Entrare nelle sale di un palazzo nobiliare affrescato e ricco di stucchi come Palazzo Borghese a Roma, in cui al piano terra ha sede la Galleria del Cembalo, e trovare foto di piccolo formato di Letizia Battaglia, con scene di strada, ritratti e frammenti rubati di momenti di vita, è un’occasione da non mancare.
Il contrasto tra i soffitti con affreschi allegorici del Seicento e la netta realtà raccontata dall’obiettivo di Letizia Battaglia attiva un dialogo visivo tra elementi diversi, per origine e codici comunicativi. Dall’ampiezza delle sale della galleria alla piccola dimensione delle immagini, si ripercorre una parte del processo lavorativo di una delle fotografe italiane contemporanee, dalla sigla maggiormente riconoscibile. La Battaglia, sin dai suoi esordi come giornalista per il quotidiano L’Ora di Palermo, ai primi passi nel 1971 come fotoreporter a Milano, segue una coerente linea di ricerca che l’ha riportata a lavorare nella sua città natale.
Il piccolo formato, nella assolutezza del bianco e nero, raddensa poeticamente la cruda narrazione della realtà che trattiene le storie anonime e note, in tutta la sua chiarezza. L’assenza del colore evidenzia luci e ombre sulle superfici e sui volti che rimandano storie crude, fermate in quadrilateri di vita.
Città rappresentative di un’operazione visiva e concettuale, come Palermo, la prima e immancabile, con le evidenze di una realtà difficile per omicidi mafiosi ma con criticità comuni a molti luoghi: dall’infanzia in pericolo, alla condizione femminile, nella disgrazia della povertà, della prostituzione, nella solitudine e nell’opulenza. Ogni città diventa scenario di ricerca, come New York o Madrid e Arkhangelsk in Unione Sovietica, in cui si trova l’ospedale dove sono stati immortalati, in un ritratto di gruppo, gli infermieri con camici bianchi e mascherine; immagine anticipatoria dei nostri giorni di pandemia.
Porzioni di strade, case, ospedali, reparti psichiatrici, sono i luoghi di drammi che avvengono come se il silenzio circondasse ogni cosa, nel rispetto delle contingenze che capitano veloci e lente, imprecise e puntuali: sono tratti iconici di una vita contemporanea che si fa narrazione nuda e a volte ironica. Anche nelle immagini di omicidi di mafia sembra che la violenza sia intervenuta come di passaggio, casuale e distratta, ma che si sia soffermata violentemente sul dramma di una vita interrotta senza rispetto né pudore. Il trovarsi nei luoghi casualmente o intenzionalmente per fermare i momenti, scandisce il quotidiano operare, come la ricerca dell’”immediatamente dopo”, per raccontare e denunciare una condizione peregrina di parte della storia e della società italiana. Il grandangolo è la chiave della sua osservazione, accorcia le distanze di ripresa ma amplia la visione. In molti momenti questa ripresa ravvicinata mette a dura prova la parte emotiva della fotografa, ma è parte nodale di un processo che solidifica gli istanti che vengono eternizzati dall’obiettivo alla carta.
Letizia Battaglia
Vintage Prints
11 febbraio – 9 aprile 2022
a cura di Alberto Damian e Matteo Sollima
Galleria del Cembalo
Largo della Fontanella di Borghese, 19 – Roma
www.galleriadelcembalo.it