Da sempre interessato a un fare progettuale in grado di tenere assieme e osservare le differenti espressioni della realtà sociale, culturale e ambientale nonché la tradizione e l’eredità storica di un determinato contesto, lo studio Formafantasma esplora, declinando ulteriormente la propria ricerca nel progetto La casa dentro, una dimensione sensibile del design.
La mostra, a cura di Alberto Salvadori – precedentemente presentata presso Fondazione ICA Milano – esprime, a partire dal titolo, l’intenzione di esplorare criticamente i paradigmi dell’abitare e definire uno spazio domestico che sia innanzitutto rivelazione di uno sguardo e di una sensibilità profondamente umani in opposizione ad un predominante atteggiamento di derivazione razionalista da cui l’elemento emotivo risulta pressoché escluso.
Per la propria narrazione, il duo Formafantasma ricorre, sovvertendoli, ai princìpi formali tipicamente modernisti e apertamente rappresentati dall’utilizzo del tubolare metallico, elemento emblematico, componente in equilibrio tra discrezione visiva e praticità produttiva, nonché base comune nella progettazione di designer come Marcel Breuer e Ludwig Mies van der Rohe. La struttura portante in tubolare raccorda, distinguendosene nettamente per funzione e natura, gli elementi sostenuti, principalmente costituiti da assi di legno, definendo una convivenza di caratteri che, ad un primo sguardo, rimanda inevitabilmente alla tradizione del Movimento Moderno restituendo, dunque, l’immagine di un ambiente apparentemente regolato da razionalità estrema e severità formale.
Eppure le superfici degli arredi rivelano prontamente l’innesto delicato di un sistema ornamentale il cui impiego muove ben oltre un esercizio esclusivamente decorativo inteso nell’accezione più tradizionale del termine; gli elementi fitomorfi dipinti sul legno e ricamati sui tessuti svelano una dimensione famigliare e sensibile propria del contesto domestico e della sua esperienza. L’ornamento, il vezzo sono riabilitati nella loro funzione di caratteri intimi, tenerezze emotive, pertanto espressioni di una vita interiore profondamente intensa e articolata tra memorie e percezioni. Gli elementi rappresentati rimandano, per la simbologia consueta dei soggetti e la tradizione delle tecniche adottate, a pratiche e ritmi strettamente femminili conquistando e occupando uno spazio rigoroso canonicamente associato ad una certa idea di mascolinità che, viceversa, si svincola da quell’immagine di imperturbabilità risoluta e immutabile; si delineano, dunque, un contesto di contaminazione reciproca e nuove possibili armonie. La casa dentro dispiega, così, quel paradosso, pure ampiamente ripetutosi nella storia dell’uomo e negli sviluppi del design, che vede il femminile ostinatamente ricondotto e associato all’universo domestico, ma, al contempo, da esso distante nell’atto di progettare e definire nuovi paradigmi.
La ricerca condotta da Formafantasma è, infine, l’esito di un processo di stratificazione di memorie e suggestioni che si concretizza in elementi che, pur nella loro chiarezza formale, esprimono una complessità di richiami a tradizioni ed esperienze dalla significativa eco leggibile in senso collettivo e privato. Riferimenti alla grande storia del design e interventi di matrice artistico-artigianale coesistono innescando una certa forma di astrazione del ricordo che, proprio nel suo manifestarsi in maniera indistinta, risulta familiare allo sguardo.
I progetti presentati si costituiscono, dunque, ricettacoli di intuizioni ed espressioni umane, innesco per un’azione di mappatura della memoria in cui visione razionale e vita sensibile, sovrapponendosi nel medesimo spazio, restituiscono la profondità della dimensione umana.








Formafantasma
La casa dentro
a cura di Alberto Salvadori
Galleria Giustini / Stagetti
via Gregoriana 41, 00187 Roma
4 ottobre – 7 novembre 2024