Grazie a lei allora e ai “donors”, i soci di questa prestigiosa associazione, che rinnova la collaborazione con la Fondazione Casa Buonarroti dopo il restauro e la manutenzione del David, dei Prigioni, del Dio Fluviale e il recente intervento alla Pietà Bandini. Ora dona alla Comunità il restauro della Madonna della scala e della Battaglia dei centauri, due capolavori assoluti conservati alla Fondazione Casa Buonarroti che Michelangelo realizzò appena quindicenne durante gli anni della formazione al Giardino di San Marco a Firenze.
Friends of Florence, sottopose il progetto alla Fondazione Casa Buonarroti che gode della presidenza Cristina Acidini, un vero luminare in materia. Iniziò così l’iter, passo dopo passo, che portò poi al successo dell’iniziativa. I risultati della raccolta fondi attivata sono stati oggetto poi della donazione agli organi preposti per consentire di passare dalle intenzioni ai fatti con il delicatissimo restauro. Inoltre, come è ormai suo uso , la Fondazione ha ampliato l’impegno iniziale e anche in questo caso per ottenere la massima leggibilità delle opere, ha promosso e realizzato il nuovo allestimento della Sala dei Marmi con l’attenta cura di Alessandro Cecchi direttore di Casa Buonarroti dove sono custodite entrambe le opere .
Il progetto di intervento sui bassorilievi giovanili di Michelangelo vinse nel 2020 il Premio Friends of Florence al Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze, lo strumento di cui si è dotata l’associazione che permette una prima attenzione. Ora il compimento di questo impegnativo iter è sotto gli occhi di tutti. Il delicato intervento realizzato dalle restauratrici Daniela Manna e Marina Vincenti, é stato attentamente seguito dalla Direzione Lavori del Museo unitamente all’Ufficio dell’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato. La presidente di Casa Buonarroti Cristina Acidini ha colto l’occasione per uno studio e una riconsiderazione critica delle opere giovanili del sommo artista. La campagna diagnostica non invasiva ha accompagnato il lavoro in una condivisione aperta e fruttuosa di conoscenze professionali diverse, eppure straordinariamente convergenti. La maestria di Michelangelo adolescente è emersa potente in entrambe le opere che mostrano, ricavati con scalpelli e gradine, effetti cromatici e di luce di impressionante vigore.
La Madonna della scala (1490) e la Battaglia dei centauri (1491-1492), possiedono già tutti gli elementi salienti che sappiamo contraddistingueranno l’operato del Maestro che Il restauro ha colto nella cromia del marmo.
Avviciniamoci allora anche noi a questi due capolavori nati durante il severo apprendistato al Giardino di San Marco. Qui in questo luogo straordinario frequentato da artisti e intellettuali della cerchia di Lorenzo il Magnifico, Michelangelo si formava sotto la guida di Bertoldo, ultimo allievo e collaboratore di Donatello che scomparve nel 1491. La Madonna della scala in un primo tempo parte della collezione di Cosimo, tornò, con un grande atto di munificenza da parte del Granduca, alla Famiglia Buonarroti e al nipote Michelangelo.
La Battaglia dei centauri dapprima definito dal biografo Condivi nel 1553 “Il ratto di Deianira e la zuffa de’ Centari” e poi dal Vasari nel 1568 “La battaglia di Ercole coi Centauri”, fu suggerito al giovane Michelangelo dal suo committente Agnolo Poliziano, umanista della cerchia di Lorenzo il Magnifico che rimase incompiuta per la sua morte sopraggiunta l’8 aprile del 1492.
L’artista si ispirò alle Metamorfosi di Ovidio (XII, 210-576) o alla battaglia dei lapiti e dei centauri alle nozze di Piritoo con Ippodamia, o ad un mito connesso alle fatiche di Ercole, secondo cui l’eroe avrebbe liberato Deianira, sua promessa sposa, dalle nozze con il centauro Euritione, ucciso durante una furibonda zuffa con i centauri. La sua incompiutezza ci offre un saggio della perizia del giovane nella lavorazione del marmo a vari livelli di finitura: dal quasi tutto tondo delle figure più emergenti, compreso l’eroe di tre quarti che anticipa il gigantesco David, al fine rilievo dei combattenti sullo sfondo: la rabbia dei lottatori, la violenza dei rapitori, il dolore dei colpiti. Il rilievo è rimasto sempre di proprietà dei Buonarroti e ha goduto, dal 1614 al 1874, di una collocazione privilegiata sotto l’Epifania del Condivi nella Galleria realizzata da Michelangelo Buonarroti il Giovane per celebrare le gesta del suo illustre antenato e benefattore della famiglia. La scheda storico artistica é stata curata dalla Dott.ssa Cristina Acidini, e queste le sue parole all’inaugurazione
“Ispezionare da vicino le statue in marmo di Michelangelo Buonarroti è sempre fonte di emozione, stupore e accrescimento di conoscenze.
L’intervento e la riconsiderazione critica sulla Madonna della scala (1490) e sulla Battaglia dei centauri (1491-1492), i due straordinari rilievi scolpiti da Michelangelo adolescente nel Giardino di Lorenzo il Magnifico a San Marco, dove aveva per maestro l’anziano Bertoldo di Giovanni, l’ultimo assistente di Donatello, sono stati resi possibili dalla generosità dei donatori dell’Associazione Friends of Florence sotto la presidenza di Simonetta Brandolini d’Adda che a nome della Fondazione ringrazio. Simonetta Brandolini d’Adda Presidente Friends of Florence ha poi sottolineato che é molto importante per l’associazione sostenere il restauro di questi due capolavori giovanili e la conseguente manutenzione, perché significa rinnovare la collaborazione con Casa Buonarroti e continuare così a conservare il patrimonio artistico di questo straordinario Maestro che ha lasciato capolavori indiscussi della storia dell’arte mondiale. Al sentito grazie a Patricia e Marshall Geller, sostenitori del progetto per la sala e della Battaglia dei Centauri, ai signori Maher per il loro contributo per la Madonna della Scala, e comunque a tutti i soci si unisce a quello per la Presidente della Fondazione Cristina Acidini e il Direttore del Museo Alessandro Cecchi che ha seguito il nuovo eccellente allestimento della sala dei marmi.
Che dire se non il mio invito a godere di persona di questo magnifico e munifico dono a Casa Buonarroti