Pietrasanta è chiamata anche “la piccola Atene”. Sospesa tra le Alpi Apuane e il mare, è uno dei centri internazionali più importanti per la lavorazione del bronzo, ma soprattutto del marmo. La prima scuola di artigiani risale al 1842, da allora la città non smise di attrarre artisti da tutto il mondo.
Si dice che già Michelangelo vi soggiornasse con i suoi allievi per via della vicinanza con le cave di Carrara, così come il Vasari, l’Ammannati, il Giambologna.
Igor Mitoraj e Fernando Botero la scelsero come luogo per il proprio studio, Joan Mirò, Pietro Cascella, César, Pietro Consagra, Niki De Saint Phalle, Novello Finotti, Jean Michel Folon, Costantino Nivola, Isamu Noguchi, Arnaldo e Gio’ Pomodoro, Giuliano Vangi, Kan Yasuda vi installarono nel tempo i propri lavori, trasformando il centro storico in un museo a cielo aperto.
A due passi dalle spiagge affollate e dal clamore dei locali notturni della Versilia, le artiste Sara Goldschmied (1975 Arzignano) ed Eleonora Chiari (1971 Roma) presentano un intervento inedito presso gli spazi dell’Ex Fonderia d’arte Luigi Tommasi ora sede di Galleria Poggiali.
Goldschmied & Chiari è un duo artistico attivo a Milano dal 2014, dove la galleria fiorentina ha la sua seconda sede. La loro produzione è caratterizzata dall’impiego di diversi media: dalla fotografia al video, dalla performance alle installazioni. Le loro opere interrogano con fare provocatorio temi scomodi servendosi di un linguaggio fatto di détournement visuali.
Sulla vetrata d’ingresso della fonderia, un luogo storicamente di produzione ora diventato di esposizione, le artiste propongono l’iconico pattern ottenuto fotografando fumogeni accesi. Belle, colorate, sensuali, tossiche, le nubi di Goldschmied & Chiari interagiscono tra loro allargandosi e occupando ogni centimetro della stanza e dell’immagine, come un horror vacui. La fotografia ferma l’attimo prima che la nube scompaia. Nelle immagini ottenute vi è l’incontro, lo scontro, il mescolarsi di eteree formazioni dai toni pastello che vengono trasferite su superfici come specchi o, in questo caso, vetrate. L’estrema estetizzazione cela le implicazioni concettuali di una fase di produzione caratterizzata da aspetti performativi.
La luce del sole attraversa le vetrate rendendo vivida l’immagine. Dall’esterno l’ex fonderia sembra invasa dal fumo colorato, pronto ad uscire non appena il visitatore spalancherà la porta.
All’interno, lo spazio presenta un’ampia selezione di opere dalla collezione Poggiali.
![Goldschmied & Chiari](https://segnonline.it/wp-content/uploads/2023/07/Poggiali-1-1024x768.jpeg)