Nel cuore dell’Accademia di Spagna a Roma, Studio Visit si conferma come una piattaforma viva e dinamica di incontro tra arte e vita, tra lo spazio intimo dello studio e il racconto condiviso dell’esperienza creativa. Quattro nuovi appuntamenti con artisti in residenza tracciano una mappa emozionale e concettuale dei loro percorsi, attraversando i territori della memoria, dell’identità, della trasformazione e dell’immaginazione. Ogni visita si è rivelata un varco temporale: un momento sospeso in cui l’opera in fieri si fa racconto, processo, visione.




Adrián Salvador Candela
Designer ed artista, Adrián Salvador Candela si distingue per un approccio radicale alla materia, in particolare al cuoio, che esplora con rigore sperimentale e rispetto profondo per la tradizione. In un’epoca dominata dalla virtualità e dalla produzione automatizzata, Candela risponde con la manualità e il dialogo diretto con il materiale, rovesciando l’assunto modernista secondo cui “la forma segue la funzione”. Nelle sue mani, è la funzione ad emergere dalla forma, in un processo che mette al centro il gesto, il tempo, la conoscenza artigianale. Il cuoio diventa così un archivio vivente: attraverso le sue pieghe e la sua memoria fisica, racconta storie, conserva impronte, si fa oggetto funzionale ma anche contenitore di significato. La ricerca di Candela supera la superficie per indagare l’essenziale, in linea con il pensiero di Adolf Loos sull’ornamento come delitto, ma senza rinunciare alla bellezza – intesa come rivelazione, non decorazione. Il legame tra Italia e Spagna attraversa la sua pratica, alimentata da esperienze nelle botteghe toscane e marchigiane, e oggi orientata verso nuove esplorazioni a Firenze e Milano. La sua visione si nutre di un costante scambio tra tradizione e innovazione, tra gesto antico e sperimentazione tecnologica.
Candela si è formato in Fashion Design and Textiles presso la Central Saint Martins e in Industrial Design all’Università CEU-Cardenal Herrera, completando poi due master – uno in design della pelle, grazie a una borsa della Fundación Loewe, e uno in gestione culturale alla UOC. Dopo esperienze con brand come Adolfo Domínguez e J. Mendel, nel 2011 fonda il proprio marchio dedicato allo slow fashion e alla sostenibilità, che evolve nel progetto ESTUDIO SAVAGE, dedicato alla promozione dell’artigianato contemporaneo. Dal 2016 alterna la creazione alla didattica e dal 2018 dirige il Master in Contemporary Craftsmanship presso Barreira Arte + Diseño. Collabora inoltre con Architectural Digest Spain dal 2019.


Massimiliano Casu – Mala Carmina
Massimiliano Casu, artista, ricercatore e produttore culturale sardo residente a Madrid dal 2006, porta avanti una pratica artistica che affonda le sue radici nella critica sociale, nel rito e nell’azione collettiva. Il suo lavoro, ibrido e fluido, si muove tra teatro documentario, arte sonora, musica elettronica e performance, superando i confini disciplinari per interrogare la realtà e aprire spazi di possibilità. Il progetto Mala Carmina nasce nel cuore del quartiere romano di Corviale, simbolo urbano complesso, noto per il monumentale “Serpentone”. Qui, Casu attiva un’indagine sonora sulle pratiche magiche popolari del Mediterraneo, trasformando il canto in uno strumento di resistenza e trasformazione. In collaborazione con il collettivo Ati Suffix e all’interno del Laboratorio di Città Corviale, Mala Carmina diventa un dispositivo rituale e poetico capace di ricostruire comunità attraverso la voce. I riferimenti all’antropologia di Ernesto De Martino e al teatro dell’oppresso si intrecciano a metodologie derivate dalla sociologia, dagli sound studies e dalla performance partecipativa. Il paesaggio sonoro di Corviale – tra trap, canti domestici, karaoke, cori parrocchiali – si trasforma così in una partitura sociale, in una geografia emozionale che riflette le tensioni e le speranze del contemporaneo.
Architetto e comunicatore di formazione, Casu ha sviluppato la propria pratica artistica tra Italia e Spagna, collaborando con istituzioni culturali europee e latinoamericane. È attivo in ambito accademico con il gruppo di ricerca Hypermedia dell’ETSAM (Scuola Tecnica Superiore di Architettura di Madrid) e con il progetto di Sociologia Ordinaria dell’Università Complutense. Mala Carmina, attualmente in fase di raccolta e ricerca, si trasformerà in un’opera performativa, corale e politica, capace di rimettere in discussione il disincanto della città contemporanea.



Vicente Funes – La Biblioteca Cinetica
Nel suo studio, Vicente Funes apre una riflessione urgente e originale sul futuro delle biblioteche nell’era digitale. Il progetto La Biblioteca Cinetica intreccia saggio culturale, fumetto e sperimentazione editoriale per interrogare uno dei luoghi simbolici della cultura occidentale. Partendo da un medium marginale e spesso sottovalutato come il fumetto, Funes costruisce una narrazione che attraversa tre momenti chiave: l’uso propagandistico del fumetto nei regimi fascista e franchista degli anni ’30 (tra cui Flechas y Pelayos in Spagna e il legame Mussolini–Disney in Italia), il riconoscimento critico e accademico negli anni ’60 con figure come Umberto Eco e Luis Gasca, fino all’attuale consacrazione della graphic novel come forma di letteratura matura.
Il progetto prende forma in una fanzine collettiva che coinvolge autori italiani e spagnoli – tra i quali Valerio Bindi, Fumettibrutti, Michele Peroncini, Giulia Sagramola e Daniel Cuello – dove illustrazioni, testi critici e racconti disegnati dialogano su un interrogativo centrale: che senso ha oggi una biblioteca pubblica? E può il fumetto guidarne l’evoluzione?
Con una lunga esperienza alla Comicteca di Murcia, Funes ha ridefinito il fumetto come strumento di contaminazione tra saperi e come linguaggio capace di trasformare la biblioteca in un organismo vivo, una cineteca della carta che promuove l’immaginazione collettiva. La sua metodologia, esportata anche in America Latina, propone una nuova idea di biblioteca: non più deposito statico di libri, ma spazio dinamico di produzione culturale e partecipazione.




Regina Rivas – El lugar del encuentro
Regina Rivas Tornés è conservatrice e restauratrice specializzata in arte contemporanea e nuovi media. Dal 2019 lavora al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, dove si occupa della conservazione della collezione di Cinema, Video e Media Audiovisivi. Laureata in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali all’Università di Granada, ha conseguito un master nella stessa disciplina presso la Universitat Politècnica de València. Ha partecipato a numerosi congressi internazionali ed è coautrice del libro Folklore digital y política en España.
Il progetto che propone per la RAER esplora un aspetto spesso trascurato della pratica cinematografica: le macchine che rendono possibile l’immagine, più che l’immagine stessa. Il suo lavoro si concentra sulla conservazione, la documentazione e la valorizzazione degli apparati tecnici – come proiettori da 16 mm e 35 mm – non come oggetti del passato, ma come dispositivi attivi nella riflessione estetica e politica contemporanea. Questi strumenti, apparentemente obsoleti, continuano a essere utilizzati da numerosi artisti per interrogare il nostro rapporto con le immagini, il tempo e la memoria. La ricerca di Rivas si inserisce in una più ampia riflessione sulla tecnosfera – quell’insieme di apparati, materiali e infrastrutture che mediano la nostra esperienza del mondo visivo – e trova nell’Italia un terreno fertile, grazie alla sua tradizione cinematografica e alla presenza di istituzioni d’eccellenza, come il Museo Nazionale del Cinema di Torino, il Centro Sperimentale di Cinematografia o la Cineteca di Bologna.
Punto di partenza del progetto è il lavoro del Dipartimento di Conservazione e Restauro del Museo Reina Sofía, nel quale l’artista lavora, e che coinvolge anche figure centrali come Rosa Barba e Yervant Gianikian. L’atelier si trasforma così in un laboratorio tecnico e concettuale, dove il gesto artistico si intreccia con quello archivistico, restituendo dignità e voce alle macchine che continuano a produrre visione.
Studio visit a cura di Raffaele Quattrone
Foto di Davide Melfi
In collaborazione con
Benevierre
Christopher DiCas Haute Parfumerie
Ehiweb
Jamas
Lalerobe
Levee uomo
Nostas Watches
Pasot
Roberta Redaelli
Scatto Italiano
Tombolini