“CHUTZPAH”, l’Atelier dell’Errore alle Procuratie Vecchie di Venezia

Chutzpah è una riflessione sul valore delle limitazioni, su ciò che tendiamo ad allontanare, o a correggere come (se) fossero errori, e sul valore del nostro potenziale, che, se incentivato anziché limitato, può migliorare le proprie condizioni di vita e quelle dell’intera comunità.

Le Procuratie Vecchie di Venezia riaprono dopo 500 anni presentando la nuova sede di The Human Safety Net, la Fondazione di Assicurazioni Generali che aiuta persone in condizioni di vulnerabilità ad esprimere il proprio potenziale, e con (n) esso The Art Studio, lo spazio dedicato all’arte contemporanea che nasce dall’idea di creare un dialogo con il mondo contemporaneo esponendo opere che interpretano i temi su cui si concentra il lavoro della Fondazione stessa. 

The Art Studio per la sua inaugurazione, tenutasi il 13 aprile scorso, ha presentato CHUTZPAH – Una tenda che non è una tenda, animali che non sono animali, il progetto espositivo curato da Gabi Scardi, critico, curatrice e docente di arte contemporanea, che espone ed ambienta il linguaggio sviluppato da Atelier dellErrore, un collettivo artistico costituitosi nel 2018 come impresa sociale che si dedica alle arti visive e in particolare al disegno, alla perfomance e alle installazioni site specific, ma avviatosi già nel 2002 con il progetto curato e gestito dall’artista visivo Luca Santiago Mora, responsabile dell’AdE, insieme ai ragazzini della neuropsichiatria infantile dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia e di Bergamo.

Nello spazio di 200 mq che si affacciano sulla rinomata piazza di San Marco, una serie di opere di sapienti e fondamentali proporzioni ambientali, realizzate specificatamente per il luogo, che risplendono di luce. Tra le opere troviamo Pater, il Sovra-Vissuto e Tenda-Mater, due grandi e primordiali figure dorate che campeggiano rispettivamente sul pannello rosso monocromo e sulla tenda autoportante, entrambe realizzate su / con metri di AdETEX rosso, il tessuto ideato dall’AdE in qualità di impresa sociale, e composto da nastro adesivo da lavoro e Cameluxe

L’Atelier fin dalla sua costituzione è ospitata permanentemente nei laboratori della Collezione Maramotti di Reggio Emilia, con la quale nel 2015 ha realizzato Uomini come Cibo in occasione di Expo 2015, in collaborazione con Max Mara. Mentre l’anno successivo con la mostra The Guardian Animals and other invisible beings (Moretti Gallery) ha partecipato a Frieze London, e l’anno scorso con la mostra Red Light Gold Light ha esposto presso la Galleria Massimo De Carlo (Palazzo Belgioioso, Milano). Un curriculum che avvalora e dimostra il lavoro di Luca Santiago Mora, che insieme alla curatrice Gabi Scardi, pone l’attenzione non a caso sulla parola, titolo della mostra: chutzpah. Un termine yiddish che in origine nasce come connotato negativo di eccessiva autostima in sé stesso, ma che oggi nel linguaggio anglosassone è stato rivalutato, assumendo il significato di “impavida fiducia in sè stesso”, quella che gli artisti espongono, e che gli permette un’uscita dal (con)formato prestabilito, con azioni per altri impossibili.