ARCO Lisboa
Ezio Pagano e Renato Guttuso, 1985

Guttuso inconnue

“C’era una volta una baronessa che trasformava in feticci la lingerie che indossava per le sue performance amorose con Guttuso, mostrandoli orgogliosamente alle amiche come cimeli.”

C’era una volta una baronessa che trasformava in feticci la lingerie che indossava per le sue performance amorose con Guttuso, mostrandoli orgogliosamente alle amiche come cimeli; di questi indumenti sono finiti in cornice gli slip che Renato aveva firmato, datati e dedicati, le cui date a dire della baronessa immortalavano i giorni dei loro incontri erotici. 

Ora, se la storia di questi feticci è destinata a rimanere nel limbo perché priva di prove, documentabili invece sono le pruriginose lettere d’amore che Renato inviò a Martina, anche se tenute in ostaggio dalla magistratura che ne ha bloccato la pubblicazione. 

A proposito della sua storia d’amore dice Martina: “… Di Renato mi innamorai per la mente: era un incantatore di serpenti, pieno di erotismo, al limite con i confini della pornografia, ma ricco di sottigliezze, di sfumature”. 

E che dire delle tempeste emotive che le lettere d’amore inviate da Topazia Alliata a Guttuso avrebbero scaturito? Topazia raccontava: “Pochi mesi fa, forse a luglio, gli ho confessato che avevo riletto le sue lettere d’amore. Si è stupito: – ma come hai avuto il coraggio? Io le tue le ho tutte, ma non posso rileggerle, mi creerebbero una tempesta emotiva …”. 

Bene, di fronte a tanta opulenza di prove, al posto del colpo di spugna nella biografia del Maestro per cancellare gli amori extraconiugali, ci saremmo aspettati più rispetto per la sua vita sentimentale, soprattutto perché contribuì in maniera determinante alla produzione artistica dell’ultimo ventennio. 

Nessuno si è mai sognato di togliere dalla biografia di Picasso le otto amanti; ma nemmeno gli anomali percorsi creativi di Schifano che sconfinavano nell’uso della droga. D’altronde, sono proprio questi fatti che creano i miti.

Van Gogh lo ricordiamo ancora oggi per essersi tagliato l’orecchio per amore e averlo portato a Rachele, la puttana preferita del bordello di Arles, ciò nonostante rimane uno dei più grandi artisti del Novecento. Bastava considerare la sregolatezza del Maestro come un valore aggiunto per la sua creatività, per come si è fatto sempre con tutti i geni dell’arte, da Caravaggio a Andy Warhol.

Non c’è stato nemmeno l’acume di farsi ispirare un comportamento dai suoi scritti, proprio quelli sulle donne ispirati da Martina: “La donna è l’essere più completo che esiste in questo mondo. È armonia, è bellezza. Due doti che poiché le sono naturali sono sempre presenti nella sua vita: sia quando dorme, sia quando lavora, sia quando languidamente si riposa, sia quando abbraccia teneramente il suo uomo, sia quando appassionatamente lo ama, sia infine, quando invecchia. In ogni situazione c’è sempre lei con la sua incredibile armonia. La donna per me è l’amore e il mistero”.

Non rimane che attendere un bravo regista, il quale motu proprio decida di indagare sulla vita del Maestro per farne un film, che possa restituirci il Guttuso folle, genio, recitante, ma anche normale, per com’era nella realtà. 

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