Si è appena conclusa a Pechino “Re-Signify Part II Beijing”, una mostra sui generis in cui gli iconici abiti dello storico brand Valentino, vere e proprie opere d’arte manifatturiera e concettuale, sono stati messi in dialogo con lavori realizzati da un gruppo di circa 18 artisti internazionali.
Secondo capitolo di una serie di esposizioni basate sul concetto di “risignificazione” dei codici, “Re-Signify Part II Beijing” ha portato all’attenzione del pubblico orientale un confronto audace ove il gusto della moda incontra l’estro dell’arte contemporanea grazie al coinvolgimento, da parte del direttore della maison manifatturiera Pierpaolo Piccioli, dei curatori Jacopo Bedussi e Mariuccia Casadio. La mostra ha preso vita all’interno dello spazio espositivo T-10 di SKP South: qui i celebri vestiti si sono alternati alle opere realizzate attraverso differenti pratiche artistiche. In entrambi, tuttavia, sono stati investigati i medesimi segni: Couture, l’Atelier, Stud e VLogo Signature. Codici rielaborati nei due ambiti artistici, quello della moda e quello dell’arte contemporanea, che hanno decretato, attraverso questo accostamento, molteplici affinità tra cui quella di interrogarsi su medesimi temi come il corpo, la città, la luce, le ombre, il buio e il modo in cui la luce interagisce con i materiali e con le superfici, i fenomeni di riflesso e di rifrazione.
Tra gli artisti coinvolti menzioniamo: Cao Fei, Xu Zhen, Gioele Amaro, Robert Muller, Liu Shiyuan, Cheng Ran, Shen Xin, Xu Wenkai, AMKK, Jonas Mekas, Yeesookyung, Nick Knight, Jacopo Benassi, Pajama, Robert Del Naja, Wu Rui, Alessandro Teoldi.
Un invito a perdersi tra queste due realtà tradizionalmente percepite agli antipodi, percezione smentita in “Re-Signify Part II Beijing” e che ci piace far vivere anche al pubblico del belpaese attraverso la galleria di immagini di seguito proposta.