Gerhard Merz
Giulia Deval, Pitch - ph Davide Piferi de Simoni 09-min

Giulia Deval vince la settima edizione del Premio Lydia

La Fondazione Il Lazzaretto e la Giuria del Premio Lydia 2024 annunciano che la vincitrice della call – Sensing Beyond Human è Giulia Deval

Giulia Deval vince la settima edizione del Premio Lydia, dedicato ad artisti e artiste under 35 e promosso da Fondazione Il Lazzeretto, a cura di Claudia D’Alonzo, con il contributo di Fondazione Lydia Silvestri, e con la partecipazione di PAC Padiglione d’Arte Contemporanea come partner culturaleIl premio sosterrà l’artista nella ricerca che indaga la relazione tra comunicazione umana e non umana, il cui esito culminerà con una restituzione pubblica nel 2025. La Giuria – composta da Silvia Costa, regista e performer, Francesco D’Abbraccio/Lorem, artista ed editore, Claudia D’Alonzo, storica dell’arte, docente e curatrice, Chiara Nuzzi, curatrice e manager editoriale Fondazione ICA Milano, Diego Sileo, curatore PAC – ha individuato la vincitrice dopo aver valutato 110 candidature, confermando la rilevanza che il premio va consolidando dal 2018. Tra i progetti di ricerca finalisti si segnalano anche quelli di Caterina Gobbi, Alice Galiotto, Agnes Questionmark, Annalisa Zegna.

“Le candidature sono state numerose e altrettanto eterogenei i modi di interpretare il tema, pertanto è difficile costruire una lettura unitaria.” Commenta la curatrice Claudia D’Alonzo “Però alcune ricorrenze sono senz’altro emerse, ad esempio la propensione a contaminare la propria pratica e collaborare con figure, saperi e ambiti extra-artistici, la grande molteplicità di linguaggi e metodi coinvolti in processi legati al rapporto tra umano, non umano e ambiente, dalla bioarchitettura al suono. Anche in proposte legate a linguaggi e formati che potremmo dire più tradizionali, come ad esempio pittura e scultura, gli interrogativi sul sentire e la corporeità più che umana sono stati accolti come occasione per interrogarsi sulla materia e sul superamento del limite tra vivente e non vivente.”

La Giuria ha così motivato la propria scelta “Giulia Deval riceve il premio Lydia dell’edizione 2024 per l’originalità e la coerenza della ricerca proposta che declina il tema Sensing Beyond Human nella prospettiva della comunicazione umana e non umana, attraverso focus sulla voce. Così facendo, l’artista fa emergere e ribalta codifiche oppressive coinvolte nell’esperienza sonica. La sua pratica approfondisce aspetti poco rappresentati dei rapporti che collegano corporeità viventi e non viventi, dimostrando accuratezza e propensione ad interrogarsi su metodi e strumenti di indagine dei fenomeni legati all’ascolto, alla voce, alla parola e alla fabulazione. Si ritiene che il premio possa accompagnare e valorizzare in modo efficace la fase attuale della sua ricerca, caratterizzata dalla volontà di sperimentare letture inedite di fonti prodotte o raccolte da Deval.” 

Il progetto di ricerca di Giulia Deval
La ricerca di Giulia Deval – cantante e sound artist –  prosegue il percorso iniziato con PITCH, progetto sviluppato nel corso di una residenza presso NUB Project Space (Pistoia) e presentato nell’ambito del Festival Periferico (Modena) nel 2023. Tra etologia e mito, PITCH pone interrogativi sul particolare fastidio diffuso nei confronti delle voci acute e sui meccanismi riscontrabili in diverse lingue e specie che riguardano l’utilizzo dei toni gravi e acuti, attraverso fonti di formati e provenienze diverse, dalla voce di Serge Gainsbourg a quelle degli animali dei chiostri catalani studiati dall’etnomusicologo Marius Schneider, autore di Pietre che cantano (1980).

“Le candidature arrivate finaliste insieme a Giulia Deval riflettono pienamente la ricchezza di questa edizione” dichiara la curatrice “Nella pratica di Caterina Gobbi il sentire oltre l’umano diventa un modo per progettare forme alternative di produzione della conoscenza attraverso il suono; Alice Galiotto si immerge e assume il corpo del vento per esplorare mutazioni di luoghi che si rianimano e ri-significano a seguito della sparizione umana; la proposta di Agnes Questionmark è espansione dei limiti percettivi per sperimentare connessioni transpecie; infine, i corpi al centro della ricerca di Annalisa Zegna sono i corpi d’acqua delle zone umide a partire dalle quali l’artista ripensa gli equilibri e le interconnessioni tra viventi e non insieme alle comunità umane che abitano luoghi specifici. Scegliere un’unica ricerca da sostenere è stato complesso per la giuria sia per la qualità delle ricerche e dei portfolio sia perché ognuna ha focalizzato il tema per aprire altre prospettive, generare mondi e interrogativi ulteriori. Questo rende la fase finale del bando anche un momento di riflessione e confronto trasversale tra i giurati, che è una parte di backstage del premio che personalmente apprezzo molto in ogni edizione.”

“Quando abbiamo dato vita al Premio Lydia avevamo l’urgenza di mantenere viva la storia artistica di Lydia Silvestri, fortemente intrecciata a questo luogo. Dal 2018 abbiamo intrapreso un percorso caratterizzato da ricerca, supporto ai giovani, apertura e sfide, tutti elementi chiave del nostro lavoro. – spiega Alfred Drago Rens, presidente della Fondazione Il Lazzaretto. – Questi sforzi sono ripagati dal numero crescente di candidature, che ci hanno stupito sia per qualità che per varietà  delle ricerche candidate. Come tutta la programmazione de Il Lazzaretto, anche il Premio Lydia è terreno di sperimentazione: continueremo a coltivare la curiosità e a miscelare le discipline anche negli anni a venire.”

Nelle edizioni precedenti sono stati sostenuti, grazie al Premio Lydia, artisti come Chiara Enzo (2018), Gaia De Megni (2019), Valentina Furian (2020), Daniele Costa (2021), Rachele Maistrello (2022), Beatrice Favaretto (2023). L’evoluzione del premio conferma l’importanza e la funzione di sostegno alla ricerca in ambito artistico, per favorire un dibattito culturale aperto e accessibile, grazie alle molteplici figure di rilievo dei mondi dell’arte (si ricordano Edoardo Bonaspetti, Maria Chiara Ciaccheri, Anna Chiara Cimoli, Anna Daneri, Davide Giannella, Alessandra Kaufmann, Sara Leghissa, Gianni Moretti, Beatrice Oleari, Adrian Paci, Paola Ugolini, Maria Paola Zedda) che hanno negli anni collaborato con il premio e contribuito a mantenere vivo questo impegno a favore della cultura, attualizzando lo spirito dell’artista Lydia Silvestri.

Lydia Silvestri
La crescente attenzione al processo creativo è un tratto identitario del Premio fin dalla sua prima edizione, legato al rapporto con Lydia Silvestri e alla sua memoria. Allieva di Marino Marini e poi docente all’Accademia di Brera, ha avuto per anni il suo atelier negli spazi dell’attuale Fondazione, animandoli con la sua incessante sperimentazione sulla materia, impiegando la tecnica scultorea per indagare il corpo e le sue forme, oltre le codifiche binarie della rappresentazione del genere e della sessualità. Per Il Lazzaretto, accogliere e favorire il lavoro di artiste e artisti attivi in Italia in grado di porre interrogativi, letture e visioni sul presente vuol dire attualizzare l’eredità simbolica rappresentata dal lavoro Lydia e dare forma concreta alla vocazione sperimentale della Fondazione.