Orientarsi tra le macerie significa rileggere il concetto di frammentazione, indagare il tema della disgregazione dell’immagine muovendo dall’immagine stessa che perde qui il suo statuto di unitarietà e di presunta verità. Una deflagrazione della struttura visiva che ambisce a spezzare il nesso di causa con i significati e i referenti originali per approdare a una visione altra, obliqua e interstiziale, che sollecita chi osserva a fare una sorta di editing visuale e mentale, mediante il quale ricavare una propria lettura, il senso della narrazione. L’esperienza è come una miscellanea in cui ognuno degli artisti crea le coordinate per definire le presenze che concorrono a formare gli elementi costitutivi del racconto.
Da un lato Ettore Pinelli (Modica, 1984), artista diplomatosi nel 2007 all’Accademia di Belle arti di Firenze in Pittura e in Progettazione e Cura degli allestimenti nel 2010, in collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. La sua ricerca è incentrata sull’osservazione antropologica degli aspetti relazionali della natura umana quando questa viene condotta al suo limite. A partire da immagini, video ed iconografie ricavate dai media, egli evidenzia il rapporto portato allo stremo che l’uomo contemporaneo ha con l’informazione. Nella sua ricerca è costante lo sviluppo di particolari immagini e dati provenienti da canali di informazione di terze parti: una mancata definizione, un’accentuazione del disturbo o dell’errore che da difetti si trasformano in valori unici e assoluti.
Dall’altro Giorgio Distefano (Ragusa, 1972) artista formatosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, città dove tuttora vive e opera. Successivamente agli studi e dopo avere praticato per diversi anni l’attività di scenografo e costumista, collaborando con compagnie di teatro di ricerca e di danza, ha concentrato la sua ricerca sulla pittura. Questa ricerca si muove in senso trasversale, afferrando stimoli e suggestioni provenienti dall’approfondimento e dalla costante curiosità per le tecniche, nonché dallo studio della resa materica e dei valori ottici legati alla distanza e al senso di astrazione contenuto nella figurazione.
Pinelli indaga un contesto sociologico attraverso scene di lotta e guerriglia urbana, ne denuncia il peso e l’ingombro aprendo le immagini a una dimensione senza peso e senza materialità. Una dimensione metafisica che trascende i soggetti per svelare una condizione umana misteriosa e nebulosa. Per contro, Distefano propone paesaggi che richiamano la sua terra d’origine, ritraendo una durezza che non sempre è sinonimo di stabilità, suggerendo scenari metaforici, dietro i quali si nascondono gli equilibri precari e contraddittori da cui è permeata la nostra contemporaneità. Insieme, un dialogo che è una messa in questione del visivo, regolato da accadimenti e leggi esistenti da qualche parte, in un fondo che è fluido e che non si professa né autentico né menzognero, ma crede solo nel sistema produttivo e riproduttivo del linguaggio dell’immagine.
“Alla frantumazione dell’immagine corrisponde la conseguente disgregazione dell’io che a sua volta determina immediate ricadute nel tempo e nello spazio. Deriva da tali premesse la scelta di un allestimento instabile, che muti nel corso del tempo e avvii, in una prima fase, il confronto di un artista in direzione dell’altro per poi procedere, nella seconda e conclusiva fase in cui si articola la durata dell’intera mostra, a un totale riallestimento, in senso inverso.” Mattia Lapperier, curatore.
_____________________________
DIALOGO INVERSO – orientarsi tra le macerie
di Ettore Pinelli e Giorgio Distefano
A cura di: Mattia Lapperier
Primo Opening: 18 Febbraio / 16:00 – 20:00 | Secondo Opening: 18 Marzo / 16:00 – 20:00
Dal 18 Febbraio al 16 Aprile 2022 | Da Mercoledì a Sabato ore 15:30 – 19:00