Siena. Un giorno qualunque tra il 1324 e il 1331.
L’attività ferve all’interno della bottega di Pietro e Ambrogio Lorenzetti.
Sono i Pittori della Città. Il loro fare era allora assimilato allora all’Arte dei Medici e degli Spaziali. Le Accademie che codificarono il ruolo degli Artisti, nacquero infatti molto tempo dopo.
Pietro già molto affermato, e riconoscendo l’evidente maestria del fratello più piccolo lo sprona tanto che lavoreranno assieme. Questo spiegherà poi la difficoltà riscontrate dagli storici nell’attribuzione dei lavori all’uno o all’altro.
Ambrogio si impone presto però all’attenzione per la sua predilezione per l’allegoria e la simbologia, e i senesi guardano sempre più interessati il suo modo di fare arte. Captano che i suoi lavori presentano qualcosa di singolare, anche grazie alla sua umanità, e viene presto riconosciuto come un caposcuola. In più il suo tratto è riconoscibile, segreto anche oggi fondamentale per il successo di un artista, tanto che nel 1337 l’intuizione di Pietro verrà gratificata dall’elezione di Ambrogio a Pittore Maggiore della Città.
I primi decenni del Trecento quindi videro quindi i due fratelli lavorare a stretto contatto, ma via via gli incarichi si diversificheranno.
Firenze – oggi, 2021. Ambrogio Lorenzetti balza dalle pagine dei tomi di Storia dell’Arte e torna alla ribalta della cronaca grazie a Friends of Florence, che i lettori di Segno hanno ormai imparato a conoscere. Torniamo molto volentieri a parlare di questa associazione che ha raccolto con intelligenza, sensibilità e tenacia il testimone arte / committenza dalle mani dei nostri illustri avi. La FoF così è chiamata amichevolmente, sta inserendo un’altra tessera nel magnifico puzzle del suo percorso d’arte, come fa da decenni, riportando ora agli onori del mondo un ennesimo capolavoro.
L’attenzione stavolta verte su Siena il cui centro storico com’è noto è stato classificato dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità e in particolare sulla splendida Croce di San Niccolò al Carmine.
La presidente Simonetta Brandolini d’Adda non si ferma, e nonostante la complessità del periodo che stiamo attraversando, ha trovato pronta risposta alla richiesta rivolta ai suoi fedelissimi Friends di reperire le risorse necessarie al restauro di un altro fiore all’occhiello del patrimonio artistico italiano. Ascoltiamola : Siamo onorati di sostenere il restauro della Croce dipinta di Ambrogio Lorenzetti: un’opera importante per la Pinacoteca di Siena e per la storia dell’arte italiana, che ci consente di perseguire con ancora più forza la nostra missione. La nostra fondazione infatti non opera soltanto a Firenze, ma in tutta la Toscana, e Siena, meta di tanti programmi di studio per i benefattori di Friends of Florence, è un luogo che sta particolarmente a cuore alla nostra organizzazione e ai suoi donatori. Grazie all’eccellenza di tutti coloro che sono coinvolti nel progetto e alla disponibilità della Direzione regionale Musei della Toscana e alla Pinacoteca di Siena, che ringrazio, non solo riconsegneremo al mondo quest’opera, rendendola più leggibile, ma potremo approfondire lo studio sulla tecnica e la maestria di Ambrogio Lorenzetti.”
il dipinto su tavola fu realizzato da Ambrogio Lorenzetti nei primi decenni del Trecento su commissione naturalmente come era uso, e come anche oggi accade, ma di questa ottima pratica se ne parla poco e certamente non è questa la sede per affrontarne le motivazioni.
Il progetto del nuovo intervento di restauro, ne esistono almeno due precedenti come vedremo, nasce di concerto con la Direzione regionale dei Musei della Toscana. La Croce, che ha qualcosa di sublime, a maggio 2020 ha lasciato la Pinacoteca Nazionale di Siena e ora è a Firenze affidata alle sapienti mani Di Muriel Vervat a Firenze. La restauratrice sta ora terminando la delicata fase di pulitura e di rimozione delle vernici, e perciò sono fondamentali i risultati delle indagini diagnostiche propedeutiche agli interventi successivi di stuccatura e di reintegrazione pittorica.
L’opera aveva già subito due restauri, quello curato dall’ICR di Roma fra il 1953-56, quando ne era direttore Cesare Brandi e il primo nel 1937 cui seguì una pubblicazione in cui il soprintendente ai monumenti e scavi di Siena, Peleo Bacci, pubblicò però che l’opera era di mano di Pietro Lorenzetti.
L’equivoco fu poi chiarito grazie all’analisi critica che ne fece Carlo Volpe nel 1951, che fu il primo ad esprimersi in favore di un’attribuzione al fratello minore Ambrogio.
Il suo Christus patiens rimanda all’arte fiorentina di Giotto che sappiamo ebbe grande influenza anche sulla produzione senese. Documenti reperiti fortunosamente nel 1862 permisero di identificare l’esistenza della Croce proprio quella che “in deplorabile stato” fu trasferita dal Convento del Carmine chiuso e abbandonato alla Regia accademia di Belle Arti.
Gli stessi documenti parlano poi di un compenso ad Ambrogio dovuto all’incarico del Consiglio di Siena che gli permise di acquistare un podere nelle vicinanze della Città.
Concludo lasciando la parola al Direttore regionale Musei della Toscana Stefano Casciu ed Elena Rossoni Direttore della Pinacoteca nazionale di Siena.
Il restauro del crocifisso è un intervento di estrema importanza perché l’opera ritornerà ad affiancarsi, con una nuova leggibilità, alle altre importanti tavole dei Lorenzetti presenti nella collezione della Pinacoteca, rendendo il museo un punto di riferimento ancora più importante per la fruizione e la comprensione delle opere del Medioevo senese.
L’unione fa il capolavoro in questo difficile e delicato campo, e I visitatori non potranno che apprezzare un simile intervento realizzato con estrema cura e scientificità reso possibile ancora una volta da questa task force assolutamente speciale e motivata che risponde al nome di Friends of Florence.