
Luigi a Pippo fanno parte del collettivo Bai e hanno realizzato varie bipersonali; tu, per tuo conto, hai lavorato con artisti del Gruppo di Scicli. Come è nato questo vostro sodalizio? Cosa vi ha spinto a esporre insieme?
Ho conosciuto gli artisti del Gruppo di Scicli quando lavoravo con la galleria Studio Nuova figurazione di Ragusa. Insieme a loro ho partecipato a diverse mostre presso il Circolo d’arte Brancati di Scicli. Il rapporto di amicizia e di stima reciproca con Giuseppe e Luigi nasce in momenti diversi, soprattutto in occasione della mia partecipazione alla mostra “Luce da Luce”, a San Cataldo.
Un punto di incontro potrebbe essere una certa tendenza all’astrazione, o quantomeno alla dissoluzione della figura.
I nostri lavori, sebbene diversi, sono uniti da forme astratte, ricche di segni e di materia.
Sia come sia, la mostra fotografa un momento preciso del vostro percorso artistico. Attraverso quali tappe siete giunti a questo crocevia?
Da piccolo cominciai a usare molto la matita. A dodici anni, in seconda media, la preside volle premiarmi acquistando un mio disegno a china. Negli anni ‘80 iniziai a dipingere ad olio. L’incontro con Giuseppe Leone fu determinante. Fu lui a presentarmi il gallerista Cassiano Scribano di Studio Nuova Figurazione. Da qui parte la mia carriera artistica. Le mie prime opere erano figurative. Dopo alcuni anni ho sperimentato nuove tecniche e un nuovo modo di esprimermi, una sorta di espressionismo astratto.
Tra i tratti stilistici su cui sarebbe possibile concentrare l’attenzione, e che richiederebbero comunque un approfondimento individualizzato, uno che particolarmente mi ha colpito è l’uso del colore: Luigi ha iniziato a produrre sculture colorate, e anche i colori tuoi e di Pippo si sono fatti più saturi e brillanti…
Il colore è la parte primaria dell’opera. L’azzurro cobalto e il giallo ocra risaltano in tutte le mie tele.
Su questi campi di colore si innestano linee disegnate, sovente verticali.
La mia idea è di rendere visibile, attraverso di esse, una profondità interiore.
Chi sono i tuoi maestri, vicini e lontani?
I pittori che seguo artisticamente sono Paul Klee e Franco Sarnari, maestro del Gruppo di Scicli da poco scomparso.
Hai mai avuto momenti di crisi nella tua ricerca?
Crisi mai!
Qual è il tuo atteggiamento verso la spiritualità?
A volte ho l’impressione che la mano di un Estraneo realizzi i miei lavori. Dipingere, per me, è una forma di preghiera, una forma straordinaria di comunione col Divino.
Pensi che la tua arte possa incidere, in qualche modo, sulla realtà?
Mi auguro che il mio messaggio artistico possa scolpire il futuro.
A cosa ti stai dedicando, a cosa ti dedicherai?
Al mio lavoro, come sempre.

