MC2.8 ovvero Maria Chiara Maffi e Chiara Giancamilli, due giovani fotografe che nel 2018 decidono di unirsi per creare insieme. Una scelta che oggi, in tempi di smarrimento e distanziamento, si rivela vitale e, al contempo rigenerativa, in termini di ricerca progettuale personale e artistica. Le due autrici intraprendono un percorso di crescita comune che, nei di due anni di unione creativa, vede il rafforzamento di una volontà operativa decisa a denunciare, attraverso un progetto di ricerca sull’ecosistema, uno stato generale di fragilità, non solo ambientale ma umana. Facendo insieme nasce Opera Nostra, l’analisi visiva di una urgenza planetaria legata al tema dell’inquinamento delle acque, un invito al cambiamento di uno status quo non più sostenibile, all’attenzione e cura consapevole di sé stessi e della terra che ci ospita. Opera Nostra, lavoro attraverso il quale il duo esprime, anche nell’accezione duplice del titolo, quel senso di mancata responsabilità e presa di coscienza di una situazione inquinante anche in termini antropologici. Siamo vittime e carnefici di un danno ecosistemico. Il progetto, per tematica e sensibilità, è pubblicato da UNRIC Italia nel programma Creatività per l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ed è vincitore del Premio Giovane talento 2020 di Italy Photo Award.
Per cambiare qualcosa, bisogna ‘fare’ qualcosa. Chiunque può contribuire a un cambiamento, con i propri mezzi. Noi abbiamo realizzato un progetto fotografico. MC2.8
Amalia Di Lanno Prima di entrare in Opera Nostra, è interessante conoscere la singolarità delle autrici, Chiara Giancamilli e Maria Chiara Maffi. Raccontateci il vostro sentire e come siete poi arrivate a ritrovarvi umanamente nell’arte di creare insieme? In un periodo di lockdown, non solo fisico ma emotivo, è possibile trovare la forza nell’unione, e quanto questa volontà di creare unitamente è stata determinante per la vostra crescita?
MC2.8 Nel novembre del 2018 abbiamo entrambe conseguito un Master all’Istituto RM Moda e Design a Milano, diretto da Denis Curti. Durante questo stimolante percorso oltre a perseguire il nostro iter personale, abbiamo iniziato a sviluppare progetti e ricerche in duo. Abbiamo colto, sin da subito, la bellezza di coltivare un’affinità mentale importante. Il periodo del lockdown è stato un periodo di disorientamento, di mancanze che hanno accorciato distanze e messaggi al posto di abbracci. Questo momento ha fatto scaturire una fortissima voglia di raccontare la nuova quotidianità: piccoli tasselli di emozioni, nuove abitudini, regole ed il grande lusso di avere finalmente tempo.Barca a vela è il titolo che abbiamo scelto per il nostro racconto fotografico. Abbiamo fortemente voluto creare un ponte tra la nostra emotività e quella altrui, creando quella linea di contatto che è venuta a mancare.

Amalia Di Lanno Opera Nostra è il titolo del progetto che avete realizzato in seno a una serie di riflessioni sviluppate poi in immagini che comunicano una urgenza ecosistemica rispetto alla quale siamo chiamati ad agire con responsabilità, in una visione umana sostenibile. Iniziamo proprio dalla scelta del titolo che, nell’unione di due parole significative, intende focalizzare l’attenzione sociale sulla consapevolezza di vivere e interagire con l’ambiente, cosa è Opera Nostra?
MC2.8 Opera Nostra è una ricerca fotografica che ha visto il suo primo scatto nel 2019, a seguito di un necessario interrogativo: Quanta plastica viene consumata all’interno della nostra abitazione? L’eccessiva produzione di plastica nelle nostre vite è ormai divenuta retorica; la maggior parte degli oggetti con cui ci relazioniamo è realizzata con il medesimo materiale. Abbiamo raccontato questa grande problematica partendo dall’interno, dal nostro nido, da casa nostra. Una scelta volta a creare empatia con lo spettatore ma soprattutto per far leva sulla responsabilità che ogni essere umano ha. All’interno di Opera Nostravi sono più percorsi: uno visivo, uno di consapevolezza e uno di azione. Il nostro primo passo verso il cambiamento.
Amalia Di Lanno Il progetto è un’indagine sull’utilizzo e consumo, inconsapevole, della plastica che, in seguito anche al rispetto delle nuove norme di sicurezza legate alla pandemia, è aumentato in maniera esponenziale. In un’ottica di uso e, se vogliamo di ‘essere usati’, quanto risulta determinante la nostra azione; è questa una prova di sostenibilità alla quale siamo chiamati a rispondere, e in quale modo?
MC2.8 Crediamo che questo tema diventi ogni giorno più fondamentale e la pandemia ce l’ha ricordato ancora di più. Siamo a un punto, nella storia del nostro pianeta, in cui non si può più far finta di niente. È necessario iniziare ad agire; ed il nostro messaggio ricorda anche che si può partire dalle piccole cose. Dalla consapevolezza passare all’azione, appunto.
Amalia Di Lanno Ritornando al titolo del progetto, quale potrebbe essere a vostro avviso un possibile percorso verso una umanità sostenibile, una visione eco-empatica che possa comprendere e supportare il senso della Opera Nostra?
MC2.8 Opera Nostra è il nostro monito verso l’ambiente e noi stessi, è altresì un collegamento diretto all’atto artistico che volge l’attenzione a una una rigorosa e minimale estetica. Un primo percorso possibile è non considerare il problema dell’inquinamento ambientale una questione “lontana” dal nostro nucleo abitativo e sensibilizzare il più possibile noi stessi e il prossimo.
Un progetto, quello di MC2.8, teso alla sensibilizzazione, non solo verso l’ambiente ma verso la ‘nostra opera’ più intima. Una poesia visiva che intende toccare il problema ecosistemico analizzando la profondità con delicatezza, pulizia ed essenzialità fotografica, trasportare l’animo negli abissi di una urgenza umana rispetto alla quale bisogna agire e lottare insieme. Dunque, è Opera Nostra la forza di creare insieme il cambiamento partendo dalle piccole cose, che quotidianamente naufragano come gocce in un oceano di indifferenza. Un piccolo pesce rosso che boccheggia silenzioso e ci guarda attonito diviene il simbolo di una lotta che tutti dobbiamo intraprendere per salvare il pianeta. Tutto può nascere da piccoli gesti che uniti divengono unica grande forza.
E allora, riconnettiamoci alla natura, ripartiamo dall’acqua, la nostra rinascita… in una piccola Barca a vela (come il titolo del progetto realizzato da MC2.8 tra le mura domestiche durante il lockdown) verso un nuovo orizzonte per cambiare e creare insieme.
MC2.8, Opera Nostra, rappresentazione dell’inquinamento da plastica sui ghiacciai, 2020 MC2.8, Opera Nostra, L’essere umano è vittima e carnefice dei rifiuti che produce, 2020 MC2.8, Opera Nostra, rappresentazione dell’inquinamento da plastica nel mare, 2020
MC2.8 – Maria Chiara Maffi e Chiara Giancamilli