È il 2024 e ci troviamo un circo, Il Circo della Luna, dove prende vita per la sua edizione annuale il festival CORPO.doc | performance e arti visive, rassegna organizzata dal Centro di Archiviazione e Promozione della Performing Art (C.A.P.P.A.) di Pescara. Prendendo spunto dalle parole magiche recitate dalla Fata Madrina a Cenerentola, e raccontandolo in un contesto performativo nel quale la magia e le diversità si incontrano nella vita socio-politica-artistico e divulgativa, il direttore artistico del festival Ivan D’Alberto ha tramutato, proprio come le magie fanno, le iconiche frasi recitate per la trasformazione di Cenerentola in Bibbidi-BODY-dy-Boo, fa la PERFORMANCE tutto quel che vuoi tu, proponendo un programma dove ogni azione, comparsa e allestimento riproduce un ambiente incantato, offrendo al pubblico un’esperienza performativa di tipo immersiva.
Il titolo è una rilettura in chiave politica della figura di Cenerentola, paradigma socio-culturale, che se riportato al contesto della Performance Art, dimostra quanto i linguaggi performativi debbano essere considerati una forma d’arte di serie A. Il personaggio Disney viene visto come una metafora, di come alcuni aspetti dell’arte performativa vengano messi in secondo piano rispetto ad altre pratiche artistiche (es. la sottovalutazione del performer, lotta al riconoscimento, la trasformazione nella pratica artistica e l’intimità nella sua realizzazione).
Infatti, il ruolo di Ella nel film può essere una rappresentazione simbolica di come alcune espressioni artistiche possano essere sottovalutate o messe in ombra. Nonostante ciò, arriva il lieto fine e le forme d’arte trovano il loro giusto riconoscimento grazie alla loro intrinseca bellezza e valore.
La struttura di Corpo.doc mantiene la stessa base delle precedenti edizioni, con le tre sezioni document, orizzonti e community. Innanzitutto una comunità che si allarga e allo stesso tempo consolida la sua partecipazioni investendo su sfide acrobatiche e sempre più campestri.
Gli orizzonti invece sono espressi nella seconda giornata del festival dall’intervento installativo – performativo Demoniaco di Tommaso Buldini e la performance di Rachele Montoro intitolata Astrology matters but don’t trust people with the same venus, they wanna catch you.
Rachele Montoro, in arte Paola Volpe, invita i partecipanti a questo – viaggio rituale – percorso guidato – nella lettura delle carte dei tarocchi e ad interrogarsi sugli strumenti basilari (soggettivi) che possono permetterci di avere una trasformazione nella nostra vita. L’artista, con una lettura personale da cartomante, passando dal Matto alla Morte e dalla Papessa al Mondo come figure arcane, traghetta chi ne fa parte della performance a farsi energia da condividere e portarla alla luce in una meditazione finale collettiva.
Demoniaco di Tommaso Buldini è un flusso di coscienza tra sogni e incubi: un incrocio tra quello che non possiamo raccontare e quello che vediamo tutti i giorni nella maniera in cui noi non siamo capaci di raccontare. Draghi sputafuoco e cavalieri che bruciano, un Caronte che traghetta anime, uomini uccelli e teste di maiale, cambi di sesso e amore purgatore, filastrocche e ninne nanne, superstizione e simbolismi che racchiudono una video installazione accompagnata dai suoni di Andrea Guerrini. La musica che veicola queste immagini e le sue filastrocche – il diavolo sotto al comodino e il non riuscire a dormire – porta chi l’ascolta a fondersi con modelli psicoanalitici e esoterici che le figure, i personaggi, le azioni della video installazione, manipolata in tempo reale da Buldini, raccontano senza mai eccedere, senza mai banalizzare.
Ma il Circo delle Luna è una fantasia Disney e a bilanciare le figure immaginarie che aleggiano dentro il tendone ci sono, negli ambienti esterni, i Cosplayers Daniela Fascioli e Gianluca Di Virgilio, che accolgono i curiosi con abiti ispirati ai classici Disney.
Infine, per chiudere l’evento alle prime luci del buio, l’intervento del performer Antonio Antonini intitolato Ardentia, con un’azione a metà tra il rito apotropaico e le acrobazie estreme dei Mangiafuoco.
Luigi Presicce, artista pugliese e tra i pittori e performer più importanti dello scenario dell’arte contemporanea del nostro tempo, è il protagonista della sezione documentale della prima giornata del Festival Corpo.doc. Presicce ha presentato un’azione-tableau vivant dal titolo Deriso interpretando e mettendo al centro dei suoi compositi show il linguaggio del corpo e l’installazione. La trasformazione è un tableau in una durational performance che si mette in dialogo con il contenitore, portando le figure dei pagliacci in una rappresentazione come la derisione del Cristo e lo scherno nei confronti dell’artista e della sua opera. Nella sua complessità inserisce elementi e esperienza per chi guarda: l’essere accompagnati sottobraccio, uno alla volta, all’interno del tendone buio, scandendo il tempo di visita da un colpo di frusta e l’altro. Trovarsi una scena di quotidiana vita di quartiere con motorini dove ragazzi e ragazze mascherati intercettano continuamente con i propri telefoni attimi di quell’azione ripetuta, forzata. Una Fiat 128 di rara bellezza fa da podio ad una donna desnuda, coperta solo dall’imbarazzo e la sua forza. Due figure echeggiano attorno a lei come da assalto, ma bloccate da un’azione che ripetuta ferma il colpo. Il solo colpo a muoversi e a sentirsi è la frusta che Presicce, in maniera meccanica, da un immobilismo accademico ci riporta ad un movimento condizionato. A fare da sfondo una riproduzione delle cinque donne di Picasso, Les demoiselles d’Avignon, rafforzando la tesi del ciò che è bello da vedere è allo stesso tempo pericoloso ed è per questo che i 30-45 secondi di visita diventano attimi che lasciano trapelare qualcosa che ha bisogno di un tempo lungo di digestione per la comprensione.
Il Festival in questi anni ha avuto l’obiettivo di raccontare la storia della performance live e di renderla fruibile, di mantenerla viva e di portarla in luoghi che permettessero di comprendere quello che è questa azione corporea. Ivan D’Alberto, direttore della rassegna Corpo diventata poi Corpo.doc (denominazione di origine controllata), è l’altra proposta documentale di questa edizione 2024 presentando il suo lavoro di ricerca sull’arte performativa, tramite la pubblicazione del libro intitolata CORPO.doc Performance di origine controllata, edita da Postmedia di Gianni Romano.Il curatore e storico dell’arte D’Alberto, ripercorre un punto di vista storico delle edizioni 2015-2024 mantenendo viva la memoria di un linguaggio fortemente riconducibile al presente inserendo proposte letterarie affini, credibili e tangibili; creando un archivio e una ricostruzione fondamentale di un associazione che negli anni ha dato modo di essere una risonanza per artisti e fonte di ispirazione per molti altri.
Bibbidi-BODY-dy-Boo, fa la PERFORMANCE tutto quel che vuoi tu è la rilettura politica di Cenerentola che mira a sovvertire l’idea tradizionale di marginalità associata alla performance, dimostrando il suo valore e la sua potenza espressiva.
L’associazione C.A.P.P.A. attraverso le sue iniziative ha posto l’accento sulla legittimità della Performance Art, non solo come strumento di espressione artistica, ma anche come mezzo di critica sociale e politica, riconoscendo e valorizzando le diversità dei linguaggi artistici contemporanei.