Temple of Love.Cœur, installation view, ph. Luca Meneghel, courtesy Fondazione Scuola Piccola Zattere

Gaëlle Choisne. Temple of Love. Cœur

Temple of Love. Cœur è il titolo della mostra personale dell’artista francese Gaëlle Choisne (1985), inaugurata lo scorso 8 maggio presso la Fondazione Scuola Piccola Zattere di Venezia, a cura di Irene Calderoni ed Eva Vaslamatzi.

La mostra si inserisce a conclusione del periodo di ricerca, svolto nella medesima istituzione, in cui Gaëlle Choisne presenta al pubblico un nuovo capitolo del suo progetto itinerante Temple of Love, nato nel 2018 su ispirazione del testo di Roland Barthes Frammenti di un discorso amoroso (1977). A partire dal discorso sull’amore del semiologo francese, Choisne vi intreccia una dimensione politica e culturale, che riguarda la complessità del mondo, lo sfruttamento eccessivo della natura, le vestigia della storia coloniale, mescolando, attraverso media diversi, le tradizioni esoteriche creole, miti e culture popolari alla storia delle città ospitanti durante i suoi periodi di ricerca. In Cœur l’artista esplora la connessione spirituale tra il corpo e la sfera del domestico, intrecciando un doppio dialogo sia con la tradizione veneziana che haitiana, terra natale della madre e costante nel suo lavoro, avvalorata in questo caso dalla presenza di una selezione di opere di pittori haitiani provenienti dalla collezione privata dello scrittore e documentarista francese Jean-Marie Drot.

Il percorso espositivo inizia da un cuore, non a caso, centrale, costituito dall’installazione Emotional object of affection. Cœur vortex, una scultura sospesa composta da una doppia spirale di tubi e fili di ottone su cui si avviluppano grovigli di piccoli oggetti decorativi, ricorrenti nella pratica di Chiosne, quali perline colorate, conchiglie, ciondoli, cristalli, ornamenti che rimandano alla figura di Erzulie Fréda Dahomey, divinità della religione Vodou associata alla fluidità, femminilità e all’amore e il cui simbolo è un cuore. All’interno della spirale si trova un lume, costante anche nelle altre sale, ispirato alla tradizione veneziana e fatto realizzare a Murano, quale simbolo e invito alla scoperta del sé ma anche alla liberazione dei corpi femminili. Dalla sala centrale la mostra si sviluppa in un duplice itinerario di sei stanze, ognuna dedicata a un chakra diverso, in grado di sprigionare un’energia del corpo che corrisponde a sensazioni interne, collettive e condivise. Nella sala del chakra del plesso solare, legato alla sfera delle emozioni umane, si trovano un forno da ceramica, su cui l’artista è intervenuta con fotografie e immagini votive fortemente simboliche, e piccole architetture ceramiche nere della serie Soul Houses. Tribute to peace, ispirate a oggetti votivi dell’antico Egitto, che simboleggiano spazi rituali sacri, punti di incontro che permettono una connessione spirituale tra vivi e morti; le “case per lo spirito” sono state realizzate durante un workshop, utilizzando lo stesso forno che è stato successivamente esposto, in cui l’artista ha inviato i partecipanti, durante la fase di modellazione, a pensare a una persona che avevano perso. Camminando tra le installazioni sonore e ambientali di Choisne, in cui si intrecciano oggetti, ready made, scene di vita quotidiana e rituali vodou delle opere della collezione Drot, ci si immerge in un mondo spirituale, tra visibile e invisibile, fortemente connesso all’energia vitale, ma anche alle cerimonie, ai riti e ai simboli della religione vodou e della tradizione creola. Il percorso mistico, spirituale e purificatorio si conclude nell’ultima sala con l’installazione lignea Black Feminist Modulor, progettata dall’artista, in un tentativo di sovversione del Modulor di Le Corbusier, prendendo le misure del proprio corpo e creando un ambiente che gioca a essere maquette, spazio architettonico e piccolo museo per ospitare opere haitiane e i wishes vases realizzati da Choisne; l’installazione è accompagnata dalla presenza di cuscini in damascato veneziano, realizzati su misura, quale invito alla pausa e al riposo del corpo.

In occasione dell’inaugurazione, è stato presentato anche l’intervento di Fosbury Architecture per il design del nuovo ristorante ABC Zattere che, in continuità con gli spazi del palazzo storico, intende instaurare un dialogo tra tradizione e contemporaneità, traendo ispirazione dalla memoria storica veneziana.

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