Arco Madrid 2025
Dimore Ensemble
Dimore Ensemble, in primo piano "La zattera dell'esteta" di Giuliano Cinquina

Dimore Ensemble

Dal 12 al 16 agosto 2023 si è svolta la seconda edizione del Dimore Ensemble nell’ambito della 42° edizione dello Spoltore Ensemble.

La manifestazione si è sviluppata su due percorsi per il Centro Storico di Spoltore risalente al XIV secolo: il primo per le strade del borgo di Spoltore e il secondo presso il Convento San Panfilo fuori le mura. 

Nell’ambito della manifestazione organizzata dall’associazione I colori del Territorio, la direzione artistica è stata affidata per le ambientazioni interne a Maria Jenie Rossi e le ambientazioni esterne sono state realizzate sotto la supervisione di Edgardo Cotellucci.

Lungo le vie tipiche del paese, illuminate dalle ultime luci del giorno, ci si immerge tra le stradine ombreggiate, seguendo il percorso negli ambienti privati che ospitano le esposizioni. Tra le case del borgo, le installazioni si integrano negli ambienti e si sviluppano a completare uno spazio appositamente condiviso per una reciproca valorizzazione, massimizzando la potenza espressiva dal ricercato connubio tra le parti.

Le opere di Ado Brandimarte a palazzo Blasiotti, Irene D’annunzio presso L’antico Laboratorio, Roberta Petrocchi al Circolo Pro Loco, Gabriele Coccia al ristorante Talamo.
Nello Spazio D’attanasio si possono ammirare l’installazione fotografica e video di Mauro Vitale e il suo Red carpet in collaborazione con Ottavio Perpetua, presso la sede della Società Operaia.  
Particolare la realizzazione di Cecilia Falasca Immersion, che completa l’ambiente dello Spazio Piperno con la sua spirale arcobaleno fatta di mattoncini colorati e disegna nella stanza il vortice di colori, che si impossessa della stanza sul pavimento e sulle pareti.

Il finale nel borgo è a Palazzo De Cesaris, dove l’ispirazione di Adriana Civitarese con la sua opera Teatri/le Lune (2023) ci porta, in questo spazio illuminato da un lucernario in alto, alla scoperta della sua installazione ricercata, immanente e contestualizzata.
Lo studio, esposto in cornice 75×75, è appositamente realizzato per la manifestazione e sperimenta col mezzo fotografico la sua idea di pittura, facendo emergere una ricerca dettagliata del connubio tra la linearità dell’atrio e l’ispirazione dell’artista, che ne riprende i tratti salienti con eleganza d’interpretazione.
L’opera si fonde con le geometrie dell’ambiente circostante, assorbendo in sé, sia lo stile architettonico fatto di archi e linee, sia lo scorcio di cielo visibile dal lucernario, rilasciando così una sensazione di continuità e tranquillità allo sguardo dello spettatore.

Con l’ingresso al Convento San Panfilo fuori le mura continua l’immersione nell’architettura del 1300, le installazioni trovano nella location un posto ideale per la loro espressione espositiva.

All’ingresso nel corridoio esposte nell’atrio le opere di Agim Sako. Successivamente si entra nel chiostro, dove si apre la vista del cielo che imbrunisce e ci accompagna nelle stanze attigue con le esposizioni di Gerardo Lizza, Lalla De Leonardis, Antonio Matarazzo e Ardo.  

Il percorso ci conduce all’aperto sul balcone, che si affaccia sul giardino, dove si apre uno scorcio sulle colline pescaresi e sul mare. 
La bellezza del giardino accoglie le installazioni all’aperto che, al suono della musica degli eventi dello Spoltore Ensemble, si contestualizzano e vestono il giardino di dettagli che si fondono insieme, completandosi reciprocamente. 
Sul muro del torrione, l’opera di Dino Colalongo composta di attrezzi per la lavorazione della terra, in un richiamo ancestrale alla vita antica del convento. Continuando a percorrere il giardino in alto la video proiezione di Stephen Dedalus ed in basso si scorge La zattera dell’esteta di Giuliano Cinquina, sul lato della recinzione i quadri incastonati nella siepe di Mario Costantini.
In uno spazio circolare di un lato del giardino perfettamente immersa nella geometricità del contesto l’opera di Jörg Christoph Grünert, che si sviluppa nello spazio concentrico ad essa assegnata, in totale simbiosi tra opera e spazio.
Sul terrazzo, con il panorama vista mare, al centro di una siepe circolare, l’installazione di Emanuela Barbi A rifarsi il becco (2023). La luce del tramonto lascia spazio ai faretti colorati appositamente posizionati per far risaltare dal basso la realizzazione, la quale assorbe i colori sugli ossi di seppia lucidi, rendendo l’opera fluida ai cambiamenti luminosi.

Sotto il cielo del tramonto, i colori delle installazioni in entrambi i percorsi, con le luci, appositamente sistemate per esaltarne le caratteristiche, miscelate a quelle dell’imbrunire, sviluppano il potenziale rendendo le opere cangianti ai cambiamenti dell’illuminazione, raggiungendo l’elevata espressione ricercata e voluta dai direttori artistici e dagli artisti.

La valorizzazione degli spazi attraverso le opere e le opere che vivono in dimore ideali: questo è il punto focale di Dimore Ensemble 2023, che lascia la sensazione di aver sposato arte ed architettura in modo originale ed unico.