Il titolo scelto per l’esposizione annuncia già la volontà del curatore di rivolgersi agli aspetti legati non solo alla ricerca ottico-cinetica dell’artista padovano, ma anche alla partecipazione attiva del fruitore delle sue opere, che grazie ai meravigliosi spazi della galleria milanese possono essere apprezzate nella loro interezza.
Alberto Biasi (Padova, 1937) è uno dei massimi esponenti dell’arte italiana del Dopoguerra e protagonista assoluto dell’arte cinetica e programmata. Sin dai primi anni Sessanta, quando fonda a Padova lo storico Gruppo N, avvia la sua indagine sugli effetti ottici e sulla percezione visiva, realizzando opere immersive secondo un linguaggio unico e personale. Il pubblico delle mostre di Biasi non è un semplice contemplatore ma – come potremmo definirlo – un attore che, fruendo la sua arte “dinamica”, ne genera e rigenera le forme, attraverso i propri spostamenti nello spazio e i diversi punti di vista.
La mostra si articola attraverso un percorso che ospita una selezione di opere e installazioni che offrono un affondo sui principali cicli di produzione dell’artista. L’esposizione si sofferma inoltre su una delle esperienze più significative del Gruppo N che, con un intento ludico e provocatorio, organizza nel maggio 1961 la famosa Mostra del Pane che ospitava le “forme commestibili” del fantastico artista Giovanni Zorzon. Suggestivo sarà sicuramente immergersi negli Ambienti di Biasi, cogliendo un’occasione da non perdere se pensiamo che, l’ultima volta in cui la sequenza di tutti gli ambienti è stata presentata al pubblico, risale a cinque anni fa durante la mostra Alberto Biasi. Gli ambienti organizzata a Palazzo Pretorio di Cittadella (PD). Un’arte “totale”, che implica l’utilizzo dei cinque sensi, dove grande protagonista è la luce.
Luce che trapela dal cubo di lamiera forata della Proiezione di luce e ombra del 1961, luce che nel Light Prism del 1962 si scompone con un effetto spettacolare nei sette colori dell’arcobaleno. Se queste due opere installative sono mosse da componenti tecnologiche e si muovono indipendentemente dalla presenza dello spettatore, gli altri ambienti Eco (1974) e Io sono, tu sei, egli è (1973) prendono vita solo se interagiamo con essi.
Come una calamita per chi è all’interno della mostra, Eco attira lo spettatore e ne cattura l’ombra, fissandola su una parete fotosensibile che dopo poco tempo la disperde, preparandosi all’arrivo di un nuovo visitatore. Il tempo in cui la nostra ombra è ancora visibile coincide con il tempo dell’esistenza dell’opera stessa, che è destinata a nascere e a finire con noi.
L’altro ambiente, Io sono, tu sei, egli è, in realtà è un trittico costituito da più parti. In Io sono Alberto Biasi si presenta, Tu sei è concepito invece per coinvolgerci in un fenomeno visivo di ombre colorate che si moltiplicano nei colori complementari a quelli realmente proiettati, mentre Egli è ci permette di lasciare una traccia, rendendoci co-autori dell’opera.
Con questa mostra alla galleria M77 Alberto Salvadori ripercorre con coerenza la lunga e incessante ricerca artistica del maestro Biasi, le cui sperimentazioni continuano a sorprendere e a coinvolgere, con i loro effetti imprevedibili ed emozionali.
Alberto Biasi| La visibilità dell’invisibile
A cura di Alberto Salvadori
17 maggio – 19 settembre 2021
M77
Via Mecenate 77, Milano