Due amici, due linguaggi completamente opposti e pure perfettamente complementari tra di loro. Amici per la vita, appassionati entrambi di judo nella cui scuola si incontrano giovanissimi, condivisero anni di ricerca artistica e di esistenza fino alla morte prematura di Yves Klein nel 1962 a causa di un infarto lancinante, poco prima della nascita di suo figlio anch’egli destinato ad essere “battezzato” Yves e a diventare artista, seppur in altro campo, ossia la scultura.
In soli 34 anni di vita Yves Klein rivoluzionò la storia dell’arte con i suoi Monocromi, le sue Spugne, le Antropometrie e le Peintures de Feu. Sarà lo stesso Arman ad aiutare Giancarlo Olgiati ad acquistare un monocromo rosso.
Arman, rappresenta l’altra faccia della medaglia di Yves Klein. Le sue Accumulazioni, segnarono il boom economico e la rivoluzione consumistica. Suggerivano una nuova riflessione sull’oggetto, dopo l’intuizione del ready-made di Marcel Duchamp risalenti a circa 50 anni prima.

Pigmento puro e resina sintetica su carta
102 × 73 cm
Collezione privata
© Succession Yves Klein / 2024, ProLitteris, Zürich

Violoncello sezionato su tavola, 160 × 135 × 21.5 cm
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, Lugano
Foto: François Fernandez
© Arman Studio Archives New York / 2024,
ProLitteris, Zürich
Giancarlo Olgiati assieme alla moglie Danna, lungimirante gallerista milanese a poco a poco formarono la loro incredibile collezione, dove i Nouveaux Réalistes hanno grande importanza.
La mostra è a cura di Bruno Corà e l’allestimento a cura di Mario Botta. Oltre sessanta opere dei due artisti sono poste a diretto confronto e amichevole scontro.
Bisognerebbe scrivere pagine e pagine su questa esposizione prestigiosa. Ciò che emerge è l’incredibile talento di due autori di vera avanguardia che negli anni 60 riflettono su concetti opposti e pure indissolubilmente legati tra loro.
Yves Klein, con il suo celebre e inimitabile blu Klein, sensibilizza l’osservatore alla dimensione del “vuoto” come arte, che si spinge oltre alla concezione oggettuale e di produzione materiale e fisica dell’opera. La tensione dell’uomo verso la spiritualità, verso l’altrove stanno alla base della sua ricerca.
Arman al contrario riflette sulla moderna società industriale con tutte le sue evoluzioni e sulla tecnologia che inizia ad avanzare sempre di più nel mondo. Inoltre riflette sulla condizione di “soggetto-consumatore” dove l’uomo contemporaneo è spinto verso l’accumulo e l’utilizzo spesso spropositato degli oggetti e dei comfort.
La loro amicizia nasce nel 1947, in un club di judo di Nizza, dove Klein, Arman e il poeta Claude Pascal inizieranno a frequentarsi per poi condividere insieme viaggi, la creazione artistica e poetica e la frequentazione della spiaggia di Nizza dove scelgono di dividersi il mondo: Arman prese la terra, Claude l’aria e Yves il cielo e il suo infinito!
Finalmente all’interno di questa mostra, i due amici sono stati riuniti, come due poli opposti della stessa calamita che si attraggono e si fondono in un discorso unico, sul pieno e sul vuoto.