Beatrice Meoni

Beatrice MEONI – Luce ovunque

Un viaggio in una stanza piena di luce, dove simboli, frammenti, movimenti, memorie letterarie ed echi di pittura si fanno nuova pittura: da una riflessione sull’ambiente che la ospita e in rapporto con la sua chiarità, passati attraverso il filtro della potente sensibilità dell’artista, nasce Luce ovunque, la personale di Beatrice Meoni allestita a Roma nello spazio z2project di Sara Zanin e accompagnata da un testo di Angelica Gatto.

I dipinti che la mostra raccoglie, quasi tutti del 2022, seguono il ciclo pittorico sulla caduta al quale l’artista si è dedicata di recente e con questo condividono un senso di solitudine e la misurazione di un vuoto. La scansione sentimentale e culturale dello spazio esteriore corrisponde a una ricerca della dimensione intima della pittura, nel tentativo di far combaciare la luce atmosferica con i passaggi interiori di illuminazione, che svelano determinati micro movimenti nel loro accadere. Un’esaltazione del piccolo, dei moti invisibili che spesso non consideriamo nella loro importanza, si fa indagine minuziosa, attitudine all’ascolto, occasione di scoperta e avvicina l’artista alla percezione di una mistica laica, fino alla considerazione di una consonanza tra il gesto quotidiano e il gesto sacro, considerato nella sua ampiezza.

La seduzione dell’estasi e la sua intraducibilità in qualcosa di pratico e spiegabile offrono lo spunto per alcuni esercizi pittorici di trasfigurazione del volto (Santa Chiara, Estasi). Il concetto di tentativo viene usato spesso da Beatrice Meoni per spiegare sia la procedura sia gli esiti del suo lavoro, che non si presenta mai al pubblico con una certezza assertiva, ma con un modo dubitativo di interpellare la ricerca e la fruizione della forma, dicendo il peso di un’esperienza e la sua profondità. “Non c’è fermezza – spiega Beatrice Meoni – ma qualcosa che sfugge sempre”. A un perenne andirivieni del fare pittorico corrispondono i temi della precarietà e dell’instabilità, tentativi di elevazione di corpi con piedi che si puntano (Levitazione) oppure movimenti liberatori di chi tenta di togliersi di dosso i macigni che si porta dietro da chissà quanto tempo (Piovono pietre) o ancora invocazioni, sospensioni, flessioni. Affiora un gesto quotidiano, quello per esempio di spolverare e di mettere in ordine, di prendere una collana e di tenere un pennello, che incontra una memoria iconografica del passato (Annunciazione, Hic et nunc, Senza titolo). 

Ogni dipinto ha una sua storia legata al tempo trascorso nello studio dell’artista, il luogo dove avviene una serie di piccole rivelazioni, illuminando il momento nel quale la pittura succede. “Della pittura è molto difficile parlare – dice l’artista – perché per me si guarda e si cerca. É una stratificazione di colori, di momenti, di tempi in cui avviene”. La pittura si lascia guidare dalla pittura stessa, è un’azione dalla premeditazione limitata che porta l’artista a seguire i momenti che via via si succedono sulla superficie, come quando si balla seguendo un ritmo che conduce il corpo. A volte, quando la figurazione è troppo presente, Meoni opera vigorosi emendamenti “per arrivare in fondo”. “Il risultato – conclude – non è una figurazione completa, ma fatta di cancellazioni, incertezze, balbettii. Devo prendere coraggio perché a volte sono sedotta dalla pittura stessa. Spesso decido di lasciare visibile solo un particolare, di focalizzare l’attenzione su un punto. Arrivo a una specie di astrazione, individuando degli elementi che sono presenti all’interno del lavoro ed esaltandoli”. La manifestazione ondivaga della figurazione si apre alla molteplicità delle sue letture possibili e, nella scansione temporale, la luce che scioglie l’opacità del colore arriva all’intuizione di una rivelazione, tra presenza e assenza.


Beatrice MEONI
Luce ovunque
dal 7 ottobre all’11 novembre 2022
z2o project, Roma