Con Storie incompiute Marina Paris trasforma la galleria Gilda Lavia in un ambiente metaforico, che dà la possibilità di percorrere l’irreale, nella sua complessa unità. La condizione di non finito è annidata negli scatti delle architetture non realizzate di Luigi Moretti (1907-1973), tessuto simbolico della mostra. Ciò che non ha avuto concreta soluzione consente di immaginare una diversa realtà o molte altre. I principi di ispirazione che conducono il progetto espositivo sono due: il primo è annidato proprio nei lavori di Luigi Moretti che dalla carta sono transitati nelle maquette progettuali, riprese fotograficamente da Marina Paris all’Archivio Centrale dello Stato dell’EUR a Roma; il secondo è dato da uno spunto emerso dalla lettura di Il monte Analogo, romanzo di René Daumal rimasto incompiuto per la morte improvvisa dell’autore, e pubblicato postumo nel 1952.
L’irraggiungibile che caratterizza il libro dell’autore francese, e l’immaginabile della progettualità non realizzata dell’architetto italiano, sono i temi nodali rafforzati dal suono che si diffonde ininterrotto negli ambienti della galleria, come l’oscurità e la luminosità. La traccia audio elaborata dall’artista, – in collaborazione con DJ.Flavia Lazzarini e Leonardo Pietrucci – rimanda l’onda sonora di Marte (pianeta noto per il suo stato silenzioso, per la presenza nell’atmosfera dell’anidride carbonica) ed è pienamente parte del contesto straniante della mostra: esaltatrice della resa metafisica dell’installazione.
Il nero avvolge le pareti e il pavimento, il pesante tendaggio posto sull’ingresso della galleria presuppone il passaggio a un principio di stazionamento in uno spazio dalla condizione sospesa verso l’irrealtà. La struttura fisica del luogo non si percepisce nella sua abituale spazialità, ma si vive soltanto nel valore atemporale e adimensiomale di un non luogo. La condizione irreale è cristallizzata nelle foto che Marina Paris ha fatto delle maquette dei lavori di Luigi Moretti, di quei progetti incompiuti, mai realizzati, delle architetture caratterizzate da netti chiaroscuri, delicate luci e intense e taglienti ombre.
Il rapporto visivo con questa nuova dimensione simbolica inizia dalla grande foto del progetto di ampliamento (non realizzato) della nuova sede dell’Accademia Nazionale di Roma,che giganteggia a parete nella semi oscurità. È l’elemento nodale ed equilibrante della mostra, da cui l’osservazione si apre gradualmente sulle altre immagini macro e micro che, come satelliti di un pianeta, vanno a comporre un universo complesso.
La plasticità dei lavori di Moretti è evidenziata dal rapporto con la luce, intesa come materia prima e radice del pensiero, considerata principio caratterizzante della spazialità degli opposti. Marina Paris esalta in modo accurato il potenziale simbolico delle strutture solide dei prototipi, grazie alla dialettica con le ombre. Il contrasto guida la visione, nella resa fotografica dei volumi esaltati dal bianco e nero e nell’orchestrazione espositiva. Si esprime nei fasci di luce che si soffermano sulle distinte immagini e sugli spazi sciolti dalla plasmabilità del buio; nel delicatamente chiaro e profondamente scuro, nel reale e nell’irreale.
Marina Paris
Storie incompiute
A cura di Valentina Ciarallo
Galleria Gilda Lavia – via dei Reti, 29/c Roma
Fino al 21 settembre 2024
Info: tel. 06 5803788 – info@gildalavia.com