Percorso olfattivo a Palazzo Mocenigo visitabile fino al 27 novembre 2022 con 12 artisti internazionali sul tema dell’olfatto come manifestazione artistica nell’anno della Biennale a Venezia. Cosa significa essere di una generazione di “significativi esponenti della scena creativa contemporanea internazionale che individuano nel profumo e nell’olfatto i motivi di ispirazione per le loro creazioni, autori diversi per cultura e sintassi ma associati da un comune orientamento che li induce a esplorare, ciascuno a proprio modo, una dimensione creativa alternativa a quelle consuete”?
Forse fare parte di quel gruppo di artisti che sta nascendo attraverso il cosi detto processo “generativo”. Ma cosa significa? Galeotto fu forse il “crossover” delle arti. Che venivano , tra di loro contaminate. Un processo che purtroppo 15, 20 anni fa, non ha dato frutto, complice anche la tecnologia cosi veloce , come internet e i nuovi processi di connettivita’. Quello insomma che Erik Erikson negli anni ’50, ha fatto un salto generazionale di non due ma ben tre generazioni, approdando a quello che è la dinamica della “generatività” come processo totalmente nuovo. E questa mostra lo dimostra. Dodici installazioni olfattive, distribuite nelle sale al primo piano di Palazzo Mocenigo, che danno vita a un inedito viaggio,come recita la presentazine a “un percorso multisensoriale attraverso il quale immergersi virtualmente nelle riflessioni degli artisti, abitualmente esplicitate in altra forma: plastica, pittorica, grafica o installativa. E, come se l’arte riuscisse idealmente a emanare un proprio profumo, i lavori in mostra avvolgeranno lo spettatore in un’estrema varietà di fragranze dai toni altrettanto eterogenei, tanti quante sono le sensazioni che riescono ad evocare. Gli artisti in mostra sono: Mircea Cantor, Mateusz Chorobski, Jason Dodge, Bruna Esposito, Eva Marisaldi, Florian Mermin, Giuseppe Penone, Paola Pivi, Namsal Siedlecki, Achraf Touloub, Nico Vascellari, Luca Vitone”.
Ma non solo, è anche un esempio di come le sensazioni provocate facciano parte di quel senso di “generatività” tanto caro ai nostri giorni. Nuove forme all’arte generativa? Forse.
Ma se l’arte generativa, grazie anche al successo degli NFT è sempre piu’ un processo di sintesi meccanica e non di sintassi, mostre come questa invece associaziono alla esplorazione del “Ciascuno a suo modo”, anche la dimesione creativa come orientamento. Odori e profumi come mezzi sensoriali. Come testimonianze di imprese passate.er la rassegna biennale MU-VE Contemporaneo Palazzo Mocenigo propone con Es-senze, davvero la prima mostra in Italia che veda artisti creare utilizzando come materia il solo profumo.Un modo totalmente inedito di approcciarsi insomma a un senso nuovo dell’arte generativa. Come recita il comunicato stampa: “coinvolti nell’originale progetto curato da Pier Paolo Pancotto artisti diversi per generazione, cultura e sintassi, associati però da un comune orientamento che li induce a esplorare, ciascuno a proprio modo, una dimensione creativa alternativa a quelle consuete: l’olfatto e le componenti sensoriali correlate”.
Odori e profumi che insomma provocano tante varietà di sensazioni che spesso mancano i mezzi – parole, immagini, gesti – per descriverle come appunto per il “gong” sospeso nella sala su un tappeto di alloro tal titolo “riverberi” di Bruno Esposito che, ad ogni suono del gong, sprigiona nel riverbero del suono il profumo dell’alloro stesso. “Certo”, continua il comuicato stampa: “è un progetto complesso ma che testimonia imprese passate, rievoca emozioni mai sopite, richiama alla mente fatti, persone, cose ancora vive nella memoria più segreta di ciascuno di noi. Al contempo, possono fare il contrario, dando voce all’indicibile, descrivendo l’ineffabile, materializzando l’incorporeo. Per tale ragione alcuni artisti visivi si affidano a loro per esprimere ciò che talvolta appare altrimenti inenarrabile. Es-senze esplora tale tendenza, per evidenziare gli aspetti più indicativi del fenomeno e mettere in luce la molteplicità di aspetti che ne caratterizzano lo sviluppo”. Anche l’allestimento aiuta in questa conquista inedita di arte generativa: le sale al piano nobile di Palazzo Mocenigo creano un vero percorso emozionale.
Addirittura multisensoriale grazie alla virtualità evocate in altre forme che da contenitore diventa contenuto. E cosi plastica, grafica, installazoni diventano linguaggi nel linguaggio come se aiutassero a “detonare” il profumo. Curata da Pier Paolo Pancotto apre una nuova suggestione della arte generativa in senso molto più ampio: Non pratica artistica con opere realizzate da software o sistemi autonomi (artista generativo insomma è chi sfrutta il potenziale della nuova tecnologica a fini estetici), ma ne declinano il modus operandi. Il profumo come materia.
Una materia che, come recita il comunicato stampa è: “materia prima delle loro indagini trattandolo alla pari di altri sistemi espressivi come la pittura, la scultura, il disegno. L’esposizione, pertanto, mira a gettare un primo sguardo sull’operato di questi ultimi, presentandone alcuni a scopo esemplificativo, delineandosi come un progetto preliminare, dal carattere sperimentale, aperto a possibili, più ampi sviluppi”.
Una mostra unica che vanta la collaborazione di Mavive; The Merchant of Venice Con il contributo di: Accademia del Profumo; Camera di Commercio Venezia Rovigo; Cosmetica Italia; Givaudan; MAG Broker di assicurazione – Specialty Fine Art Con il supporto di: Claudia Scattolini Fragrance Designer e collaborazioni con Académie de France à Rome, Villa Medici; Istituto Polacco di Roma; Eduardo Secci, Firenze-Milano; Lorenzo Bassetti, Roma.
Una mostra davvero unica. Che chissà , segnerà un prima ed un dopo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Cristina T. Chiochia