
Michelangelo Pistoletto alla Lévy Gorvy
La galleria Lévy Gorvy ospiterà una grande mostra dedicata a Michelangelo Pistoletto, in collaborazione con la Galleria Continua. L’evento rappresenterà il ritorno dell’artista italiano in una grande mostra negli Stati Uniti.
“Il quadro è uscito dalla cornice, la statua è scesa dal piedistallo. Da allora il mio lavoro – ossia l’atto estetico – ha cominciato a fondersi nello spazio della vita stessa”. Con queste parole è stata annunciata la mostra che avrà luogo presso la sede newyorkese della galleria, la prima negli Stati Uniti dopo circa dieci anni del grande esponente dell’Arte Povera. Tra le opere esposte, vi saranno numerose installazioni che guideranno i visitatori attraverso alcune tra le più influenti e iconiche pratiche artistiche della storia recente; il percorso si svilupperà partendo dal secondo dopoguerra per arrivare alla narrativa del presente.
La mostra nella galleria Lévy Gorvy rifletterà sui temi che hanno segnato l’esperienza artistica e la carriera di Pistoletto e che hanno dato vita ai suoi lavori degli ultimi sessant’anni: percezione, tempo, storia, tradizione e relazione tra arte, artista e osservatore. Curata dall’artista appositamente per lo spazio della galleria di New York, sarà composta da diverse sezioni. All’ingresso, i visitatori si troveranno davanti ad un’installazione ispirata da una “coppia” facente parte di One and One Makes Three, retrospettiva dell’artista del 2017 presso la Basilica di San Giorgio Maggiore, tenuta durante la Biennale di Venezia. In mostra andrà in scena anche il caratteristico uso degli specchi di Pistoletto: saranno infatti presenti la storica Viceversa (1971) e la recente Color and Light (2016–17). Questi lavori, insieme, formano un ambiente dinamico e costantemente in cambiamento, mettendo in scena il contrasto tra l’immobilità del passato e la natura in continua evoluzione del presente.
“Lo specchio dice la verità su tutto l’esistente. Perché? Perché non può mentire. Qualsiasi cosa vediamo nello specchio corrisponde, inevitabilmente, a quello che nel frattempo accade davanti ad esso”.
Il secondo piano della mostra sarà invece dominato da una scultura a forma di gabbia, delimitata da sbarre d’acciaio. L’installazione in questione, vuota e accessibile ai visitatori, è intitolata con parole scritte attorno al suo perimetro: The Free Space (1976–2020). Unica versione in inglese di Spazio Libero —opera che Pistoletto aveva concepito nel 1976 e realizzato nel 1999 insieme ai detenuti del carcere milanese di San Vittore —The Free Space vuole portare l’osservatore a riflettere su aspetti come la libertà e la prigionia, ricollegandosi alla sottile linea che separa i veri confini e le limitazioni della società, spesso invisibili poiché nascosti.
L’ultimo piano della galleria sarà interamente occupato da Porte Uffizi (1994–2020), una versione unica e realizzata ex novo di un’installazione fondamentale nella carriera di Pistoletto, che consiste in una struttura architettonica di legno, aperta e suddivisa in sezioni, ognuna delle quali contrassegnata da una parola come Economia, Scienza, Politica e Spiritualità. Altre opere di rilievo dell’artista verranno posizionate all’interno di ogni sezione, a dimostrazione dell’idea di Pistoletto secondo cui l’arte debba unirsi e andare di pari passo con vari aspetti della società.
Lavorando con l’artista, Lévy Gorvy collaborerà anche con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto per promuovere l’evento. La Fondazione ha come simbolo una figura che l’artista stesso usa per indicare quello che è il perfetto equilibrio tra artificio e natura, e ha come fine ultimo quello di bilanciare questi due aspetti attraverso il principio della “prassi democratica” (Demopraxy) e quello, attualissimo, della sostenibilità ambientale.
Tra le retrospettive più importanti dell’artista piemontese si possono sicuramente citare quelle presso il Museu d’Art Contemporani de Barcelona (2000) e al Philadelphia Museum of Art (2010–11). Dagli anni ’60 Pistoletto espone in tutto il mondo ed è, ad oggi, uno degli artisti italiani più riconosciuti a livello internazionale, avendo partecipato anche a 13 edizioni della Biennale di Venezia e a 4 di Documenta a Kassel. Oggi vive e lavora a Biella, sua città natale.
Michelangelo Pistoletto
dal 14 ottobre 2020 al 9 gennaio 2021
Lévy Gorvy
909 Madison Avenue
New York