Eva Jospin: rendering del progetto "Microclima" per il flagship store Max Mara di Milano, 2019-2020 © Eva Jospin

Milano: lo store di Max Mara si arricchisce dell’opera di Eva Jospin

Un opera d’arte permanente e site specific arricchirà prossimamente lo store milanese di Max Mara.

L’artista francese Eva Jospin (Parigi, 1975) è la vincintrice del concorso indetto nel 2019 da Max Mara per la realizzazione di progetto un’opera d’arte site specific permanente da realizzarsi nel 2022 presso il flagship store di Milano di Corso Vittorio Emanuele.

Fine ultimo del progetto, da cui ha preso avvio il concorso due anni fa, è valorizzare e porre in relazione lo spazio interno del più grande negozio Max Mara al mondo e lo spazio aperto di Piazza del Liberty, punto nevralgico nel centro di Milano sul quale affaccia la terrazza che ospiterà l’installazione artistica, offrendo alle clienti, alla città e a tutte le persone che vi transitano, un affascinante incontro con l’arte.

La suggestione, che sarà condivisa con gli artisti invitati a partecipare a questo ambizioso contest organizzato in collaborazione con la Collezione Maramotti, è quella di un’opera che, pur concepita per essere duratura, presentasse delle caratteristiche legate all’idea di impermanenza e che, inserita in un contesto metropolitano contemporaneo, stimolasse una riflessione su una diversa percezione – naturale, fisica, poetica – dello spazio.

Microclima” è il titolo dell’ambiziosa opera di Eva Jospin. Un lavoro di grande impatto consistente in una serra in vetro e metallo: un’architettura che racchiuderà un mondo intimo e allo stesso tempo in relazione con l’esterno. Ispirato ai giardini d’inverno di fine Ottocento – periodo in cui si affermava lo stile Liberty che dà il nome alla piazza – questo padiglione ospiterà la messa in scena di un paesaggio in carta e cartone, un rilievo raffigurante elementi vegetali esotici, enigmatiche rocce verticali e un sostrato minerale. Forme organiche che evocheranno la natura piuttosto che ospitarne un campione, come abitualmente accade nelle serre: non ci saranno, infatti, vere piante, bensì sculture fatte di cellulosa ovvero la materia che da esse deriva. L’installazione sarà inoltre arricchita da una dimensione olfattiva sviluppata specificamente dall’artista in collaborazione con un profumiere, per restituire la sensazione immersiva di una serra tropicale.