Annabel Elgar, Week nine, 2021 lockdown, 2021. Cross-stich on cotton, 27x30cm. courtesy Metronom

Annabel Elgar. La sicurezza degli oggetti

La mostra Annabel Elgar. La sicurezza degli oggetti, a cura di Marcella Manni, realizzata in collaborazione con Metronom in occasione del Photo Vogue Festival 2021, sarà visitabile fino al 10 gennaio 2022 presso gli spazi del concept store milanese dello stilista e artista Antonio Marras.

Varchi verso quinte immaginifiche si aprono presso l’atelier Nonostante Marras grazie alle immagini fotografiche dell’artista inglese Annabel Elgar, visioni capaci di manifestare una peculiare sensibilità al bizzarro e all’illusione, alla nostalgia e all’inatteso.

Attraverso le venticinque opere esposte nella personale, l’artista consegna all’osservatore frammenti di una narrazione mai avviata che pure si figura familiare, parte di una lontana memoria, per l’intimità che uno specifico repertorio di oggetti e un ragionato dialogo tra essi riescono a evocare. La stage photography di Annabel Elgar è un meticoloso lavoro di ricerca e composizione di identità, mai del tutto svelate, attraverso l’attesa e la mancanza in cui le attività da regista, narratore e scultore si articolano assieme unendosi a quella da fotografo. Le realtà messe in scena sono racconti impalpabili in divenire di cui sono manifesti solo alcuni indizi, suggerimenti di possibilità; seguendo un percorso inverso all’esperienza consueta, l’artista rivela le tracce, le ombre, da cui muovere per costruire i contorni di una vita in corrispondenza con esse. I protagonisti del suo lavoro sono fotografati nella loro assenza, attraverso ciò che nello spazio rimane di loro appena lontani dalla scena.

L’inventario predisposto e fotografato da Elgar racconta di quotidianità straordinarie nonostante la marginalità degli elementi selezionati; è la sintassi che li disciplina, la loro rappresentazione, il nuovo ordine nel quale sono coinvolti a determinarne carica visiva e potenzialità narrativa. Gli allestimenti accuratamente costruiti comunicano la naturalezza del vissuto e l’inevitabilità di un tempo incombente, le atmosfere trasognate e oniriche raccontano di una fantasia fanciullesca ancora predominante e popolata da miti e leggende, fiabe e incubi.

Se l’assenza dell’umano e il non detto sono costanti nel lavoro della fotografa inglese è dunque l’oggetto con la sua memoria il vero artefice di un articolato gioco di suggestioni e rimandi archetipici. L’oggetto, così profondamente inserito nella fitta rete di abitudini e coordinate attraverso cui vivere il tempo e lo spazio, è materia preziosa di riconoscimento, identità e relazioni. L’elemento inerte diventa manifestazione di vita vissuta, immaginata e ricostruita conservando l’eco della propria funzione e, al tempo stesso, liberandosene in un assemblaggio inedito e ambiguo.

L’oggetto così intrecciato alla vita – tanto da diventarne parte fondamentale e sua rappresentazione – diventa elemento sensibile e attivo, commuove nonostante il suo paradosso da materia inorganica. Scrive Jean-Paul Sartre ne La Nausea: «Gli oggetti son cose che non dovrebbero commuovere, poiché non sono vive. Ci se ne serve, li si rimette a posto, si vive in mezzo ad essi: sono utili, niente di più. E a me, mi commuovono, è insopportabile. Ho paura di venire in contatto con essi proprio come se fossero bestie vive.»

  • Annabel Elgar
  • Annabel Elgar
  • Annabel Elgar
  • Annabel Elgar
  • Annabel Elgar


Annabel Elgar. La sicurezza degli oggetti
A cura di Marcella Manni
Fino al 10 gennaio 2022
Nonostante Marras, via Cola di Rienzo 8, Milano
dal lunedì al sabato 10.00 – 19.00; domenica 12.00 – 19.00
info: tel.: 02 76280991 – mail: bottega@antoniomarras.it