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Premio Alinovi-Daolio a Devis Venturelli

Il 21 novembre 2019 nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna si è tenuta la cermonia di premiazione di Devis Venturelli, scelto per la settima edizione del Premio Alinovi-Daolio.

Nato nel 1986 in memoria della critica d’arte, curatrice e ricercatrice universitaria Francesca Alinovi, dal 2013 il premio ha visto affiancato il suo nome a quello dello scomparso critico d’arte Roberto Daolio. Dopo un cambio di rotta degli ultimi anni, che aveva premiato nomi ormai celebri dell’arte italiana, tra cui Maurizio Cattelan e Nanni Balestrini, da un paio di edizioni il premio è tornato a rispettare la sua matrice originaria, lo spirito per il quale era nato, portando alla luce artisti ancora emergenti nel panorama italiano. Durante la cerimonia di premiazione l’artista ha dialogato con due dei membri della giuria, Renato Barilli e Claudio Marra.

Nato nel 1974 a Faenza, Devis Venturelli è artista e architetto e vive e lavora a Milano. Il video è la componente fondamentale del suo lavoro, ogni suo progetto è pensato per essere filmato, come spiega l’artista stesso. Molti dei sui lavori vedono la presenza dell’ elemento performativo, della dimensione umana, che sia direttamente presente o che sia la fonte di un’azione. È il corpo che agisce la chiave di molte sue opere.

Una presenza frequente sono una sorta di drappi che si muovono nello spazio come mossi da un forte vento, che, come ha sostenuto Renato Barilli durante la cerimonia, possono essere visti come una sorta di riscatto del morbido contro il dominio nell’arte di oggi della rigidità, del duro.

Sullo sfondo delle azioni performative compaiono spesso paesaggi urbani, dimensioni periferiche. Data la sua formazione di architetto, la scelta dello spazio ha una grande importanza; su di esso si condensa la necessità di intervenire, di portare all’attenzione, a cui si aggiunge la componente filmica: i tagli, i montaggi, la composizione, la scelta di determinate angolazioni. Ciò che interessa all’artista nella scelta dei luoghi è instaurare una dimensione empatica con essi, scoprire il loro potenziale, che può eventualmente portare in seguito anche a un riscatto di tipo sociale.

Al termine della cerimonia, Devis Venturelli è stato omaggiato di un’opera realizzata dal duo artistico TO/LET, vincitrici della passata edizione. Un passaggio di testimone che Venturelli dovrà ripetere donando una sua opera al futuro vincitore del premio.

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