Stefano Arienti, Tappeto. Maurizio Mercuri, Toc toc. Ph.Tristana Chinni

Palazzo Vizzani: Filigrana

Dopo la mostra Alchemilla e la costituzione dell’associazione culturale omonima che, sotto la Direzione creativa affidata a Camilla Sanguinetti, si propone di promuovere la ricerca in ambito artistico coinvolgendo artisti, curatori e designer, Fulvio Chimento torna negli spazi incantati di Palazzo Vizzani con un nuovo progetto creato in occasione di Art City 2020, che merita una visita. Filigrana è il titolo scelto dal curatore della mostra mutuato dall’omonima tecnica di impressione visibile su carta solo in trasparenza o in controluce, che – come si evince dal testo di accompagnamento all’esposizione – “rimanda alla preziosità e alla sapienza del processo di elaborazione artistica, ma costituisce simbolicamente anche l’anima dell’opera d’arte che può manifestarsi o rimanere quieta, in attesa di un atto critico in grado di ridestarla”. Tre gli artisti chiamati ad animare gli scenografici ambienti del palazzo, accomunati da una evidente raffinatezza tecnica: Stefano Arienti la sviluppa attraverso la carta, Maurizio Mercuri attraverso le componenti tecnologiche, meccaniche ed elettriche ed utilizzando in maniera inedita oggetti consueti, Pierpaolo Campanini nella superficie pittorica. Ad onor del vero nel progetto, è stato coinvolto anche un quarto componente, Luca Bertolo con un olio su tela per il quale Pierpaolo ha creato una cornice di salice, midollini e legno con un richiamo all’Oriente e al sacro. La presenza dell’elemento naturale è un altro particolare che ricorre in tutti e tre gli artisti a livello tematico e biografico: Arienti è un Agronomo, Mercuri un appassionato di passeggiate, Campanini ha un giardino a cui si dedica con dedizione. I lavori scelti, quasi tutti inediti, risultano installati alla perfezione nelle sale di questo storico edificio in cui sono presenti stucchi, palladiane, camini, carta da parati, affreschi, specchi, con cui interagiscono e si completano in un percorso dalle fortunate intuizioni. Ne risulta una esposizione poetica dove oggetti “umili” acquisiscono un potere fortemente evocativo (impossibile non citare due lavori di Mercuri come Stella di Polvere e Ghirlanda di macerie), materiali quotidiani disorientano il visitatore emulando come camaleonti tecniche più alte (si pensi alla fotografia il cui soggetto è una Cicles masticata – sempre del concettuale Mercuri – che però sembrerebbe essere una scultura di marmo, o ai manifesti pubblicitari di Arienti che, stropicciati ad arte, sortiscono un risultato quasi scultoreo e di straordinaria eleganza, o alle opere sempre di Arienti, i cui soggetti stampati su un materiale insolito quale la microciniglia -abitualmente utilizzata per i tappeti da bagno- divertono e spiazzano). Piccole opere impongono la loro presenza catturando inaspettatamente l’attenzione del visitatore con ironia e meraviglia: come non menzionare Loplop presenta la primavera, la lampada ad incandescenza di Mercuri che sbuca da un radiatore, o Toc toc il pedale per grancassa – sempre di Mercuri – installato sotto alla stampa di Arienti, o ancora il Naso in resina sospeso al centro del grande salone di Mercuri che vaga alla ricerca del Nord grazie ad un magnete e che quando lo trova si ferma, oppure Ho perso tempo, un filo elettrico senza corrente che germoglia su di una radice senza terreno come una gemma che sboccia inaspettatamente proprio lì dove nessuno se lo aspetterebbe. Ed è la meraviglia ad accompagnare il sentimento di questa visita, dove il procedere ricco di sorprese inattese si vorrebbe proseguisse in altre stanza nascoste, di cui il palazzo è peraltro ampiamente provvisto.

Filigrana
Artisti: Stefano Arienti, Pierpaolo Campanini, Maurizio Mercuri
A cura di Fulvio Chimento
Palazzo Vizzani, via Santo Stefano 43- Bologna
Durata: 24 gennaio – 7 marzo 2020