“(…) Cara, carissima C., in primavera compirai trent’anni. Sei cresciuta. Ti guardo e mi sembri così luminosa. Assomigli a una costellazione, a un cielo notturno fitto di luci. Sei il mio disegno fra le stelle”.
Patrizia Sandretto
Sono queste le parole scelte da Patrizia Sandretto, invitata dall’artista Oriol Villanova, per descrivere la propria collezione nell’ambito del progetto Dear. Una collezione che riflette lo studio e la passione nei confronti dell’arte contemporanea della più importante mecenate italiana, adesso celebrata dalla mostra Reaching for the stars a Palazzo Strozzi a Firenze, curata dal direttore Arturo Galansino e visitabile fino al 18 giugno 2023.
L’appoggio all’arte da parte di facoltose personalità della penisola è un fenomeno che ha radici antichissime. Nel contesto contemporaneo, però, anziché affiancarsi a un altrettanto attento supporto a livello statale, l’impegno dei privati prova almeno in parte a colmare le profonde lacune che caratterizzano l’impegno dell’amministrazione pubblica. In una nazione in cui il vastissimo patrimonio culturale pone interrogativi e problematicità sulla sua corretta conservazione, prima ancora che sulla valorizzazione, è infatti l’iniziativa privata a dare un po’ di ossigeno e speranza agli artisti contemporanei, che, soprattutto nella prima fase della loro carriera, faticano a inserirsi nei meccanismi dello stretto mercato artistico.
Patrizia Sandretto in primis come collezionista e, in seguito, tramite l’omonima fondazione – con sede a Torino, Guarene, Madrid e presto anche Venezia – ha fin da subito avuto un occhio di riguardo per i fenomeni contemporanei, italiani e internazionali, dimostrando coraggio e lungimiranza. La sua attività, così, svolta con serietà e rigore per trent’anni, le ha permesso non solo di ottenere alcuni tra i più importanti riconoscimenti internazionali, di cui tra gli ultimi il Premio Internacional de Mecenazgo 2023, ma di trasformare le sue mostre e acquisizioni in un vero e proprio rito di passaggio nella carriera di giovani promettenti talenti.
La collezione, di cui sono esposte circa 70 opere a Palazzo Strozzi, è varia e complessa: impegnata come le sculture di Sarah Lucas e leggera come le bolle di sapone di David Medalla, tragicomica come le meglio riuscite installazioni di Maurizio Cattelan, incisiva e diretta come le opere di Shirin Neshat. Una selezione che parla, per assonanze e differenze, della sua proprietaria.
L’esposizione di Firenze, tramite la suddivisione nei rigidi spazi del celebre palazzo rinascimentale, ha raggruppato le opere secondo nuclei tematici, garantendo organicità e coerenza a quello che è a tutti gli effetti un organismo vivente, in continua crescita e mutamento.
Le sale del Piano Nobile e della Strozzina hanno così affrontato temi quali la fragilità, la precarietà e le discriminazioni di genere, facendo dialogare alcuni tra i nomi più noti dell’arte contemporanea internazionale, a partire da Anish Kapoor, il cui incontro ha dato a Sandretto l’input per iniziare il suo percorso da collezionista.
Reaching for the stars va interpretata come un fermo-immagine di un processo in divenire, che caratterizza il lavoro di Patrizia Sandretto, sempre in moto tra fiere, mostre e visite a studi d’artista; una ricerca verso l’assoluto che è destinata a risolversi in un cammino perpetuo e ascensionale, verso le stelle.