Exhibition view, On Fire, Fondazione Cini, 2022. Photo Antonello Tofani. © Tornabuoni Art_19

On Fire – Creare con il fuoco

Creare con il fuoco: un ossimoro su cui si basa tutta l’operazione espositiva denominata “On Fire” prima mostra interamente dedicata all’uso della fiamma come mezzo di creazione artistica.

La mostra On Fire alla Fondazione Cini di Venezia

L’esposizione, allestita sull’Isola di San Giorgio a Venezia, a cura di Bruno Corà ed è promossa dalla Fondazione Giorgio Cini e dalla Tornabuoni Art, raccoglie una selezione accurata delle opere più iconiche realizzate mediante il fuoco o che includono la presenza della fiamma stessa. Il percorso espositivo è strutturato attraverso sei sezioni che permettono di scoprire, per la prima volta l’uno accanto all’altro, Yves Klein, Alberto Burri, Arman, Jannis Kounellis, Pier Paolo Calzolari e Claudio Parmiggiani alle prese con un materiale che non ha peso, consistenza e volume. 

Oltre alle 26 opere, raccolte attraverso la collaborazione delle fondazioni degli artisti e prestiti provenienti da importanti collezioni internazionali, il progetto espositivo si compone di una serie di video che documentano le diverse modalità d’impiego del fuoco utilizzate da ogni maestro. Di grande fascino i cortometraggi di Klein e Arman che accompagnano lo spettatore alla scoperta di una ricerca artistica ai più sconosciuta. 

Il fuoco diventa in  Klein, Burri e Arman uno strumento di combustione dei materiali, effetto scenico e spettacolare in Kounellis e Calzolari, mentre “traccia pittorica”, attraverso il fumo della combustione, in  Parmiggiani.

Yves Klein at work, Centre d’Essai du Gaz de France, Saint-Denis, France, 1961. © Centre Pompidou

Per Yves Klein il fuoco rappresenta il futuro che non dimentica però mai il passato. È la memoria della natura. Dolcezza e tortura. È il focolare e l’apocalisse. È benessere e rispetto. È un dio tutelare e terribile, buono e cattivo».

Quello di Alberto Burri con il fuoco è, invece, un rapporto che nasce, e riunisce, l’ispirazione creativa e la formazione scientifica. 

Arman dà fuoco a mobili eleganti e a strumenti musicali fino ad essere totalmente consumati. L’usura delle fiamme crea composizioni scomposte che ricordano il Cubismo di Braque e di Picasso nella divisione degli oggetti in più piani. 

Pier Paolo Calzolari lavora fin dall’inizio con materiali in costante conversazione tra loro, umili e provenienti dai contesti semi-industriali urbani o elementi naturali. Tra questi ci sono il fuoco, il legno, ma anche rottami, oggetti quotidiani e tubi al neon. Le sue opere sono opere d’incontro in tutti i sensi, tra lo spettatore e l’oggetto che vive nel quotidiano dove la fiamma assume un valore simbolico. 

Kounellis si allontana dalla pittura negli anni attorno al 1965 e a partire dal 1967, l’anno della cosiddetta Margherita di fuoco, il fenomeno della combustione comincia ad apparire frequentemente nell’opera dell’artista, diventando negli anni una presenza costante.

Scegliendo di occupare nel 1970 la Galleria di Modena, Claudio Parmiggiani scopre sui muri la traccia della polvere accumulata al termine degli anni. L’artista decide quindi di fare un fuoco con dei pneumatici e delle coperte. Il fumo chiaro e grigio depositandosi sugli oggetti e sui piani su cui questi sono poggiati lascia una traccia, una  memoria. L’ombra diventa così una forma plastica, un modello di polvere che fissa dal suo interno l’oscillazione del tempo. 

La mostra, ad ingresso libero, potrà essere visitate fino al 24 luglio 2022.