Colta, curiosa, intelligente, pragmatica, instancabile, semplice, carismatica, la contessa Simonetta Brandolini d’Adda ha dato vita ad un fenomeno di Committenza non più dovuto alla dimostrazione della propria potenza da parte di Papi, Principi imperatoti o chi per loro, che indubbiamente per secoli ha permesso la diffusione delle opere dei Maestri di cui tuttora godiamo, ma ad un nuova figura in questo campo che grazie al proprio carisma ha saputo creare addirittura un’associazione di Committenti. È lei che ha ideato e fondato Friends of Florence cui da 25 anni si deve in maniera pragmatica la salvezza di capolavori altrimenti destinati ad una triste fine.
Non si è ancora chiusa infatti l’eco sul restauro magistrale del bronzo di Donatello raffigurante Giuditta e Oloferne tornato a splendere nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio che l’attenzione si sposta sulla pala d’altare raffigurante la Madonna della Neve di Jacopo di Cione, che ritorna nella Chiesa dei SS. Apostoli a Firenze. Questi gli ultimi sapienti restauri in ordine di tempo che si sono resi possibili grazie al sostegno di Friends of Florence.
Da un quarto di secolo Friends of Florence, FoF affettuosamente abbreviata così, sapientemente, tenacemente, costantemente, rapidamente riporta agli onori del mondo capolavori indiscussi.
Dobbiamo tutto alla bionda nata Kartom negli USA da padre americano e madre italiana. Il giovane militare conobbe la moglie mentre si trovava a Roma risalendo allora l’Italia con la Quinta Armata: in forza poi alla NATO, continuò a girare per lavoro. Simonetta visse l’adolescenza a Verona culla del suo amore per il nostro Paese. Nulla lasciava presagire però questo suo destino indissolubilmente legato all’arte.
Andiamo con ordine. Ripartiamo dal suo ritorno in USA per frequentare medicina. Erano gli anni della guerra in Vietnam, il disagio perciò era forte ma capisce che a questo disagio dovuto al periodo storico se ne somma un altro… le manca l’Italia e comprende che deve dare una svolta alla sua vita. L’amore per l’arte ha il sopravvento. Lascia gli USA e la facoltà di medicina, se pur al terzo anno, per trasferirsi a Firenze, che aveva conosciuto in precedenza.
Qui frequenterà prima lo Smith College poi la Facoltà di Lettere.
Vivere in Italia la rende felice ma la sua sensibilità si acuisce e soffre nel vedere il degrado, presente ovunque, per l’impossibilità a livello istituzionale di reperire fondi per il restauro e il recupero di tanti capolavori.
Intanto nasce l’amore con Girolamo Brandolini d’Adda e si sposano appena conseguita la laurea in Lettere. La mamma del marito è una Griccioli di Siena e Siena diventa il fulcro della sua famiglia allietata da due figli. Sono tutti orgogliosi contradaioli della Nobile Contrada dell’Aquila, di cui il marito è stato capitano, vincendo anche due volte il Palio, nel 1979 e nel 1981.
Il Palio diventa parte di lei dal 1974.
La Young President’s Organisation che si occupa per gli stranieri di educazione all’arte e alla cultura la vede in prima linea. Young o meno ne fa tuttora parte d’ufficio e in questa veste aiutò “Save Venice” associazione Usa che dal 1966 si occupa di restauro. A Firenze scopre che non esisteva nulla di simile e con l’aiuto della sorella Renée Gardner, che vive negli USA, fa domanda al governo USA per un’associazione no profit con sede a Washington. La ottengono, siamo nel 1996, dopo difficoltà quasi insormontabili per la complessità dello statuto perché negli USA le donazioni sono poi completamente detraibili dalle tasse. Creano il board e dopo due anni sono pronti a partire: era il 1998. La Toscana diventa casa sua.
Nel 1982 vede la luce il progetto per dare nuova vita a ville e casolari, e precisa un mercato che allora non esisteva, si andava solo in albergo. Fonda The Best in Italy, società specializzata in soggiorni, viaggi, itinerari, dando anche servizi, dalle visite guidate e riservate nei musei, allo staff, a concerti, al Palio dove per i clienti si affitta sempre qualche finestra in piazza del Campo. Non si contano i vip che amano frequentare Best in Italy.
SBdA – Attori, cantanti, intellettuali. Come Sting, che alla fine ha preso casa in Toscana, Giorgio Strehler che ogni anno tornava nella stessa casa, Mel Gibson, che è venuto più volte a Siena e voleva anche girare un film sul Palio, Anish Kapoor… E tanti amici.
Questo negli anni ma appena fondata, l’associazione concretizza il primo passo. Senza por tempo in mezzo la Presidente si rivolge ad Antonio Paolucci che allora era il soprintendente per sapere quale fosse il progetto di restauro più urgente. Lo trova prontissimo:
Il Ratto delle Sabine, nella Loggia dei Lanzi. Detto fatto. Si attivano i membri del Board che con le proprie risorse finanziano il restauro che durerà poi due anni.
SBdA – Decisivo per la nostra visibilità l’incontro con Franca Falletti, dinamica e decisa responsabile dell’Accademia che ci chiese di restaurare i 22 quadri che stavano vicino al David, un impegno enorme, come gli interventi successivi sul David. “Questo incarico ci pose all’attenzione di nuovi mecenati che ci hanno cercato, grazie anche all’ufficio che abbiamo a New York».
I finanziatori sono tanti, per fortuna, e sono quasi tutti statunitensi, Paese dove è forte lo spirito del give back alla comunità parte della ricchezza che si è avuta, ma non solo, ed eccezionali. Ci sono quattro o cinque grandi benefattori che rispondono sempre alle nostre chiamate, per restauri anche fuori Firenze, come abbiamo fatto a Badia a Passignano, Arezzo, Siena, e che chiedono come unico ringraziamento una piccola targa accanto al bene restaurato. E la targa a sua volta invita altri a donare. Accade che persone che non conosciamo ci cercano per donare mezzo milione di dollari.
Che dire? Non ci sono parole per ringraziare l’ideatrice di questo progetto che ha saputo creare un volano di immenso interesse, coinvolgendo amici, conoscenti, istituzioni, capace di reperire i finanziamenti indispensabili al recupero delle opere perlopiù in pessime condizioni. A lei si deve anche il premio Friends of Florence che consiste nell’individuare il progetto vincitore che avrà la grande soddisfazione di essere poi senz’altro realizzato.
SBd’A – Un unico grande rimpianto: l’impossibilità di catalogare e restaurare gli autoritratti del Corridoio Vasariano, un allestimento unico al mondo, ma con il nuovo direttore Schmidt le cose sono cambiate, gli autoritratti non ci sono più, quando sarebbe bastato mettere un impianto di climatizzazione. Tutto quel lavoro è sfumato, con mio grande dispiacere».
Presidente l’ultima cosa che mancano in Italia sono i capolavori e FoF è più vitale che mai.
Orgogliosi che sia Artour-o d’Argento dal 2019 non ci resta che augurare Buon Lavoro!