Musica, MTV, cinema, tv, moda, politica, società e molto altro. Gli anni ’80 sono ricordati oggi come un’epoca di transizione tra il periodo post-bellico, quello del boom economico e della nascita dei movimenti sociali, e il mondo contemporaneo, segnato dalla globalizzazione e dal digitale.
Quello degli anni Ottanta è stato un decennio caratterizzato dalla brama di libertà, dal desiderio di emergere, dalla fuga dal quotidiano, ma anche dalla contemplazione della bellezza, dell’arte e del piacere. È tra sogno e realtà che nasce il progetto espositivo Icarus’ Dream di Angelo Accardi, a cura di Nino Florenzano, inaugurato mercoledì 4 settembre a Palazzo Donà dalle Rose di Venezia e visitabile fino a domenica 24 novembre. Ospite d’onore della serata d’inaugurazione è stato un altro noto artista e designer italiano. Si tratta di Gianpiero D’Alessandro, in arte Gianpiero, direttore creativo di Drew House, il marchio del cantante Justin Bieber, e collaboratore di marchi di moda internazionali come Dolce & Gabbana, Nike e Levi’s.
La mostra di Angelo Accardi è collocata all’interno di uno specifico percorso espositivo della Biennale di Venezia, ospitato dal Palazzo Donà dalle Rose. È la seconda partecipazione dell’artista campano alla manifestazione, dopo l’esordio nel 2011, grazie alla selezione dello storico d’arte Marco Vallora. In quell’occasione aveva presentato le opere della serie “Misplaced” in cui figure animali, come struzzi e rinoceronti, sono state inserite in ambienti urbani e domestici, dando la sensazione che qualcosa sia decisamente “fuori luogo”.
“Icarus’ Dream” è una mostra autobiografica. È un racconto di sogni infranti e sogni realizzati, che appartengono a un periodo molto caro all’artista nativo di Sapri, in provincia di Salerno. Il riferimento è al momento in cui la sua vita è stata segnata da un profondo cambiamento, soprattutto in seguito alla nascita del figlio. Tra edonismo e materialismo, fatti, cose e persone sono i protagonisti di quaranta opere che raccontano il superamento delle ideologie tradizionaliste e la nascita del Made in Italy come simbolo di creatività e innovazione. Venticinque le sculture, di cui quindici sono chiuse in gabbie dorate e lussuose che incarnano il sogno ancora irrealizzato. Opere pittoriche di grandi dimensioni conquistano l’occhio dello spettatore che si diverte nel riconoscere volti e immagini a lui familiari.
Una celebrazione, ma anche una critica, di personaggi che hanno fatto la storia della cultura popolare americana e italiana, da Michael Jackson, Steven Spielberg e Jessica Rabbit alla tv di Silvio Berlusconi e alla moda di Giorgio Armani e Gianni Versace. Senza dimenticare ciò che hanno rappresentato la Transavanguardia di Achille Bonito Oliva per il mondo dell’arte e le produzioni discografiche di Giorgio Moroder per l’universo musicale. Ma la mostra è anche un omaggio alle linee, alle forme, agli spessori e, soprattutto, ai colori, da quelli più sgargianti all’elegante essenzialità del bianco e nero.
Il sogno di Icaro è l’emblema della volontà di buttar giù la gabbia in cui si è rinchiusi, di tirar via le maschere che si è abituati a indossare nella società di oggi. Ma dall’altra parte rappresenta anche i rischi in cui si può incorrere a causa di un’eccessiva libertà: la perdita di autocontrollo e di senso del limite. “Icarus’ Dream” è una riflessione sull’anelito umano a volare il più alto possibile. Un desiderio che, seppur potente e ambizioso, può portare a una tragedia.
Angelo Accardi, con il suo stile inconfondibile, è il portavoce di un movimento che gioca tra realismo e surreale. Lo fa riportando nei suoi dipinti e nelle sue sculture elementi e personaggi contemporanei, legati a immagini oniriche e fantastiche. Accardi sfida le convenzioni della realtà attraverso un’estetica pop-surrealista, creando opere che sono al contempo visivamente intriganti e concettualmente provocatorie.