Harry Recanati, l’ideatore, aveva un sogno: realizzare un museo d’arte e renderlo accessibile a tutti gratuitamente. Sabin, anche lui ebreo, regalò il suo vaccino all’Umanitá, Recanati l’arte fiamminga e quella latino americana.
Harry nasce Salonicco in una famiglia di origine italiana. Inizia a lavorare molto presto nella banca, molto modesta, che aveva aperto il padre. Alla sua scomparsa è costretto a prenderne le redini. Ne farà un istituto di livello internazionale, aprendo 22 filiali nel mondo. Era il 1952 quando decise di trasferirsi a Ginevra e da qui prendere il volo creando una rete di filiali in Francia, Uruguay, Perú e Chile. La non più piccola Israel Discount Bank acquista, era il 1962, la Ralli Brothers Ltd. of London. Da qui il nome che resterà ad identificare la rete dei Musei, ben cinque, che Harry Recanati che pensava indubbiamente in grande, riuscì a creare in giro per il mondo.
In uno sei suoi tanti viaggi di lavoro entra in contatto con l’arte contemporanea del Sud America. Non se ne allontanerà mai più. L’arte latino americana entrerà a vele spiegate nella sua vita. Nonostante gli impegni di lavoro riuscì a studiare e poi a realizzare il progetto che ora è sotto gli occhi di tutti e riuscì a seguire “i suoi“ artisti, nonostante l’immensa mole di lavoro. Appena gli fu possibile però, lasciò le redini dell’impero che aveva costruito negli anni 80 per dedicarsi esclusivamente alla realizzazione del suo sogno: offrire la sua collezione al “godimento delle genti” le parole che Maria Luisa de’Medici scrisse nel suo testamento e che di fatto esprimevano la sua ferrea volontà di salvare il patrimonio artistico di Firenze. Come in effetti accadde. Prese corpo il progetto dei Musei Ralli, un progetto di grande respiro che vide la creazione e la gestione di 5 musei: a Punta del Este in Uruguay in 1988, il secondo a Santiago del Chile 1992, il terzo a Cesarea 1993, poi a Marbella in Spagna nel 2000 e il quinto di nuovo a Cesarea nel 2007. i primi 4 dedicati all’arte contemporanea latino americana e il quinto agli artisti europei dal 16 al 18 secolo la sua prima passione.
La non-profit Harry Recanati Foundation vide la luce nel 2000.
A questo punto non ci resta che ringraziare questo fortunato personaggio che ha fatto dell’arte sistema di vita.