Non è possibile qui approfondirne la genesi, per ora basti sapere che i proprietari di tali magioni erano “invitati” dal Doge ad offrire ospitalità alle personalità e alle loro delegazioni in transito per Genova in occasione delle visite di stato nell’Antica Repubblica. I ruoli dei palazzi ovvero i Rolli di Genova, erano gli elenchi costituiti su disposizione del Senato della Repubblica aristocratica rifondata dal principe e ammiraglio Andrea Doria. Di qui l’uso di compilare delle liste, i Rolli appunto, con i nomi degli ospiti e delle loro abitazioni. Chi apparteneva all’elenco dei Rolli godeva di grande considerazione e potere.
Palazzo della Meridiana appartiene a questa aristocrazia. Dal 2006 è tornato al suo primitivo splendore grazie alla titanica opera di restauro conservativo voluto da Maria e Davide Viziano. Non fu una decisone semplice, dati i vincoli a cui il palazzo era ed è tuttora sottoposto. Degno figlio del padre Attilio, ingegnere e amante dell’arte, capace estroverso, intelligente, affabile, curioso e lungimirante, deciso a riportarlo agli onori della gloria, Davide, nomen omen, non si perse d’animo e diede il via al cantiere. Durò anni. Si sapeva che era una scommessa, e che se pur impossibile, l’avrebbe sicuramente vinta.
Il palazzo, che si adagia sulla parete scoscesa al piede della collina di Castelletto, superbamente restaurato è ora un riferimento in Città e non solo.
Nato prima dei principeschi edifici che crearono via Nuova, l’entrata è sulla facciata laterale, Salita San Francesco, da cui si accede al patio, ma esiste un altro accesso dai giardini sovrastanti. All’interno le sale corrono lungo i lati del patio, a sinistra del quale fa bella mostra di sé l’ampio scalone che porta ai saloni affrescati del piano nobile.
A Davide Viziano il coraggio non è mai venuto meno nonostante i continui ostacoli, ed è alla sua tenacia che si deve il recupero degli affreschi, un tripudio di bellezza liberata finalmente dalla prigione in cui era stata relegata per decenni
Palazzo della Meridiana è un’altra perla che si è aggiunta al rutilante collier che adorna l’Italia. È ormai un lontano ricordo quello del palazzo nobile e fatiscente nel cuore della Genova aristocratica che l’allora assessorato alla cultura mi affidò per la mostra su Carlo Erba e in seguito durante le Colombiadi, per la mostra “Cristoforo Colombo oltre i confini della storia”. Non fu facile allestire la mostra proprio per le tante “magagne” come dicono a Genova, che il vetusto edificio si portava tristemente appresso. Il Comune non aveva i mezzi e le stupende sale con gli affreschi di Luca Cambiaso, dei Perolli e di Lazzaro Calvi si indovinavano a malapena sotto la caligine. Ora a Palazzo della Meridiana le iniziative, le mostre, i convegni, i pranzi e i matrimoni non si contano. Davide Viziano, a buon titolo Next Dominus e Artour-o d’Argento 2012, ha avuto il coraggio di cogliere il testimone che in passato era in mano a papi principi imperatori come all’aristocrazia mercantile o imperiale. Non possiamo che essergli grati tutti noi che possiamo ora godere di questo spazio che si è risvegliato “a godimento delle genti” come disse Maria Luisa de’ Medici salvando Firenze dalla spoliazione.


Cenni storici
La costruzione
Palazzo della Meridiana, più propriamente detto “Palazzo Grimaldi della Meridiana”, fu costruito da Gerolamo Grimaldi Oliva (1493-1557), banchiere genovese oltreché mercante con interessi in Portogallo e in Spagna (qui ebbe il monopolio della riscossione delle tasse a Granada e a Cordova). In questi Paesi trascorse la giovinezza, rientrando a Genova nel 1516. Fu abbellito dal figlio Battista.
All’epoca della sua costruzione (1541 – 1545) al Palazzo – come oggi – si accedeva da Salita S. Francesco.
In seguito fu aperta Strada Nuova con i suoi splendidi palazzi
Successivamente (1778 – 1786) venne aperta “Strada Nuovissima” (oggi via Cairoli): a collegamento con “Strada Nuova” venne creata la Piazza (oggi Piazza della Meridiana), su un’area che ospitava un tempo i Giardini del Doge Giacomo Brignole. Venne così rinnovata la facciata sud del Palazzo su progetto di Giacomo Brusco (della vecchia facciata resta la documentazione grafica di P. P. Rubens che lo inserì nella sua opera “I Palazzi di Genova”, Anversa 1622). La Piazza prese così il nome di “Piazza della Meridiana”.