L’Odissea è un libro, un mito, un mondo. Villa Carmignac ha deciso di realizzare un’esposizione ispirata all’eroe greco che ha navigato per dieci anni per poi tornare a casa solo dopo la Guerra di Troia (L’Iliade). La leggenda narra che Ulisse raggiunse le coste di Porquerolles Island, dove combatté il mostro mandato da Poseidone. In questa selvaggia isola mediterranea dei e miti sono ancora vivi e la natura ricorda ancora quella dei tempi di Omero. L’Odissea ci accompagna ancora oggi e ci aiuta a vivere meglio, proprio come le opere più contemporanee, indicandoci la via.
Francesco Stocchi è il curatore esterno che ha avuto l’intuizione di trasformare Villa Carmignac in una sorta di labirinto. Non è forse un labirinto proprio il viaggio di Ulisse? Un viaggio lungo una decade, fatto di ritorni, ostacoli e trappole lungo il cammino, un labirinto disegnato sul mare. In una scenografia disorientante fatta di corridoi tortuosi e incroci che moltiplicano i possibili percorsi da compiere, il visitatore è costantemente chiamato a fare una scelta: si dovrà proseguire o tornare indietro, vedere un’opera piuttosto che un’altra. Si dovrà navigare cautamente ed evitare trappole ed illusioni – specchi, illusioni ottiche e spazi stretti – sparsi lungo tutto il percorso espositivo, ideati da Margherita Palli.
Questo strano labirinto è popolato di opere d’arte: il visitatore vaga attraverso le tappe e compie delle scelte che lo portano a trovarsi davanti a lavori che raffigurano donne e seduzione, mostri, eroi, essere favolosi e divini, animali. Tra queste figure umane e non, nel labirinto si riuscirà a trovare una parte nascosta di se stessi e a scoprire nuovi mezzi per esplorare nei meandri della propria interiorità, nei propri segreti. “The Dream of Ulysses” è un viaggio all’insegna dell’introspezione. Il labirinto è uno spazio fisico e mentale, che apre le porte ad una ricerca interiore più approfondita. Se Ulisse ha dovuto affrontato un viaggio per tornare alla sua isola, il visitatore sarà invece esortato a guardare dentro di sé e a compiere una vera e propria “Odissea intima”.


La mostra presenta quasi settanta lavori provenienti dalla Carmignac Collection, da prestiti internazionali e nuove produzioni. Il viaggio inizia e finisce con la figura di Penelope: si tratta di due grandi opere di Martial Raysse, la prima delle quali è “Faire et Défaire Penelope that’s the rules”, del 1966, che moltiplica la faccia di Penelope in un orizzonte ossessivo, mentre nell’opera che chiude il percorso Penelope parla ad Ulisse dicendogli: “Ulisse, perché arrivi così tardi povero stupido?”. Nel mezzo di questi due lavori, le opere di artisti quali Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Cindy Sherman e Egon Schiele tracciano i contorni di un’epica piena di figure femminili: streghe, sirene, dee e icone. Attorno ad esse, altre opere mettono in discussione l’ambiguità del desiderio: Jenny Holzer, Francesco Clemente, Willem de Kooning e Carol Rama sono gli artisti selezionati per l’obiettivo.
I visitatori sono invitati a navigare come Ulisse verso lidi sconosciuti, perdendo se stessi. L’unico punto di riferimento all’interno della mostra è una monumentale installazione di un’imbarcazione realizzata da Jorge Peris, che conduce i visitatori in lontananza: qui potranno incontrare mostri e pericoli, dinanzi al dipinto di Urs Fischer o alla creatura di Arcangelo Sassolino, che all’ingresso della mostra sminuzza un osso ogni giorno. Nel corso di questa Odissea personale, i visitatori sono invitati a porsi domande riguardanti l’identità propria e la crescita personale, grazie alla visione di opere di Louise Bourgeois, Camille Henrot, Rashid Johnson e Gerhard Richter. C’è poi spazio per degli incontri spirituali con le opere di Odilon Redon, Miguel Rothschild e Cyprien Gaillard.
In un labirinto il tempo muta. La clessidra di Benoît Pype impiega circa mille anni a completare un giro. Il metronomo di Man Ray è piuttosto enigmatico e il lavoro di Olafur Eliasson cattura instantanee tramite le sue fontane, posizionate in un padiglione-giardino. Nelle vicinanze, appare una specie di fantasma nel prato: l’opera di Adrian Villar Rojas sembra una creatura tornata da una sua personale odissea. Al piano superiore della Villa, nella galleria a volta, il viaggio di Ulisse è internalizzato nel corpo umano e traccia una geografia interna tramite un trittico di installazioni video, “Ulisse: ECHO scan slide bottle”, di William Kentridge. Alla fine del percorso, i visitatori che si sono spinti fino al Sainte-Agathe Fort, potranno ammirare le nuvole di Leandro Erlich che fluttuano al ritmo di un sottofondo musicale del gruppo Moriarty.

Tra gli artisti in mostra menzioniamo: Micol Assaël, John Baldessari, Miquel Barceló, Jean-Michel Basquiat, Julien Berthier, Marinus Boezem, Louise Bourgeois, Mark Bradford, Francesco Clemente, Adger Cowans, Willem de Kooning, Niki de Saint Phalle, Olafur Eliasson, Haris Epaminonda, Leandro Erlich, Urs Fischer, Cyprien Gaillard, Douglas Gordon, Duane Hanson, Keith Haring, Jacob Hashimoto, Camille Henrot, Jenny Holzer, Thomas Houseago, Rashid Johnson, William Kentridge, Yves Klein, Oliver Laric, Roy Lichtenstein, Tony Matelli, Adam McEwen, Janaina Mello Landini, Bruce Nauman, Marilène Oliver, Jorge Peris, Alessandro Piangiamore, Benoît Pype, Carol Rama, Ann Ray, Man Ray, Martial Raysse, Odilon Redon, Gerhard Richter, James Rosenquist, Miguel Rothschild, Arcangelo Sassolino, Egon Schiele, Cindy Sherman, Günther Uecker, Willem Adriaan van Konijenburg, Adrián Villar Rojas e Andy Warhol.
La Fondazione Carmignac trae le proprie radici dalla collezione: la Collezione Carmignac ha creato un panorama d’arte contemporanea unico, contraddistinto dal gusto (in evoluzione) di Edouard Carmignac. Ad oggi conta oltre trecento opere del ventesimo e del ventunesimo secolo, di artisti quali Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jean-Michel Basquiat, Gerhard Richter e Martial Raysse ma anche di artisti giovani o provenienti da paesi emergenti. La Fondazione assicura una corretta conservazione della collezione e permette al pubblico di ammirare le meraviglie che ne fanno parte.
Nel 2009, Edouard Carmignac crea il “Carmignac Photojournalism Award” per supportare il settore del fotogiornalismo, in grave crisi. La Fondation Carmignac garantisce risorse finanziarie e umane ai fotografi del settore, che possono così portare avanti i propri progetti e le proprie mostre: vengono infatti realizzate una monografica e un’esposizione itinerante, finalizzate a portare alla luce le crisi e le sfide che il mondo sta affrontando. La Fondation Carmignac è poi impegnata nello sviluppo di un programma culturale aperto al pubblico sin dal 2018: la Villa ospita sia la collezione (di cui fanno parte le opere permanenti e site-specific posizionate nei giardini) che mostre temporanee a cadenza annuale, oltre che un ricco programma culturale. Per il visitatore si tratta di una vera e propria esperienza tra natura e arte.

The Dream of Ulysses
Fino al 16 ottobre 2022
Villa Carmignac, Porquerolles Island