 1, Parma
visite su prenotazione
orario: martedì alle ore 10
giovedì alle ore 16
sabato alle ore 10
ingresso a pagamento
pausa festività natalizie: dal 24 dicembre al 9 gennaio
tel: 0521 903652
email: archivio_csac@unipr.it
sito: www.csacparma.it