Stein Joël, Mouvement circulaire, 1965-2000, acciaio, legno e motore, 115x135cm

Luogo

Valmore Studio d'Arte
Contra’ Porta S. Croce, 14 - 36100 - Vicenza
Sito web
https://www.valmore.it

Data

Dic 02 2022 - Mar 03 2023
Evento passato

Ora

18:00

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Mostra

L’occhio illuso. Come l’arte giocando costruisce la realtà

In concomitanza con le due grandi mostre dedicate all’arte ottico-cinetica recentemente aperte a Padova e a Shanghai, inauguriamo l’esposizione L’occhio illuso. Come l’arte giocando costruisce la realtà.

Si dà il via quindi al 3° Itinerario fra artisti e opere scelti e valorizzati da Valmore nella sua lunga attività di gallerista. Coerente con il suo interesse di indagare il rapporto fra arte e scienza, Valmore decide, a partire dalla seconda metà degli anni ’90, di riproporre ai collezionisti e al mercato, artisti e gruppi italiani e internazionali che fra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 concepiscono l’arte ottico-cinetica. Questi movimenti, riusciti ad attrarre su di sé l’attenzione del mondo e consacrati nel 1965 dalla famosissima mostra al MoMA di New York “The responsive Eye”, negli anni successivi vengono oscurati da altre proposte e trascurati dal mercato dell’arte. Valmore è riuscita a riportarli alla ribalta della scena internazionale, e nell’ultimo decennio molti famosi musei in tutto il mondo (da Parigi a Roma, dal Giappone all’America Latina) hanno dedicato numerose importanti esposizioni all’arte ottico-cinetica.

Dallo scorso settembre fino a maggio del 2023 il MAP di Shanghai espone le opere ottico-cinetiche della collezione Tate Modern di Londra e fino al prossimo febbraio il Palazzo del Monte di Pietà di Padova propone la mostra “L’occhio in gioco” in collaborazione con l’Università di Padova, nell’ambito delle celebrazioni per gli 800 anni di storia dell’Ateneo.

La mostra ripercorre gli studi e le sperimentazioni condotte dalla Scuola di Psicologia della Percezione, nata a Padova agli inizi del ‘900, mettendo in risalto quelle ricerche nell’ambito della visione che nel dopoguerra hanno stimolato la nascita e la crescita delle sperimentazioni artistiche d’avanguardia del Gruppo N, favorendo un proficuo rapporto fra arte e scienza.

L’esposizione L’occhio illuso, proposta da Valmore studio d’arte, presenta oltre trenta opere (fra pittura, scultura e oggetti, che all’epoca venivano definiti “dispositivi a funzionamento estetico”) di oltre 20 artisti di diversa provenienza ed età. Saranno presenti opere dei componenti del Gruppo N (di Padova), del Gruppo T (di Milano), del GRAV (di Parigi), e di altri artisti sia veneti che internazionali che hanno svolto la loro ricerca sempre nel campo dell’arte ottico-cinetica in solitaria senza aderire ai gruppi degli anni ’60.

Attraverso una scansione delle opere basata sull’uso del Colore, sul dualismo del Bianco e Nero, e sui Dispositivi a funzionamento estetico, la mostra mette in luce i veri temi della ricerca ottico-cinetica che sono l’instabilità (della visione e della realtà), il movimento e la variazione, e soprattutto un’indagine sistematica sulla natura dello spazio e del tempo.

Il titolo L’occhio illuso vuole porre l’accento sull’aspetto “illusorio” della visione e sulla componente ludica intrinseca all’arte ottico-cinetica. Il verbo “in-ludere” infatti racchiude in sé il verbo “giocare”.

L’arte ottica vuole stabilire un rapporto con l’occhio dello spettatore, e poiché gli studi del ‘900 sulla percezione visiva hanno concluso che l’occhio non può essere innocente, l’opera coinvolge lo spettatore in una relazione di complicità. Il processo artistico chiede la partecipazione dello spettatore, l’occhio si confonde con l’opera, si fondono i confini fra l’immagine e il suo osservatore, l’uno non può esistere senza l’altro. L’illusorietà della visione non ci dice che le immagini possono mostrarci a volte ciò che non c’è, ci dice che il mondo si costruisce nel momento di interazione con il nostro sguardo.

L’artista ottico-cinetico dà il via ad un processo d’interazione fra opera e spettatore con una forte valenza ludico – esplorativa. Allo spettatore viene infatti chiesto di ritrovare la capacità di vivere intensamente il presente, poiché il “dispositivo a funzionamento estetico” induce un’attività esplorativa, tipica del gioco infantile che, restituendo un’estrema intensità del vivere, apre alla scoperta di nuove esperienze e nuove prospettive, favorendo la conoscenza del mondo e la consapevolezza di sé e del rapporto che intratteniamo con l’ambiente che ci circonda.

Artisti in mostra:

Edoer Agostini, 1923 – 1986 | Bardula, 1965 | Alberto Biasi, 1937 | Davide Boriani, 1936 Enrique Careaga, 1944 – 2014 | Emilio Cavallini, 1945 | Gianni Colombo, 1937 – 1993 Nadia Costantini, 1944 | Hugo Demarco, 1932 – 1995 | Brian Eno, 1948 | Horacio Garcia Rossi, 1929 – 2012 | Gruppo MID, 1964 | Marcello Morandini, 1940 | Dario Perez Flores, 1936 | Sandi Renko, 1949 | Paolo Scirpa, 1934 | Jesùs-Rafael Soto, 1923 – 2005 | Joël Stein, 1926 – 2012 | Gregorio Vardanega, 1923 – 2007 | Victor Vasarely, 1906 – 1997 | Giorgio Villa, 1933 – 2011


Come l’arte giocando costruisce la realtà
Valmore studio d’arte
Contra’ Porta S. Croce, 14 – Vicenza
2 dicembre 2022 – 3 marzo 2023
Orari: lunedì – venerdì 10.00 – 13.00 | 15.00 – 19.00
su appuntamento: +39 0444 881638

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