Fabio Giorgi Alberti, Senza Meno Due, a cura di Marktstudio

MERCE, nuovo format di Marktstudio presenta ‘Senza Meno Due’ di Fabio Giorgi Alberti

Fino al 18 Aprile Marktstudio ‘mette in vetrina’ la personale di Fabio Giorgi Alberti secondo il modus operandi del format MERCE, allestimento non convenzionale alla Manifattura delle Arti di Bologna, quartiere che guarda al contemporaneo sperimentando secondo progettazioni inusuali.

Nel 2020, in concomitanza con la settimana di ArteFiera ed ArtCity è nato Marktstudio progetto dell’artista Giuseppe De Mattia, in collaborazione con Enrico Camprini, Federica Fiumelli, Eleonora Ondolati e Carlo Favero, all’interno dei locali de Il Perimetro dell’Arte, laboratorio e negozio di cornici situato nell’area della città denominata Manifattura delle Arti a Bologna, a pochi passi dal Museo MAMbo.

Marktstudio rimanda al concetto di arte in vetrina, già apparso a Bologna diversi anni fa e che, ora, pare tornare prepotentemente a rispondere ad esigenze del tutto inaspettate ma capaci di far fronte alla necessità  dialogante dell’arte tra dimensioni spaziali accessibili o no. Ecco, pertanto, che la vetrina, ciò che si riesce ad intravvedere dalla strada, traduce l’approccio immaginifico e metaforico affidato per status all’opera d’arte, stabilendo, però, una nuova perimetrazione concettuale,  perché ciò che Marktstudio attua è una commistione piuttosto lontana dalla tradizione italiana, dove ad ogni spazio preposto corrisponde una funzione. Qui, invece, la geometria variabile promuove un criterio che rimodula il gradiente percettivo di avvicinamento, di interazione e di lettura dello spazio dedicato all’arte – o da essa definito

In tal caso non è spettacolarizzazione ma una modalità che il collettivo artistico e curatoriale ha delineato secondo il concetto di MERCE: “allestimento della parete sinistra e della vetrina del negozio / laboratorio di cornici […]Da questo momento in poi, tutte le mostre di Marktstudio saranno visibili sia entrando nella bottega che dall’esterno, attraverso la vetrina, dalle prime luci del mattino.”  Al levarsi del giorno e della saracinesca l’arte si interpone nello spazio del passaggio\paesaggio quotidiano, tra negozi di prima necessità e attività chiuse a causa delle normative.

Oltre e Attraverso è quello che ognuno di noi percepisce scoprendo lo spazio metropolitano così come mai sinora immaginato, dove accanto all’evocazione onirica inizia a farsi strada una timorosa suggestione. È in tale labile ma pericoloso solco che l’arte apporta uno spiraglio e Senza Meno Due di Fabio Giorgi Alberti dialoga con l’altro da sé e tradursi in ‘merce intellettuale e urbana’.

Senza Meno Due, nella visione di Saverio Verini, si presenta così, già nel testo critico che accompagna la mostra: “Mi piace guardare alle opere recenti di Fabio Giorgi Alberti” afferma Verini,  “con lo stesso stupore che si prova di fronte alla visione di qualcosa di raro e insieme strampalato. Sono opere-illusione; ma più che a un effetto magico, fanno pensare a un esperimento bislacco, un incantesimo interrotto a metà, un sortilegio dagli esiti inattesi”  per poi far notare quanto lo sguardo dell’artista fosse già un passo avanti “In realtà, Fabio Giorgi Alberti ha ampiamente previsto gli esiti di questo processo, con la lucidità di un alchimista fuori controllo. L’artista ha operato una modificazione genetica a una serie di oggetti, rendendoli di fatto quasi inservibili: due bicchieri di plastica si fondono in un abbraccio siamese; una scala sembra sdoppiarsi, generando un’estensione incongruente; un cavo presenta entrambe le estremità con lo stesso attacco; due bottiglie di birra si uniscono in un amalgama assurdo e ubriaco” una modificazione che ha derivazione esistenziale e autobiografica dell’artista come suggerisce ancora il testo critico “Ho l’impressione che con questa serie di opere, l’artista abbia voluto anche fare i conti con la propria allestitore di mostre: un passato non troppo remoto che affiora nella scala così tante volte utilizzata per montare, nel cavo da cui prendere corrente per trapani e avvitatori, nel bicchiere di plastica in cui versareil contenuto di una bottiglia di birra, magari a fine giornata… Non mi sembra casuale, inoltre, la presenza di piccoli pezzi di nastro adesivo colorato attaccati alla scala, residui cromatici di materiali impiegati negli allestimenti espositivi. In quel rosso e in quel blu – colori primari – Giorgi Alberti vede delle tracce estetiche evidenti, così come nei colori squillanti e sfacciatamente industriali del cavo.”

In tale missaggio, Verini lascia intravvedere alcuni dei rimandi cui Fabio Giorgi Alberti è ricorso, come il tema ancestrale del doppio e lo straniante senso perturbante che esso reca con sé e che affonda le radici culturali tanto nella letteratura quanto nella formalizzazione artistica, si avvicina – ma dalla giusta distanza di sicurezza – alle teorie psicologiche in cui l’equivocabile senso d’ambiguità è celato ma pronto a svelarsi, nel riflesso della vetrina o nelle ombre e nelle luci che la parete proietta, in una sorta di de_formazione che nella ripetizione aggregante smuove acque profonde legate ai sensi e alla memoria.

Ed è dai sensi che si muove persino la volontà di mostrare l’errore, l’indefinito o indefinibile, non per volontà d’attirare l’attenzione, ma per necessità di interrogare la materia, l’oggetto e la sua capacità di rispondere a sollecitazioni che si allontanino volontariamente dal desiderio di artifizio armonico, come ancora sottolinea Saverio Verini, Senza Meno Due “non punta a una qualche forma di armonia: al contrario, le opere esibiscono difetti, incongruenze, défaillance.”

Tutto accade per materializzazione di ciò che, solitamente, si copre, si nasconde. Qui avviene l’esatto opposto: la vetrina mostra l’incongruenza, lo stravolgimento del codex perfezionista, portando i lavori ad interpretare il ruolo attoriale dell’assurdo. Allegoricamente, si potrà ‘rompere il vetro in caso di necessità’ per desiderio di incidente intellettivo generante nuovo caos causale.

Fabio Giorgi Alberti
Senza Meno Due
Bologna, Marktstudio c\o Il Perimetro dell’Arte
Via Don Giovanni Minzoni, 7/A, 40122 Bologna
08 marzo – 18
aprile 2021

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.