La mostra, aperta fino al 25 maggio, propone un percorso articolato su più sedi espositive, ciascuna con un contributo unico alla riflessione sul tema dell’Ultima Cena, uno dei momenti più carichi di significato nei Vangeli.
Si parte dall’Art Cafè, dove saranno esposte preziose incisioni sette-ottocentesche provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Brera, per poi proseguire nella Sala Nevera, che ospiterà opere d’arte moderna e contemporanea, video, oggetti pop e circa cinquanta fotografie di tatuaggi raffiguranti il Cenacolo, testimonianza della diffusione trasversale dell’immagine nel nostro tempo. Il percorso continua in altri luoghi simbolici della città, come il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli, dove sarà visibile il celebre Cenacolo ligneo cinquecentesco di Andrea da Saronno (o da Corbetta) e Alberto da Lodi, e al Museo della Ceramica “G. Gianetti”, che ospita l’opera “L’Ultima Cena” di Ugo La Pietra, in dialogo con l’iconografia leonardesca.



Il curatore, Antonio d’Avossa, ha costruito un percorso che mette in relazione arte sacra, cultura popolare e produzione contemporanea. Il Cenacolo diventa così un ponte tra spiritualità e arte visiva, tra memoria e attualità. Da Leonardo a Warhol, l’immagine dell’Ultima Cena è riletta attraverso linguaggi diversi, in un gioco di riflessi tra cultura alta e cultura pop.
Gli artisti presenti in mostra, appartenenti al panorama italiano e internazionale, esprimono le diverse poetiche, tecniche artistiche, culture e provenienze: Joseph Beuys, Adolphe Braun*, Giulio De Mitri, Antonio Di Biase, Gabriele Di Matteo, Barbara Fässler, Jacob Frey*, Fabrizio Garghetti, Paul Goodwin, Maurice Henry, Jiri Kolar, David LaChapelle, Eris Mone, Raffaello Morghen*, Tomoko Nagao, Hermann Nitsch, Nicola Pankoff, Guido Peruz, Andrea Solario*, Daniel Spoerri, Rudolf Stang*, Christian Tobas, Wolf Vostell, Andy Warhol, Uli Weber.
(*incisioni del ‘700 e ’800 di proprietà dell’Accademia di Belle Arti di Brera).