Palazzo Barberini. Italia in-attesa. Foto Alberto Novelli

Italia in-attesa. 12 racconti fotografici

Per la realizzazione di un archivio visivo dell’Italia durante l’emergenza sanitaria, dovuta al COVID-19, la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ha coinvolto 12 fotografi per raccontare, attraverso il loro linguaggio per immagini, il lockdown generale iniziato a marzo 2019.

Gli artisti invitati, per Italia in-attesa. 12 racconti fotografici a Palazzo Barberini a Roma, trasferiscono un punto di visione che consacra e ferma una dimensione nuova e inaspettata dell’Italia. Olivo Barbieri, Antonio Biasiucci, Silvia Camporesi, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Francesco Jodice, Allegra Martin, Walter Niedermayr, George Tatge rafforzano la sospensione della visione come se il Paese fosse immerso in un tempo appiattito, con la messa in gioco di nuovi scenari. La mostra – a cura di Margherita Guccione, Carlo Birrozzi, Flaminia Gennari Santori – si sviluppa in cinque ambienti distinti del Palazzo: al piano terra nella Sala delle Colonne e nelle Cucine novecentesche per la prima volta aperte al pubblico; al primo piano nella Sala Ovale, nella Sala dei Paesaggi e nella Serra ottocentesca (riaperta per la fruizione di mostre). Attraverso la dimensione creativa si comprende una parte di realtà, rimandata in diverse forme di narrazione, a volte celata sotto una superficie di apparente normalità. Le serie fotografiche, realizzate in occasione della mostra, andranno a integrare la collezione permanente dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.

La battuta d’arresto ha determinato reazioni e conseguenze diverse, ancor oggi tangibili e gravi. La messa in evidenza e rappresentazione realistica della contemporaneità è l’originaria vocazione della fotografia, che si attesta in rappresentanza del contingente. Gli spazi che l’uomo abita subiscono cambiamenti a seguito della sua azione ma spesso sorge il dubbio se il condizionamento non sia solamente di presenza concreta. Ci si chiede se il paesaggio sia “impermeabile” alla realtà temporale dell’uomo, procedendo nel suo ciclo consueto di esistenza. Attraverso le sue foto Allegra Martin pone domande su come raccontare questa condizione e scrive “Non è forse il paesaggio indifferente allo stato di attesa tipicamente umano?”, andando a fotografare i luoghi deserti deputati alla cultura di Milano come la Pinacoteca di Brera o il Piccolo Teatro Grassi. Le opere e gli spazi ad esse dedicati sono sempre lì, immutati, unica differenza è l’assenza del visitatore, dell’uomo. 

La vita umana ha fatto i conti con un cambiamento globale avvenuto repentinamente e con conseguenze drammatiche. Il silenzio si è appropriato dei luoghi che hanno assunto nuove sembianze e nuovi significati, come si vede nei lavori di Silvia Camporesi, George Tatge e Paola De Pietri o nelle foto di Antonio Biasiucci in cui la natura appare nelle sue morfologie misteriose, astratte dal contesto contingente. Negli stessi ambienti delle Cucine Novecentesche le foto di Francesco Jodice, riprese da immagini satellitari, congelano l’assenza dell’uomo rendendo i paesaggi identitari delle città italiane spazi archetipici di una condizione nuova, ma dall’apparenza eterna.

Il silenzio è l’elemento che domina ognuno di questi punti di visione, quasi tangibile nelle foto di Walter Niedermayr nella Sala dei Paesaggi del Palazzo. Nella Serra si apre il dialogo tra le vedute vuote che Andrea Jemolo rimanda di Roma e la sospensione del tempo catturata da Ilaria Ferretti nei luoghi colpiti dal terremoto, nei centri storici di Marche e Umbria.

Più avanti si potrà considerare, con la giusta distanza, come questa condizione emergenziale abbia condizionato il modo di vedere, di procedere nella prassi artistica e di relazionarsi con i luoghi e tra le persone. Nel progetto Minimum di Mario Cresci sembra esserci una parte di questa ricerca. L’interno domestico si fonde con l’esterno di Bergamo, città fra le più colpite dalla pandemia che ha portato ad isolamenti individuali prolungati. Le foto di Cresci si soffermano sui vuoti, le presenze e la vita di oggetti comuni che circondano l’uomo nella sua dimensione domestica, valutando con altri occhi il contesto quotidiano e di relazione. Italia in-attesa. 12 racconti fotografici solidifica distinti momenti della storia recente dell’Italia in emergenza, degli esterni inusualmente disabitati e degli interni privati, pieni; scenari mentali di una nuova esperienza dello spazio antropizzato.

Palazzo Barberini. Italia in-attesa. Foto Alberto Novelli

Italia in-attesa. 12 racconti fotografici
A cura di Margherita Guccione, Carlo Birrozzi, Flaminia Gennari Santori
Dal 25 febbraio al 13 giugno 2021

Palazzo Barberini
via delle Quattro Fontane, 13
00184 Roma

ORARI: aperto dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00 (la biglietteria chiude alle 17.00)
Ingresso a pagamento
www.palazzobarberini.org